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BELLA SWIT
Erano passati cinque mesi ormai. Il tempo ad Hogwarts trascorreva velocemente e il mio rapporto con Ginny si era rafforzato ulteriormente.
Al contrario, non parlai più con Draco Malfoy, non ne avevo il coraggio o la forza; ma dopo tutto quello che era successo, dopo tutto le lacrime versate per le cose che avevo visto e provato, io lo amavo ed era un modo bizzarro di amare: lo amavo in silenzio nel rumore della gente, lo amavo da lontano e lui forse non lo capiva neanche...
Quella mattina mi svegliai controvoglia, schiacciata dai dolori del ciclo che nemmeno la più potente Magia Oscura avrebbe potuto annullare. Odiavo quel periodo del mese con tutta me stessa: mi rendeva i capelli orribili e quasi indomabili, per non parlare delle fitte alla pancia, ai muscoli indolenziti e ai nervi a fior di pelle.
Quella mattina mi feci forza e mi alzai dal letto caldo e da quel morbidissimo cuscino di piume sul quale ogni sera affondavo il volto, abbandonando la marea tempestosa dei miei pensieri. Mi feci una doccia veloce e mi diressi verso il letto di Ginny dove stava ancora dormendo. "Ginny" la chiamai dolcemente con un sorriso sulle labbra "Ginny" ripetei scuotendola lievemente "Ginny!" esclamai per la terza volta, ma niente. Mi allontanai infastidita e tornai in bagno. Svuotai il contenitore degli spazzolini e lo riempii di acqua gelida. Alzai gli occhi verso lo specchio e ridacchiai ironicamente malefica. Un attimo dopo, avevo svuotato il bicchiere sulla faccia rilassata di Ginny e, ovviamente, non le avevo risparmiato un paio di minacce urlate.
"GINEVRA WEASLEY, SE NON TI ALZI IMMEDIATAMENTE DA QUESTO LETTO, TI TAGLIO A PEZZETTINI QUEL BELLISSIMO VESTITO ROSSO FUOCO CHE HAI PRESO A DIAGON ALLEY!" e in una frazione di secondo, Ginny era sveglia e leggermente traumatizzata. "No, ma dico, sei forse impazzita?" Disse con la voce impastata dal sonno. "Ti pare il caso di svegliarmi alle..." si interruppe. Spostò la testa verso il suo polso e controllò l'ora sull'orologio che le aveva regalato Ron al compleanno "sette e venti? Oh mio Dio! Devo muovermi!" Urlò correndo da una parte all'altra della stanza per recuperare i suoi vestiti, per poi chiudersi in bagno. Ci mise poco prima di uscire e la sua faccia aveva un'espressione che avrebbe fatto ridere anche Piton. "Prova a toccare il mio vestito per Natale e ti bullizzerò a vita, peggio di Draco Malfoy."
Non risi nemmeno, pensai a lui. Mi bastava solo sentire il suo nome per far battere il mio cuore un po' di più del dovuto, ma quel giorno, cercai di illudermi dando la colpa al ciclo. Finii di prepararmi e mi spazzolai i capelli rossi per poi accarezzarli con le mani: ci tenevo molto ai miei capelli, erano cresciuti tanto dall'estate scorsa e mi piaceva guardarli crescere a dismisura e sfiorarmi leggermente il fondo schiena.

Ginny mi chiese di andare a fare colazione e di aspettarla in Sala Grande, perché sapeva che ci avrebbe messo più tempo del solito. Acconsentii e uscii dal dormitorio. Decisi di prendere la strada più lunga che passava per l'ufficio di Silente, perché volevo schiarirmi le idee, pensare e stare un po' da sola prima di entrare nella confusione della Sala. In realtà mi piaceva stare in mezzo alle persone e cercare di capire cosa passasse loro per la testa, guardare i loro movimenti e la curiosità che scaturiva alla vista di una delle tipiche pietanze bizzarre e colorate di Hogwarts.

