7-Se ti perdi sei fregato

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"È colpa delle notti dove la calma in me non c'era. E per averti avevo i sogni,
e almeno lì sembravi vera"

Si era già fatta mattina. I due ancora dormivano beatamente, ignari di ciò che stava accadendo fuori la porta di casa. Infatti quest'ultimi, si svegliarono di soprassalto, infastiditi dal suono del campanello. Così si alzarono in fretta, sbattendosi contro.

«Ti odio, cazzo. Mi hai fatto malissimo.» Urlò Niccolò, toccandosi il piede. Si infastidiva parecchio quando qualcuno non aveva i modi e finiva per fargli del male. «Chi ti dà tutta questa energia la mattina? Hai i modi di un animale.» Continuò ancora ad urlargli contro, mentre con la mano continuava a massaggiarsi il piede.

«Tranquillo, stai bene. Il piede è ancora attaccato al tuo corpo.» Rise Adriano, sollevando gli occhi al cielo. Se c'era una cosa che lo infastidiva del suo amico, era la sua ipocondria. Aveva paura veramente di tutto, di ammalarsi, di farsi male. Tante volte, era costretto a farlo tranquillizzare per ore, per convincerlo di essere ancora in vita. «Hai finito di lamentarti? Qualcuno bussa alla tua porta.» Ricordò, mentre si passò nervosamente una mano sul viso. Quell'atteggiamento riusciva a mandarlo in bestia.

«Accidenti a te. Hai rischiato di farmi veramente male, poi come andavo in tour? Con le stampelle?» Sbuffò infastidito e si diresse immediatamente alla porta, non prima di sistemarsi qualche ciuffo ribelle che ricadeva leggermente sul viso.

«Ma guarda te cosa mi tocca sentire.» Continuò a lamentarsi sottovoce Adriano, mentre si accasciò sul divano. Odiava svegliarsi di prima mattina, non faceva altro che sbadigliare e maledire chiunque si trovasse fuori a quella porta. Chi stava bussando a quel modo? «Morriconi apri sta porta, se me alzo meno chiunque mi si trovi davanti!» Minacciò tra uno sbadiglio e l'altro.

«Sto qua» Disse, mente si decise ad aprire quella porta. Una chioma castana si palesò davanti ai suoi occhi, sfoggiando tutto il suo innato fascino. Ma non si trattava di Vanessa, e questo turbò parecchio Niccolò, odiava la figura che aveva di fronte. Improvvisamente anni di menzogne e di falsità tornarono a galla, tutte le bugie e le promesse infrante... Le ricordava tutte, una per una. E odiava quelle sensazioni che il passato gli faceva provare. Cosa ci faceva la sua ex, davanti la porta di casa sua? Perché bussava insistentemente a quell'ora del mattino? Non ci stava capendo più nulla, voleva solo chiuderle la porta in faccia mostrandogli tutta la sua indifferenza, ricordandogli della sua piccolezza. Pensava di stare sognando, ma purtroppo era tutto vero. «Giulia. Cosa ci fai qui?» Domandò con tutta la calma possibile, nonostante tutto, era pur sempre una persona pacata, finché poteva, cercava di non far uscire fuori il peggio di sé.

«Ho saputo che hai una nuova ragazza. Vedo che ci hai messo niente a sostituirmi.» Andò dritta al punto, entrando dentro casa. Salutò Adriano accennando un sorriso, e rimase lì in piedi vicino al tavolo, in attesa di una risposta.

«Ma quale ragazza? Su, smettila di credere a tutto quello che circola sul web.» Rispose sbuffando, mentre prese posto sul divano di fianco al suo amico. Pregava affinché lei andasse via presto, compariva dinanzi a lui ogni qualvolta volesse, e questo lo irritava parecchio. Fra loro era finita, perché non accettarlo? «Almeno siediti. A furia di girare intorno al tavolo mi stai facendo venire un gran mal di testa.» Disse spazientito. Odiava quel suo modo di fare, si sentiva sotto interrogazione ogni qualvolta facesse qualcosa. Se glielo permetteva era perché era fin troppo gentile, ma prima o poi si sarebbe stancato di quella presenza così asfissiante.

«Giulia, quanto durerà l'interrogazione quest'oggi?» Si prese gioco di lei Adriano, provocando una piccola risata a Niccolò, che per evitare qualsiasi discorso, cercò di nasconderla con un pugno. «Chissà perché ogni tua ex torna sempre sui suoi passi. Forse il successo le acceca» Continuò tranquillamente, mentre si sollevò dal divano e indifferentemente iniziò a girare nella stanza in cerca del suo cellulare che iniziò a squillare.

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