Capitolo 9.

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Cos'è quella strana sensazione o meglio, quel vuoto che sentiamo dentro noi quando qualcosa non va come avremmo sperato? Non sono in grado di saperlo spiegare a parole ma so cosa ci si prova.
Perché questo ragazzo mi fa questo effetto? Che ha di particolare? Nulla, nonché i suoi occhi, scuri come la pece, che mi incantano ogni qual volta che mi ritrovo a guardarli e non so neppure io come. Forse la cosa che mi fa soffrire maggiormente è il fatto di essermi illusa, magari anche le sue attenzioni nei miei confronti, non ne sono più sicura, ma so per certo che ha la capacità di farmi toccare il cielo con un dito e nel giro di mezzo secondo invece, mi ritrovo in terra.
Continuo ad incolparmi senza sosta.
Perché mi illudo facilmente? Magari la gente si approfitta di questo mio difetto perché sì, lo considero come un difetto. Beh, so solo che sono stanca, tanto. È già la seconda volta che mi sento così a causa sua, ma perché? Malapena ci siamo scambiati due parole e quasi un appuntamento ma no, non ha funzionato, evidentemente doveva andare così.
Mi stava usando per il caso ed io ci sono cascata in pieno.
Sono passati tre giorni e lui? È qui? No, io non lo vedo. La sua assenza è la conferma alle mie domande ed ai miei dubbi.
Ho trascurato Feven, Mari e il mio povero Marco che si è sempre fidato di me per qualsiasi cosa. Ho bisogno di loro più di ogni altra cosa, a questo servono gli amici, capiranno la mia situazione e la mia assenza, sono abbastanza comprensivi.
Avendo avuto il pomeriggio libero, organizzai un'uscita di tutti e quattro per prenderci un caffè e fare una chiacchierata, fortuna che non mi abbandonano mai, devo tanto a loro!
...
-"Allora, che mi raccontate? È da un pó che non ci vediamo." - disse entusiasta Feven.
-"Il solito." - disse Marco.
-"Tu?"- continuo io.
-"Beh ragazzuoli, io vi devo aggiornare parecchio su Lorenzo ma lasciando stare i dettagli...finalmente stiamo insieme!" - disse Feven quasi urlando.
-"Beh era palese ormai, si vedeva che vi volevate, sono molto felice per te."- dissi sorridendo.
-"Eh già."- continuarono gli altri due in coro.
-"Io invece mi sto frequentando con...rullo di tamburi...LUCA."- disse urlando Mari.
-"COSA? Da quando? E perché io non ne sapevo nulla? Cioè lo vedo praticamente ogni giorno a Luca." - dissi confusa realizzando ciò che ebbi appena udito.
-"Gli ho detto io di non dirti nulla, avrei preferito dirtelo io. Ci siamo scambiati i numeri alla festa di inaugurazione prima di tutto quel casino, speriamo bene dai, mi piace molto."-
-"Conoscendo Luca posso dirti che è abbastanza donnaiolo quindi fa attenzione se davvero ti interessa."-
-"Certo tranquilla."- concluse Mari.
Dopo un silenzio imbarazzante, vedo i loro occhi puntati su di me e sul mio silenzio tombale.
-"Occhi infossati, capelli non curati, vestiti per andare a zappare la terra, poco trucco, silenzio tombale. Ok, che devi dirci?" -
Mari mi conosce troppo bene, in fin dei conti siamo cugine, quasi sorelle, capisce quando c'è qualcosa che non va, sono una ragazza trasparente, non riesco a mentire.
-"Beh, la storia è parecchio lunga, ma non so come uscirne fuori, sono nel bel mezzo di un labirinto e non riesco a trovare la via d'uscita, non so neppure io cosa fare." -
-"Sì, ok, non ho capito una ceppa di quello che hai detto se non uscita e labirinto, ci dici chiaramente che ti è successo senza troppi giri di parole? Grazie." - disse sbuffando Feven.
-"Non ve l'ho detto da subito perché volevo che la cosa fosse definivitiva, ma non è andata come speravo.
Tutto è iniziato da quella maledetta (?) festa in spiaggia. Beh, quella sera ero mezza sbronza, avevo incontrato Stefano ed era da un pó che cercavo Feven in mezzo alla folla ma il caos, la musica alta e quell'incontro inaspettato con il mio ex, mi hanno portato a scontrarmi contro un ragazzo che ad oggi mi sento di dire che mai avrei voluto scontrarmi con esso. Dopo aver lasciato la festa senza saper nulla di lui; lo rividi dopo un paio di settimane alla festa dell'inaugurazione del lido, o meglio, dopo tutto quel caos, e lo vidi in divisa.
Ebbene sì, scoprii che era un carabiniere.
Dopo diversi giorni, vengo mandata in caserma per consegnare un ordine(per modo di dire mandata perché mi ero autoproposta per andarci) e, manco a farlo apposta, l'ordine era il suo. In un nano secondo mi ritrovai nel suo ufficio, chiese di me ma una sua domanda mi fece crollare tutto ciò che avevo costruito nella mia testa. Pensai di iniziare a mollare la presa ma ecco che me lo ritrovai davanti a me il giorno della mostra e mi chiese di uscire insieme il sabato che sarebbe venuto, ovvio che accettai. Due giorni dopo vengo nuovamente mandata in caserma per un suo ordine e, all'arrivo di una donna alta e bionda, una dottoressa, credo si chiamasse Anna Ricci, lo vidi un pó nervoso. Ci presentammo e lei pensò fossi io la sua fidanzata, come definita da lei "la famosa fidanzata del maresciallo Ferraro che lo sta facendo distrarre dal lavoro da giorni". Lui ovviamente negò e per giustificarsi mi definì come una"conoscente" ed è qui che mi sentii un oggetto usa e getta, inutile e usata. Pensai mi stesse usando, quindi, solo per il caso del lido.
