POV:MIRIAM
È passata all'incirca una settimana da quell'incontro e di lui manco più una sola traccia.
Sto cercando di spensierarmi un pó per non starci tanto male ma invano; sono fatta così e aggiungerei 'purtroppo'. Sono credulona e abbastanza illusiva.
Fa male perché pensavo che tutti quei gesti erano collegati fra loro e che significassero qualcosa, evidentemente mi sbagliavo.
...
-"Mi scusi, potrei rubarle un momento?" - chiesi al mio capo.
-"Sì, dimmi pure."-
-"Ho ricevuto una chiamata da una mia cara professoressa della scuola, chiedo, se è possibile, lasciare il lavoro prima che termini il mio turno perché ha bisogno del mio aiuto per una mostra al museo essendo che ho studiato nel settore del turismo." -
-"Va bene, ma solo per questa volta, chiamo la tua collega per cambiare il turno e domani puntuale a lavoro mi raccomando signorina. È da una settimana che stai facendo come minimo mezz'ora di ritardo e ti vedo parecchio distratta, è successo qualcosa che la turba in questo momento? Riguarda il lavoro? "-
-" No no, assolutamente, non c'entra nulla il lavoro. Cercherò di rimediare, mi scusi e grazie per la comprensione. "-
Ci mancava solo questa! Devo imparare a controllarmi, non posso continuare così, rischierei di perdere il lavoro.
...
Ore 19.30
Luogo: 'Museo Storico'
Amo i tacchi a spillo ma sono troppo scomodi per stare in piedi per ore davanti a un quadro, per me insensato, cercando di spiegarne alla gente quel poco di significato che ha, per non parlare di questo tailleur nero che indosso.Troppo stretta la gonna e a tratti, mentre cammino si alza leggermente e la gente mi guarda stranita mentre cerco di abbassarla camminando come un pinguino in piena sala; la giacca invece non l'ho proprio messa perché fa veramente troppo caldo e i condizionatori non sono di aiuto essendo vecchi quanto questo quadro.
L'unico indumento fresco e leggero è solo la camicia bianca che ho dentro la gonna, mi fa sentire a mio agio. Mi sento abbastanza elegante (cosa che non fa proprio parte di me) , soprattutto con i miei capelli lunghi, mori e mossi, sciolti lungo la mia schiena e con trucco e accessori delicati.
La sala inizia a riempirsi e quel poco di arietta fresca che passava ora non si sente più. C'è mezzo paese e ci sono molti turisti, vedo che avanzano verso il quadro scattando foto e commentando come se fosse un sogno ma io continuo a non trovarne il senso.
Mi prendo una pausa e vedo tutti che iniziano ad applaudire all'ingresso nella sala del sindaco.
Ma ahimè non è solo.
Vedo dietro del sindaco un uomo alto, moro, in divisa.
A quella vista quel poco di acqua che avevo in bocca per rinfrescarmi la gola secca, stava per fuoriuscire facendomi tossire involontariamente.
Come non riconoscere il suo fascino? Indescrivibile, lo riconoscerei tra mille.
Provo nuovamente quelle forti emozioni solamente guardandolo e tutti i ricordi mi tornano alla mente.Non so come comportarmi, sono sola e non posso lasciare la sala prima che finisca la mostra. L'unica cosa da fare è quella di evitarlo, devo cercare di non guardarlo, far finta di non averlo visto e continuare a fare quello che stavo facendo.
Il sindaco inizia a fare uno dei suoi discorsi noiosi con il maresciallo al suo fianco. Cerco di non guardarlo ma l'attrazione è più forte di me, ringrazio che almeno non si sia accorto di me e dei miei occhi puntati su di lui.
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Uno Sguardo
Romance⚠️AVVISO: LA STORIA È COMPLETATA E CONCLUSA, SOLO CHE NON SO PER QUALE MOTIVO, NON MI FA METTERE LA SCRITTA "COMPLETATA". ⚠️ L'amore vero arriva quando meno te l'aspetti. Non puoi forzare una cosa o una relazione che non va, bisogna solo aspettare...