19- Tanto saprei amarti pure come idea

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"Buongiorno mondo cosa vuoi che dica? Da te ho cercato sempre e solo fuga. A volte ascolto una foglia cadere, ed il cemento che la sa aspettare."

Continuava a mantenere lo sguardo fisso sul cellulare. Aveva fatto bene o aveva fatto male a mandare quel messaggio? Questa era l'unica domanda che continuava a farsi. Non si dava pace se pensava che per colpa sua aveva distrutto quel qualcosa che stava per nascere.

Non sapeva cosa sarebbe potuto essere. Ma interrompendo quel tentativo, non avrebbe mai potuto saperlo.

Teneva tanto a Niccolò. Forse anche più di quanto lei stessa potesse mai pensare. Solo che forse, il suo modo di volere bene era sbagliato. Non lo faceva in modo giusto. Ed in qualche modo, finiva per ferire le persone che aveva al suo fianco.

«Perché l'ho fatto?» Continuava a domandarsi, sotto lo sguardo interrogativo di chi stava al suo fianco. Ma i ragazzi decisero di non dire altro, era il suo dolore, doveva purtroppo conviverci oramai.

Il live era concluso, lei rimase in silenzio a fissare quel cellulare indecisa se accenderlo o meno. Aveva paura di una sua risposta, ma ancora di più aveva paura di non riceverne.

Adriano aveva intuito qualcosa, aveva immaginato che in qualche modo lei avesse fatto un passo avanti. Ma non sapeva fino a che punto le sarebbe convenuto. Niccolò era un tipo molto riflessivo, e difficilmente riusciva ad aprirsi dopo essere stato ferito. Anche se in minor parte, era stato veramente ferito.

La sua persona era stata messa in dubbio, non aveva avuto neanche modo di poter replicare, di poter mostrare la sua innocenza dinanzi a tutte quelle accuse ingiustificate. E cosa ancor più grave per lui, era che lei non lo aveva lasciato parlare.

 «D'accordo, lo accendo.» Sbottò Vanessa parlando fra sé e sé. Aveva deciso di accendere quel cellulare e vedere la sua risposta. Era inutile nascondersi, era inutile tornare indietro dopo aver fatto quel passo in avanti.

«Oh, la ragazza ha finalmente messo un po' di giudizio.» Rise Adriano, felice di vederle prendere una decisione. Vanessa gli lanciò un'occhiata e poi tornò seria a fissare quel cellulare che si stava accendendo. L'ansia di controllare la risposta di Niccolò era tantissima. Ma quel messaggio che lei aveva mandato era sincero, era stata guidata dal suo istinto. Niccolò le mancava davvero tanto, non poteva negarlo a se stessa oramai. Il sentimento per lui man mano stava crescendo, e forse era di questo che lei aveva paura. 

«Puoi cercare di essere serio una volta tanto?» Sbuffò Stella notando l'amica infastidita da quei commenti fuori luogo. «Si tratta pur sempre di una ragazza che sta soffrendo, potresti essere più comprensivo.» Continuò.

«E a Niccolò chi lo comprende? Non sta soffrendo forse anche lui?» Fece riflettere Adriano, che reputava la risposta di Stella priva di un senso. «Chissà perché quando si tratta di lei, ha sempre una giustificazione. Mentre in tutto questo tempo neanche tu hai cercato Nic. Non pensi che a soffrirne più di tutti è lui? E' stato accusato di fare il doppio gioco con Vanessa, e lei da stupida si è basata solo su ciò che le ha detto un'estranea.»  Ribattè. 

«Non sto giustificando nessuno! Penso solo che certi commenti inopportuni potresti tenerteli per te.» Si giustificò Stella. In realtà sapeva che Adriano aveva ragione, ma cercava di essere neutrale per non ferire la sua migliore amica. Pensava che stesse soffrendo già troppo e che non era il caso di ritornare sul discorso. Si era pentita, stava facendo un passo in avanti e non voleva scoraggiarla ulteriormente.

«Mi dispiace, ma non sto zitto. Io dirò sempre ciò che penso.» Disse Adriano alzandosi dal divano, mentre estrasse una sigaretta dal pacchetto ed iniziò a fumarla. La situazione lo stava infastidendo più del solito. «Ma certo, giustifichiamo la ragazza addolorata. Continua pure a fare l'egoista. Sinceramente ti reputavo più intelligente.» Confessò.

Voglio sentirti: dammi una risposta.  Che poi la sento e arriva dentro me.
Per te che vita io sto resistendo, perché non credo eppure Dio qui c'è.

«Ti rendi conto di cosa stai dicendo? Io non sarei una persona intelligente?» Urlò Stella infastidita, che si lasciò andare alle lacrime. Non sapeva neanche lei il motivo di quel pianto improvviso, ma le parole di Adriano dovevano averla ferita veramente. «Solo perché tutto deve essere come dici tu? Solo perché io difendo la mia migliore amica come fai tu con Niccolò? Sinceramente sono io quella che ti reputava una persona più matura. Invece sembri un bambino che fa i capricci e che bisogna sempre accontentarlo.» Si asciugò le lacrime dal viso, e andò via verso il bagno, infuriata. Probabilmente per sfogarsi senza gli occhi di nessuno addosso.

Adriano rimase in silenzio ed accusò il colpo. Nonostante pensava di avere ragione, di fronte alle lacrime di Stella si sentì impotente. Odiava che qualcuno dovesse versare lacrime a causa sua. Ma lui era fatto così, era una persona schietta e sincera, non sarebbe mai rimasto in silenzio di fronte a cose che reputava sbagliate ed ingiuste.

In quei momenti sappi sempre che l'estate arriverà, e se poi il caldo non si sente, è perché dentro ce l'hai già.

In quei momenti sappi sempre che l'estate arriverà, e se poi il caldo non si sente, è perché dentro ce l'hai già

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