11-Per il panico infame

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"Per lei che mi amava, i suoi occhi pianeti.
In cui entri per sbaglio ed esci in punta di piedi."

Vanessa si sedette vicino Federico, non si erano visti per molto tempo, pensava che avessero avuto tante cose da raccontarsi. Aveva buttato giù senza nemmeno pensarci tre bottiglie di birra, e si chiedeva se avesse fatto bene o no. Non reggeva tantissimo l'alcool, non poteva esagerare, aveva un suo limite. Ma non ci prestò molta attenzione, la presenza di Niccolò la intimidiva troppo quella giornata, e non le importava se adesso si sentiva la testa pesare a causa della bevanda bevuta prima.

«Sei sparita per settimane, questo lavoro deve tenerti per davvero molto impegnata.» Prese parola Federico, attirando tutta l'attenzione di Niccolò, che a qualche metro più distante, li stava tenendo d'occhio. Non ci voleva il miglior genio per capire che quel tipo le voleva portare via la sua Giulietta, ma non temeva lui, temeva solo di perdere lei.

«Già, anche troppo. Ma sto cercando di farci l'abitudine, altrimenti non potrei pagare le bollette. Mio padre non sa nemmeno più dove io stia, quindi non ho neanche un appoggio da parte sua. E allora tante volte mi tocca fare dei turni extra per coprire le spese.» Spiegò, con una smorfia di dolore. Le faceva male se pensava ai muri d'orgoglio che aveva alzato suo padre nei suoi confronti. Sapeva che era inutile starci male. Lui non l'aveva mai degnata di uno sguardo, mai considerata... Non le aveva chiesto mai se andasse tutto bene.

«E con Giulio?» Sviò il discorso l'amico, notando il fastidio nelle parole che aveva speso prima la mora. Odiava parlare della sua famiglia.

«Non me ne parlare neanche, mi viene il voltastomaco al solo pensiero.» Vanessa rise, contagiando anche la risata di Adriano, che interessato stava ascoltando anche lui il discorso. Forse, con la voglia di uscirne con qualche battuta stupida, giusto per farla innervosire. «Quel tipo era strano. E poi, non mi faceva ridere neanche un po', sai che noia la sua compagnia.» Spiegò, e Federico scoppiò a ridere.

«Io penso che chi si annoiava era quel tipo.» S'intromise Adriano, guadagnandosi uno sguardo di fastidio da parte della mora. «Sul serio, non guardarmi a quel modo. Ti vedo come una ragazza casa e chiesa, non ti vedo per niente divertente.» Portò una mano sul petto, fingendosi serio. Niccolò trattenne una piccola risata, e cercò di non farla notare a nessuno. Se solo Vanessa lo avesse visto, avrebbe pensato che anche lui avesse iniziato a prendersi gioco di lei. E non era una bella idea, infondo.

«Uh Signor Cassio, sempre ad origliare le conversazioni altrui. Non hai niente di meglio da fare, tipo cercarti una donna?» Chiese, mentre si sollevò da terra, e determinata andò a fronteggiarlo. «Ah, già. Chi ti dovrebbe prendere con quel caratteraccio.» Rise fiera di sé stessa, sperando di averlo affondato con quelle parole. Ma non sapeva che Adriano teneva le redini del gioco, era inaffondabile e non avrebbe mai ceduto.

«Senti chi parla, la monaca del gruppo.» Continuò, e poi si zittì quando vide l'amico avvicinarsi ai due, probabilmente con l'intenzione di difendere Vanessa.

«Bambini!» Niccolò lì richiamò, attirando tutta la loro attenzione. I due si lanciarono un ultimo sguardo di sfida per poi distogliere lo sguardo. «E comunque, Adriano, farsi suora non è poi neanche tanto male considerando gli elementi che ci sono in giro.» Disse la sua, e l'amico Sbuffò. Odiava darla vinta a qualcuno, si riteneva alquanto infantile sotto quel punto di vista.

«Niccolò, senti...» Lo richiamò. «Dovresti appoggiarmi e invece difendi queste due?» Si irritò, e poi tornò a sedersi. Quel suo atteggiamento tanto infantile ed a tratti tenero, fece sorridere Stella, che in lontananza si stava godendo tutta la scena.

«Io non le sto difendendo, semplicemente è da stamattina che non fai altro che provocare. Qualcuno deve pur fermarti.» Spiegò Niccolò, e prese posto vicino al suo amico, che sorrise rassicurandolo. Adorava il modo in cui si prendevano in giro continuamente, era qualcosa che rafforzava sempre più il loro rapporto.

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