1-La storia di un uomo

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"Ognuno ha le sue dosi di fortuna
L'amore è lacuna, si ama ciò che non si ha
Come il giorno ama la luna"

Si narra che il cuore di un uomo sia molto simile al mare. Se riesci a capirlo, scoprirai che quest'ultimo riesca a parlare di te, e alle volte sembra quasi che riesca ad ascoltarti. Guardi il mare e ti accorgi che la tempesta dentro ai tuoi occhi vola via, e riesci a lasciarti andare regalandoti totalmente a quell'eternità.

Ed era quello che stava cercando di fare Niccolò. Stava concedendosi al mare quella notte. Era quello che riusciva a fare meglio, l'unico modo per combattere quella meledetta insonnia e per non pensare a quelle pagine che da giorni rimanevano bianche. La notte non portava più consigli, gli donava solo altre paure.

«Portami a sentire le onde del mare, portami vicino le cose lontane» E con lo sguardo fisso a quel paradiso, una melodia fuoriuscì dalle sue labbra. Stava cercando con tutte le sue forze di riempire quei fogli, rimasti vuoti per così troppo tempo.

La sua voglia di essere portato altrove aumentava di giorno in giorno, la voglia di stare vicino alla sua famiglia lo consumava sempre di più. Il successo lo aveva cambiato, aveva cancellato il suo modo di essere quello di sempre. Lo aveva messo al guinzaglio e lui non sapeva come ribellarsi dinanzi a tanto egoismo. E probabilmente una parte di sé, non voleva neanche farlo. Sapeva che comunque andava, Ultimo sarebbe stato sempre un passo avanti a Niccolò, sovrastandolo.

Il suo cellulare non faceva altro che vibrare in continuazione. I suoi fan interruppero i suoi pensieri, attirando tutta la sua attenzione. Amava i suoi fan, erano le uniche persone che si interessavano totalmente a lui. Ma ciò non escludeva che nessuno dietro a quello schermo, poteva sapere come lui si sentiva realmente. Anche sua madre continuava a scrivergli, ma egoisticamente non lesse neppure un suo messaggio. Malediceva il giorno in cui non l'aveva più vista, questo pensiero lo tormentava e non riusciva neppure a sentirla. Sapeva che gli avrebbe chiesto il giorno in cui sarebbe tornato a casa, ma non sapeva neppure lui quando avrebbe potuto farlo.

Si fece presto mattina, e nonostante la sera prima avesse fatto le ore piccole, fu costretto ad abbandonare il suo letto. Aveva così tanto lavoro da fare... Così si preparò in tutta fretta ed uscì di casa. Forse un bel caffè lo avrebbe reso più sveglio, regalandogli l'energia di cui lui aveva bisogno. Così in fretta entrò dentro al primo bar che gli si palesò davanti.

«Buongiorno, un caffè per favore.» Domandò, mentre in sovrappensiero prese una bustina di zucchero, sventolandola distrattamente.

«Vuole anche un bicchiere d'acqua?» Chiese gentilmente la cameriera. Niccolò sollevò lo sguardo e guardo fisso dinanzi a sé. Uscì dal suo stato di trance e notò quella chioma castana che sventolava davanti i suoi occhi. Era assurdo il modo in cui inconsapevolmente sorrise, si sentì di colpo sollevato. Era la prima volta che entrando in un bar non si sentiva sommerso dalle solite frasi e richieste.

Ma sei Ultimo?
Possiamo farci una foto?

Non che non sopportasse tutto ciò, ma quella mattina era tornato ad essere quello di sempre. Per una mattina, anche solo per pochi istanti, Ultimo aveva lasciato dello spazio a Niccolò.

«Ecco qui il suo caffè.» Niccolò rinvenì, la ragazza lo riportò alla realtà. Quella realtà che lui aveva iniziato ad odiare. «Allora, vuole dell'acqua?» Chiese ancora, in attesa di una sua risposta.

«Si, grazie.» Disse semplicemente, non riusciva a dire altro. Si sentiva uno stupido, perché reagire a quel modo? Seguì la ragazza alla cassa per pagare. Non sapeva neppure lui cosa gli stava prendendo. «Il portafogli.» Fu l'unica cosa che riuscì a dire, toccandosi le tasche. «Credo di aver dimenticato il portafogli. Vado indietro e torno subito. Mi dispiace.» Si scusò mortificato. Poteva mai essere possibile che ogni qualvolta lui uscisse di casa, dimenticasse sempre qualcosa?

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