2-Vorrei solo averti più vicino

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"Vorrei spiegarti che fuggire non serve
Se nessun posto è abbastanza lontano
Se nessun posto è abbastanza lontano da te"

Erano passati tre giorni. Niccolò aveva preso la strana abitudine di sedersi a quel bar. Sorseggiava la sua adorata birra, mentre con la coda dell'occhio osservava quella ragazza. Aveva notato che osservarla nella sua quotidianità, lo aiutava tanto. Sentire le sue storie e le sue drammatiche avventure che raccontava ai suoi colleghi, gli donava l'ispirazione giusta per buttare giù qualche parola.

Vorrei lasciare sul tuo comodino un caffè caldo per ogni mattino, vedere che ti svegli d'improvviso e poi chiudi gli occhi e fingi di dormire. E non è facile, neanche difficile, forse è impossibile, sicuro instabile.

Queste erano le poche parole che man mano gli passavano per la testa, confidando a quel foglio i suoi segreti più profondi. E solo a lui li avrebbe confidati, perché semmai avesse raccontato a qualcuno come si sentiva a causa di quella ragazza dopo solo tre giorni, lo avrebbero preso per pazzo.

Vorrei parlarti ma non riesco mai a farlo, e rovinare tutto quello che è stato.

Ed era così che si sentiva in quel momento. Voleva parlarle, saperne di più su di lei. Ma non voleva farlo. Aveva creato il suo angolino in quel bar, stava fantasticando su un 'noi' e non poteva farglielo sapere. Il tempo avrebbe fatto il suo dovere. Ogni tanto scambiavano due parole e poteva andare bene così.

«Posso avere un'altra birra?» Chiese a Vanessa, sorridendole. Chiamava solo e sempre lei, era l'unica che lo faceva sentire normale. Mentre i suoi colleghi non facevano altro che urlare al suo arrivo. Lei non era così, arrivando addirittura a scusarsi per tutto ciò.

«Non starà bevendo un po' troppo oggi?» Fece un occhiolino la mora, regalandogli l'ennesimo sorriso.

«I miei amici tardano ad arrivare. Quindi in attesa...» Spiegò. Era tornato nella sua città già da una settimana, ma non lo aveva detto a nessuno. Odiava le facce che facevano i suoi genitori ogni volta che lui andava via, quindi si era nascosto inutilmente. Ma aveva deciso di uscire allo scoperto, era inutile comportarsi da bambino. Il tempo era poco e non gli bastava più. Doveva semplicemente viverselo senza più alcun timore.

«Adrià» Lo richiamò. Si sentiva di nuovo vivo quando aveva i suoi amici vicino. Si sentiva finalmente se stesso ed invincibile al loro fianco. «Dove sono gli altri?» Chiese notando il suo amico tutto solo.

«Sono ad una partita di calcetto. Ma stasera organizziamo e ci saranno anche loro.» Rise, per poi sedersi al tavolino. Si stava chiedendo da svariati minuti perché Niccolò avesse scelto quel bar, non lo conosceva nemmeno. «Hai detto di volermi parlare, sono tutto orecchie.» Ricordò. Gli era mancata quella sensazione di leggerezza. Bere insieme e parlare di loro.

«Credi ai colpi di fulmine?» Domandò. Gli sembrava una domanda alquanto stupida, ma aveva bisogno di sentirsi dire che non era un pazzo. «Non guardarmi a quel modo. Sapevo che mi avresti preso per uno stupido.» Confessò, passandosi nervosamente una mano fra i capelli. Era raro e alquanto difficile per lui esternare i suoi sentimenti, ma aveva bisogno di farlo una volta tanto.

«Chi è la fortunata?» Fece un occhiolino l'amico, guardandosi assiduamente intorno. Niccolò indicò la mora, e Adriano capii subito quale fosse la situazione. «Da quanto tempo la conosci? Avete mai parlato?» Domandò, cercando di capirci qualcosa di più.

«Sono appena quattro giorni che la conosco. Non so che mi prende, io non faccio altro che venire qui. Guarda» Mostrò ad Adriano dei fogli dove vi erano delle idee per le nuove canzoni. «Sto tornando a scrivere da quando la conosco. Mi ispira tanto, è sempre viva nei miei testi.» Confidò. Poi si passo le mani sul volto. Era confuso, non sapeva cosa fare. Si sentiva uno stupido senza coraggio. Ma Adriano ebbe un lampo di genio, doveva aiutarlo anche contro il suo volere.

«È una tua fan? Perché se così fosse non vedo dove sia il problema. Invitala stasera ed il gioco è fatto.» Consigliò. Provava tanta tenerezza a vedere il suo amico in difficoltà.

«Non sa nemmeno chi sono. Però la sua collega mi conosce.» Spiegò. Si sentiva così sciocco a comportarsi a quel modo, ma quella ragazza lo mandava in tilt. Non sapeva nulla di lei, ma la voleva. Voleva in qualche modo farglielo sapere, ma aveva paura di rovinare tutto quanto.

All'improvviso Vanessa e Stella uscirono dal bar. Avevano finito il loro turno, e la mora era su di giri. Finalmente aveva finito in orario senza coprire le tante ed ingiustificate assenze degli altri ragazzi.

«Ultimo» Richiamò la bionda. «Volevo solo una foto se non ti dispiace.» Domandò imbarazzata. In quei giorni non era riuscita a farne nemmeno una. Lavorava e non poteva farlo, il suo capo era piuttosto severo ed era stato molto chiaro al riguardo.

«Stella!» Urlò Vanessa, riprendendola. «Non è carino interrompere una conversazione.» Disse. In realtà non le importava che quel tipo fosse un personaggio pubblico, lei era del parere che comunque era un ragazzo normale prima di tutto, e doveva avere la sua privacy.

«Nessun problema. Al mio amico non dà assolutamente fastidio» S'intromise Adriano. La sua idea prevedeva tutto ciò, sperava che la bionda richiamasse Niccolò, così da invitarla fuori insieme alla sua amica. Se era una fan di ultimo, non poteva in alcun modo declinare l'invito. «Che ne dite di unirvi a noi questa sera?» Domandò senza porsi nessun tipo di problema. Le ragazze si guardandono un attimo, non riuscirono a capire il perché di quell'improvviso invito. Non si conoscevano neanche.

Niccolò voleva sprofondare dalla vergogna. Non le conosceva nemmeno, come poteva essere così sfrontato? Adriano in alcuni aspetti era tutto ciò che lui non riusciva ad essere. Si tranquillizzò in volto solo quando vide la bionda accettare immediatamente l'invito per poi scambiarsi il numero di cellulare col suo migliore amico. Vanessa sbuffò e tirò l'amica per un braccio, costringendola ad andare via da lì.

Ed io che invece vorrei solo averti più vicino, cascare nei tuoi occhi e poi vedere se cammino.

Gli risuonavano in testa le parole di quella canzone che stava scrivendo grazie a lei. Non avrebbe saputo mai quanto lo stava aiutando senza far niente, solo grazie alla sua presenza.

«Guarda e impara Niccolò. Era semplice» Rise Adriano, prendendosi gioco di lui. «Adesso va a farti bello, e togli quell'espressione da idiota che hai sul viso. Non mi meraviglierei se la ragazza scappasse a gambe levate.» Continuò a provocarlo e Niccolò sbuffò.

«Grazie sempre per il tuo sostegno.» Fece ironico, per poi sollevarsi dalla sedia. Lei era andata via, non c'era più alcun motivo che lo portasse a rimanere lì.

A volte le parole sono un inganno,
Sono i rimorsi di chi se n'è andato!

Spazio Autrice

Ciao a tutti! Ben ritrovati in questo nuovo capitolo 🤩

Niccolò è sempre più cotto della nostra Vanessa eh... Eppure la conosce appena. Credete anche voi ai colpi di fulmine? 💥

E intanto il nostro Adriano sfacciato come è, invita fuori le ragazze... Siete curiosi di sapere come andrà la serata? Non basta che aspettare il prossimo capitolo 🤩 che verrà pubblicato tra sabato e domenica.

Intanto oggi ho aggiornato con un giorno in anticipo, domani lavorerò tutto il giorno e non avrei avuto il tempo giusto da dedicare al capitolo. Un bacio e alla prossima 😘

Adriano

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