13-Stupida fragilità

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“Ho paura di parlarti mentre il mondo dorme, mentre la luna si alza ed il cielo l'accoglie. Ho paura perché sbaglio sempre le parole, sono un bambino che si è perso e non saprà mai dove.”

Erano riusciti a convincere Vanessa di riposare qualche ora, ma non contenta ed ancora assonnata, aveva dormito per tutto il tragitto in macchina.

Niccolò non le disse nulla, non le chiese assolutamente niente su quanto era accaduto poche ore prima. Voleva evitare di creare tra i due ulteriore imbarazzo, sapeva quanto Vanessa tendeva a scappare da situazioni come quelle. Così arrivò sotto casa sua, Vanessa si tolse la cinta e ancora assonnata si voltò a guardarlo. Poi senza dire nulla, fece un piccolo sorriso e scese dalla macchina.

Niccolò sospirò, sollevò una mano salutandola e fece strada verso casa. Ogni parola in quel momento sarebbe stata di troppo, la ragazza era già troppo in imbarazzo per quello che era successo.

«Ciao, sei tu Vanessa?» Una figura si avvicinò sempre più a lei a passi decisi. La mora non riusciva a capire chi fosse la ragazza, era ancora sotto effetto dell'alcool, la testa continuava a girarle in maniera anormale.

«Ciao, sì. Sono io. Ci conosciamo?» Domandò. Non aveva mai visto quella ragazza prima d'ora, si stava chiedendo per quale motivo la stesse cercando. Poi le vide fare un piccolo sorriso, e la sua testa andò ancora di più in tilt. Cosa aveva da ridere? E sopratutto, cosa voleva da lei?

«In realtà no, io ti conosco per via delle foto che circolavano di te e Niccolò. Ho visto che la tua amica ti difendeva tra i commenti, e tramite lei sono risalita a te.» Spiegò la ragazza, che a passi sicuri si avvicinò sempre più a Vanessa. Doveva essere una stalker psicopatica, pensava, se aveva fatto tutto ciò per risalire a lei. E poi, a quale scopo?

«Ah, capisco.» Disse semplicemente, con un velo di preoccupazione. Questa situazione le stava facendo venire l'ansia, per quale motivo un estrania aveva fatto così tanto per trovarla? «E perché mi stai cercando? Sei una fan di Ultimo?» Domandò, cercando di mantenere un respiro regolare. Era la cosa più ovvia. E forse un po' si aspettava che prima o poi sarebbe accaduta qualcosa del genere, Niccolò era un personaggio pubblico e non tutte le fan erano in grado di essere felici per lui e per la sua vita. Alcune davano il tormento alle donne della sua vita, purtroppo. E quindi, sapeva già che sarebbe arrivato quel giorno.

«No, in realtà sono la donna che ama, mi chiamo Giulia. Voglio sapere cosa c'è fra voi due.» Giulia si presentò, allungandole una mano. Ma quando vide Vanessa ritirarsi indietro delusa, rise ancora e prese poco dopo parola. «Rilassati, voglio solo avvisarti. Niccolò ama me, ti sta usando solo per farmi ingelosire, non accetta la rottura del nostro rapporto. Fai attenzione, perché ti vuole illudere per poi trarti in inganno. Quando avrà finito di giocare ti lascerà senza nemmeno un preavviso, ti farà soffrire. Perché è questo che lui fa, sa essere molto pericoloso se vuole.» Mentì. E chi non accettava la rottura del loro rapporto era proprio lei, ma non lo avrebbe mai detto, mai ammesso. Voleva rovinargli la vita, non accettava la sua felicità senza di lei. E ancora di più odiava quella donna che sempre più si stava facendo spazio nel cuore del suo Niccolò.

«Io non...» Le parole le si fermarono alla gola. Non poteva credere a ciò che aveva appena sentito. Dopo quello che c'era stato, come poteva Niccolò approfittare di lei e della sua debolezza? Le lacrime minacciavano di fuoriuscire, ma non avrebbe dato la soddisfazione alla ragazza che aveva di fronte. Non si sarebbe dichiarata sconfitta dinanzi a lei. «Fra me e Niccolò non c'è niente, puoi stare tranquilla. È tutto tuo.» Tranquillizzò con l'amaro nel cuore. Proprio adesso che aveva finalmente deciso di donare il suo cuore ad un uomo, proprio adesso doveva succedere tutto questo?

«Tesoro, non mi preoccupa questo. Mi interessa soltanto che per colpa sua non soffra più nessuna. Era così prima di diventare famoso, adesso è anche peggio.» Era riuscita a confonderle le idee, stava giocando sporco e stava anche vincendo.

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