9-La paura che insiste

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“E non c'è un posto per te e non c'è un posto per noi. Dimmi che aspetti la vita che io stesso vorrei. E non c'è un posto lo sai, resta un momento se vuoi. Svuota il destino come un giorno che non tornerà mai.”

Era arrivato il tanto atteso sabato. E Niccolò era gasato all'idea di poter passare due giorni con Vanessa. Così felice che si era presentato sotto casa con mezz'ora di anticipo, sotto lo sguardo di un Adriano scontento per tutto ciò. Vedeva immagini del suo letto ovunque, il cuscino lo invitava a dormire. Ma succedeva sempre così con Niccolò, se lo trascinava ovunque senza dargli attimi di tregua.

Era passato già del tempo, e stavano ancora aspettando le ragazze. Niccolò era stranamente tranquillo, aveva gli occhi fissi a quella finestra, immaginando la ragazza dentro casa, nella sua quotidianità. E cosa strana, la immaginava al naturale, con i capelli appuntati con una codina ed il pigiama. Era così che la pensava. Amava la donna struccata, al naturale. Per lui non esisteva cosa migliore della semplicità, odiava i volti ricoperti di trucco, nascondevano i veri visi.

Ma Adriano non la pensava allo stesso modo. Fissava quella finestra, e l'unica cosa che voleva fare era lanciarle contro dei sassi, con la speranza di farle velocizzare. Non era molto paziente, odiava aspettare.

«Sono venti minuti che le stiamo aspettando, tipico delle donne. Come se stessero andando a sfilare sul Red Carpet.» Sbuffò, mentre guardava con sguardo esausto il suo amico.

«Adrià, possibile mai che hai sempre da ridire su tutto?» Si lamentò Niccolò, e poi gli diete un pizzicotto sul braccio, cosa che Adriano odiava. Così gli lanciò l'ennesima occhiata, poi si voltò altrove. Aveva iniziato a sbattere i piedi insistentemente, cielo quanto odiava l'attesa.

«Principe, la tua principessa sta tardando e tu stai già andando in ansia? Vuoi che ti misuri la pressione?» Iniziò a ridere Adriano, che non perdeva mai occasione per prendersi gioco di lui. Sapeva già quanto agitato fosse il suo amico, e lui non faceva altro che peggiorare quella situazione. Perché Niccolò era una persone paranoica, magari nella sua testa stava già immaginando la sua amata mentre si affacciava al balcone in attesta del suo Romeo.

«Meglio che me sto zitto.» Disse semplicemente, e poi il rumore di un cancello aprirsi. Ed eccola lì, di fronte a lui, in pantaloncini e t-shirt, priva di trucco. Come piaceva a lui. Aveva quel viso così dolce, così puro, come quello dei bambini. Ed era una caratteristica che adorava di lei. «Buongiorno ragazze. Dormito bene?» Domandò, con lo sguardo sempre fisso su di lei. Se solo lei se ne fosse resa conto del modo in cui lui la guardava, la stava già amando in silenzio.

I loro occhi si scontrarono per qualche frazione di secondo, e il mondo attorno a loro non esisteva più. C'erano solo loro, illuminati dalla luce del sole che minacciava di accecarli, ma non gli diedero peso. Lui aveva davanti a sé la più bella delle creature, la ragazza più semplice ed innocente che avesse mai conosciuto.

In ogni gesto, in ogni suo movimento... Leggeva tanta insicurezza, tanta paura di stargli vicino. E non riusciva a capire se quella fosse una cosa positiva per lui, o se a causa sua la ragazza era costretta a rinchiudersi nella sua corazza di ferro, che negli anni, aveva costruito per bene.

Lui voleva prendere quelle paure e farle sue. Voleva stringerla forte nel suo petto, rassicurarla e dirgli che andava tutto bene. Che di lui doveva soltanto fidarsi, che non c'era d'avere paura. Che di lui poteva fidarsi, perché anche se il loro rapporto era una cosa nata per caso, anche se non avevano costruito nulla di concreto insieme, lui l'avrebbe protetta sempre.

«Smetti di fare ste domande stupide.» Si lamentò Adriano, guardando l'amico, costringendoli adesso a distogliere lo sguardo. Lo stava quasi maledicendo per aver interrotto quel momento tutto loro, dove i loro occhi si stavano spogliando, e stavano rivelando le parti più nascoste di sé. «Mademoiselle, posso sapere perché ogni volta le donne ci mettano tanto a prepararsi?» Disse adesso serio, voltandosi verso le due ragazze presenti. Si guardarono fra di loro, quasi ridendo per la domanda posta.

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