Camminavo tranquillamente, cercando di immaginarmi con le cuffie del mio lettore musicale e la musica che allietava il percorso. Ma fu davanti alla porta dell'ufficio del Preside, che mi distrassi. Sentii due persone discutere animatamente all'interno della stanza e riconobbi subito le voci di Silente e del Professor Piton. Mi avvicinai con cautela alla porta e iniziai ad ascoltare la loro conversazione. Sapevo di star sbagliando, che non erano affari miei, ma ero semplicemente curiosa e convinta del fatto che qualunque studente della Scuola lo avrebbe fatto, specialmente i fratelli Weasley.

SEVERUS SNAPE
Ero stato chiamato dal Preside quella mattina prima di recarmi in Sala Grande. Mi parlò di alcuni problemi burocratici e mi disse che in infermeria avevano bisogno di più pozioni e subito. Ma non potevo velocizzare i processi di preparazione e questo Silente lo sapeva bene. Mi offrì un bicchiere di Whisky incendiario e si sedette su una poltrona di fronte alla mia. Sapevo che quando si parlava di Hogwarts, Albus Silente, non si sarebbe mai mosso dalla sua imponente sedia dietro la scrivania. "Ha gli occhi di lei" disse infatti, infrangendo ogni accenno di professionalità. Pensai a quella ragazzina strana che continuava a camminare per intere giornate nella mia testa, chiedendomi come potesse essere, che gusto di gelato le piacesse, che persona vorrebbe al suo fianco in futuro.
"Cosa stai blaterando, Albus?" domandai, spostando il mio sguardo verso di lui per poterlo incatenare nei suoi occhi color ghiaccio coperti da occhialetti a mezzaluna. Lo vidi fare un lieve sorriso per poi continuare. "Severus, sai molto bene a chi mi sto riferendo. È uguale a te, ma ha gli occhi di Lily."
Continuai a guardarlo per poi abbassare la testa e dargli timidamente ragione.
"Io penso che Bella debba sapere, Severus. Deve sapere tutta la verità. Remus mi ha raccontato di lei, dei suoi genitori non biologici scomparsi qualche anno fa in un'incidente stradale; mi ha raccontato del suo tentato suicidio. Lei è una ragazza all'apparenza molto forte, ma con un cuore molto debole e ha bisogno di un genitore" concluse. Mi alzai di scatto posando il bicchiere vuoto sulla scrivania. "MA SEI FORSE IMPAZZITO, ALBUS? NON VOGLIO QUELLA RAGAZZINA TRA I PIEDI! COSA DOVREI FARE? RIMBOCCARLE LE COPERTE E CANTARLE LA NINNA NANNA?" Esclamai stizzito. "Non sarebbe un cattivo inizio" disse il Preside sorridendo. "Beh, non andrò a dirgli di essere suo padre. Immagina la scena: ciao, sei mia figlia perché tua madre in un momento di rabbia è venuta a letto con me e quando ha scoperto di essere incinta ha fatto credere a James Potter di essere tuo padre? Oppure dovrei dirgli: ti amo
perché sei mia figlia, ma ti odio perché sei così uguale a lei? DIMMELO, ALBUS! PERCHÉ IO NON SO PIÚ COSA FARE" conclusi urlando le ultime
parole. Lui mi guardò negli occhi con aria rassicurante e con quella consapevolezza tipica di Silente che cercava di convincerti che tutto sarebbe andato per il verso giusto. "Severus, non lasciarla andare così... Lei è pur sempre una parte di te, lei ha il tuo stesso sangue nelle vene, è uguale a te in tutto e per tutto, solo che per gli occ..."
"Già, lei ha gli occhi di sua madre!" Lo interruppi spazientito, ma poi sentii la porta aprirsi di scatto e l'ultima persona che avrei voluto trovarmi davanti, era proprio lì, con gli occhi gonfi e le lacrime che le solcavano il viso. Bella mi guardava proprio come io guardavo mio padre quando mi picchiava e non potevo fare niente per impedirlo.

𝑺𝑬𝑴𝑷𝑹𝑬 🌹||𝑫𝒓𝒂𝒄𝒐 𝑴𝒂𝒍𝒇𝒐𝒚 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora