16-Non provare mai rancore

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“Fai buon viaggio e torna solo se hai un pretesto, gira il mondo, non importa in quanto tempo. Fai buon viaggio e non temere, sarò onesto. Sarò il vento che ti scrolla l'ansia di dosso.”


Erano passati in fretta tre giorni, e Niccolò e Vanessa non si erano più in alcun modo sentiti. Nessuno sapeva ciò che faceva l'altro, e preferivano non saperlo. Era ciò che avevano chiesto agli amici, far finta che nessuno dei due si fosse mai conosciuto.

Era alquanto ridicolo il modo in cui era già finita ancora prima di iniziare. E se Niccolò pensava a ciò che aveva dovuto passare quella notte a causa sua, iniziava a perdere in controllo. Non l'aveva mai fatto per nessuna ragazza in vita sua, passare un intera notte sotto casa con la speranza di vederla scendere. Aveva sopportato vento e pioggia, e aveva dovuto tenere il cuore a bada e rinchiuderlo in una gabbia per evitare che scappasse via.

Ci stava ancora male se ci pensava. Da quando aveva incrociato per la prima volta il suo sguardo, probabilmente s'era già innamorato. E l'amore non è un sentimento che puoi mettere a tacere, lui ti prende con violenza e ti trascina da chi gli pare. E così aveva fatto con lui, l'aveva portato di fronte ad un altro cuore che di lui non aveva avuto rispetto, di fronte a quel cuore che aveva finito per distruggerlo.

In quei tre giorni trascorsi, fra l'intenso lavoro e i mille impegni aveva trovato del tempo per scrivere una canzone. Una canzone che parlava di lei, di loro. E anche se fra i due c'era stato un silenzioso addio, lui quella canzone l'aveva chiamata: amati sempre.

Perché a prescindere da com'erano andate le cose, lui le chiedeva soltanto una cosa. Quella di amarsi sempre, prima di ogni cosa. Perché anche se aveva sbagliato, sapeva quanto fragile e quanta poca considerazione lei avesse di sé stessa. E quindi nonostante tutto, lei nel suo cuore continuava a camminare sempre.

Invece Adriano continuava a frequentare il bar di Vanessa. Tutto ciò al solo scopo di farla sentire in colpa ogni volta che lei incrociava i suoi occhi pieni di rabbia e delusione. Niccolò gli aveva chiesto esplicitamente di lasciar perdere, che le cose avrebbero preso il suo corso. Ma Adriano non la pensava così.

«È di nuovo qua, che faccia tosta. Gli ho chiesto esplicitamente di non farsi vedere mai più, e invece torna sempre.» Sbuffò Vanessa, mentre vide quest'ultimo accomodarsi ad un tavolino. I suoi occhi la guardavano e studiavano da cima a fondo, e questo la infastidiva parecchio. Ma sapeva e aveva capito come era fatto Adriano, sapeva che non avrebbe mai messo fine a quella storia finché non avrebbe deciso lui.

«Non sta dando alcun fastidio. Lascialo perdere. È ancora deluso, Vanessa. Non fargliene una colpa, sai quanto è prezioso per lui Niccolò.» Rispose Stella. Sapeva quanto Vanessa avesse sbagliato quel giorno, quando era venuta a conoscenza dell'accaduto fu la prima a rimproverarla e a darle della credulona. Non biasimava Adriano perché sapeva quanto tenesse al suo migliore amico, era lo stesso bene che provava lei per Vanessa. E non biasimava neanche Niccolò, perché anche lei era stata innamorata e sapeva quanto facesse male donare l'anima a chi un anima non c'è l'ha.

«Spegni questa tv.» Vanessa si agitò subito quando vide che in televisione stavano trasmettendo un video musicale di Ultimo. Ma per quanto cercava di non guardarlo, in un attimo si perse dentro a quello schermo. Erano giorni che non guardava più i suoi occhi, che non li incrociava più da nessuna parte. E adesso per lei guardarlo era veramente frustrante, pensava a quanto stupida era.

Abbi cura dei tuoi occhi oggi che è festa
Poi ritorna perché non posso farne senza

«Adoro questa canzone, chissà che starà facendo il nostro Niccolò, vero Vanessa?» Adriano si sollevò dalla sedia e si avvicinò al bancone. Soffriva molto quando non aveva il suo amico vicino, e anche se sarebbe andato via a prescindere da tutto, la sua frustrazione la stava sfogando su Vanessa perché sapeva che Niccolò, non sarebbe riuscito a dare il suo massimo con quei pensieri che gli ronzavano in testa a causa sua.

«Se sei così curioso chiamalo.» Disse semplicemente, odiava vedere il modo in cui lui si stava comportando da tre giorni.

Improvvisamente Stella afferrò Adriano per un braccio e lo portò via da quel bar. Rimase fuori con lui. Si guardarono negli occhi ma nessuno dei due parlò. Si era già intuito che Stella stesse per chiedere una tregua a quella battaglia insignificante. Tutto ciò che stava facendo non serviva a risolvere la situazione. Anzi, poteva solo peggiorla.

«Scusami se ti ho mandato via in modo così brusco, ti chiedo soltanto di mantenere un pizzico di lucidità.» Chiese, mentre continuava a fissarlo negli occhi. Adriano Sbuffò e si portò una mano sul volto, non sapeva che fare, si sentiva quasi uno stupido. Ma non sapeva dire no a quegli occhi. Semplicemente perché vedeva quanto Stella fosse adulta rispetto alla sua amica, non voleva mettete in mezzo gente che non c'entrava nulla.

«Mi dispiace ma non posso vedere come la sua vita continui tranquillamente, mentre quella di Niccolò è a pezzi. Lui si è affezionato veramente troppo a quella stupida, come fa a non rendersene conto?» Alzò un po' il tono della voce. Quello che gli faceva più rabbia era semplicemente questo. Probabilmente si sarebbe calmato se avesse sentito da parte sua magari delle misere scuse. Ma non aveva avuto il coraggio neanche di fare quello. Lo aveva tagliato via dalla sua vita senza alcuna spiegazione, senza tenere conto e rispetto dei sentimenti di Nic.

«Perché non è mai stata veramente innamorata, Adriano. E chi non ha mai amato, non può capire un cuore affranto.» Spiegò Stella. «Diamole il tempo necessario per metabolizzare il tutto. Vedrai che capirà e a tornare sarà lei. E se non lo farà, allora meglio per Niccolò. Meglio soffrire per una cosa mai nata, che per una nata e poi finita.» Disse, e poi accennò un debole sorriso. Adriano si avvicinò a lei, la guardò un istante e poi istintivamente la strinse fra le sue braccia. Non sapeva bene il perché lo avesse fatto, ma aveva apprezzato talmente tanto quelle parole che gli venne spontaneo.

«Scusami. Mi sono lasciato trascinare dall'istinto di protezione che ho verso Nic. Hai ragione tu, meglio lasciar perdere.» Si scusò, e poi allentò la presa e fece qualche passo indietro. Il volto di Stella stava quasi per prendere a fuoco, non si aspettava quel gesto. Era da tempo che un uomo non la stringeva così forte. «Va bene, vado via. Non hai più alcun motivo di preoccuparti.» Sorrise e poi si girò di spalle. Sollevò una mano per salutarla e andò via.

io non so se domani tornerai,
Però so che ho lasciato dentro lei solo un po' della mia amara incomprensione...
E forse anche un po' di risate col tuo odore.

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