Sono confusa, non so neppure io cosa voglio ad oggi. Non so cosa pensare ma soprattutto non so come comportarmi con lui. Ogni suo gesto, ogni suo sguardo, mi fa sentire in cielo, non riuscirei a fare a meno di lui. Non riesco a spiegare questo forte sentimento che provo nei suoi confronti, non mi succede una cosa simile dopo Stefano, anzi, sono consapevole del fatto che stavolta è più forte, lo sento. Cosa ne sarà di lui? Di noi? Dell'appuntamento? Aiutatemi davvero, non so cosa fare."-
-"Beh, sai che io ti supporto sempre su tutto, ma stavolta mi sento di dire che hai un tantino esagerato, nel senso, mi spiego meglio, magari è stato tutto frutto della tua immaginazione, forse questo non si manco reso conto della tua esistenza o forse sì, ma non ci ha fatto tanto caso altrimenti non ti avrebbe nominata "conoscente", hai ragione tu, si sarà interessato a te solamente per il caso al lido. Io lo dico per te, ci soffri, so come sei fatta. Secondo me sei diventata così fragile dopo Stefano, sei in una totale confusione che non sai neppure tu cosa va e cosa no, io la penso così."-
Feven è sempre stata realista ma a volte pessimista nelle cose e l'ho sempre stimata per questo lato del suo carattere ma a queste parole mi sentii come un colpo dritto nello stomaco. Sapevo che aveva ragione, per questo avrei preferito sentire tutto ma non questo.
-"Ma che dici? Porti solo pessimismo. Miri, amore, da cugina mi sento di dirti di continuare questa conoscenza con questo ragazzo. È palese che è interessato a te. Poi gli uomini in divisa hanno un certo fascino che non ti dico, quindi perché mai fartelo scappare? Ma vi immaginate al matrimonio? Tutti con l'uniforme ufficiale ahahah già immagino. Oh mi raccomando non farlo in estate il matrimonio, altrimenti li fai morire dal caldo con quelle divise."- disse entusiasta Mari.
Mari, al contrario di Feven, è stata sempre ottimista nelle cose, forse fin troppo...
-"Sì va beh, auguri e figli maschi! Ma in che mondo vivi? Bisogna guardare in faccia la realtà Mari, non bisogna sempre fantasticare nelle cose."- continuò Feven.
-"Tu hai dato la tua opinione, io ho dato la mia. Quindi shh..."-
Sono sempre state cane e gatto sulle diverse opinioni o gusti e infatti finiscono sempre per discutere su ogni cosa quindi faccio finta di aver messo i tappi alle orecchie e torno a chiudermi nel mio silenzio finché mi sento prendere la mano da Marco.
-"Ehi. È un momento tanto difficile quanto complicato lo so, ci sono passato anch'io. Ma la vita va avanti, basta stare qui a rimpiangere il passato oppure a soffermarsi sui gesti o sulle parole. Se veramente ti piace, va da lui e digli le cose come stanno ma soprattutto che pretendi spiegazioni. Non puoi startene ferma qui senza aver mosso un dito, come vuoi che si risolvano le cose se non si affrontano? Un rimpianto è più brutto di un gesto compiuto ma finito male, almeno hai la consapevolezza di aver reagito invece di non aver mai preso in mano la situazione. L'interesse c'è fidati, e non è l'interesse del lido, ma l'interesse per la tua persona e per il tuo cuore. La cosa è reciproca, io sapevo già tutto o almeno, avevo intuito qualcosa già dalla festa del lido. Appena nominammo la parola "carabinieri" ti si illuminarono gli occhi e diventasti d'un tratto nervosa. Ti conosco amica mia. Adesso tu vai da lui e vedi di risolvere questa faccenda faccia a faccia, una volta risolto, andiamo a comprare insieme il vestito da mettere per sabato sera, devi spaccare. Io faccio da testimone al matrimonio ti avviso eh!
Se malgrado dovesse andare diversamente, morto un papa se ne fa un altro giusto? Evidentemente non era quello giusto. Comunque sia, io sono sempre qui per te."-
-"Se non fossi stato gay a quest'ora eravamo sposati Marco."-dissi in una risata che poi Marco ricambiò.
-"Grazie Marco, grazie davvero. Sei sincero e buono. Un vero amico. Grazie."-
-"È un dovere il mio. Adesso alzati da questa sedia di plastica e va da lui, pago io il conto, sperando che queste due la smettano di litigare entro stasera."-
-"Ahahahah vero."- conclusi alzandomi dalla sedia e salutando il mio caro amico.
-"Salutamele da parte mia poi."-
-"Se ne uscirò vivo volent..."-
Non so per quale motivo all'improvviso le parole di Marco si spezzarono guardando dritto dietro me qualcosa o qualcuno. Mi voltai lentamente curiosa continuando a guardare Marco.
E come in un sogno, eccolo lì, dietro di me.
Sobbalzai un pó alla sua vista mentre lui sorrise leggermente. Mi schiarii un pó la voce e cercai di trattenere l'ansia che stava invadendo dentro me. Nessuno dei due parlava fin quando non diedi io la prima parola mantenendo la mia postura fredda e tutta d'un pezzo.
-"Che ci fai qui?" -
Vedendo gli occhi dei miei amici puntati addosso e sentendosi in imbarazzo rispose leggermente a bassa voce:
-"Ne potremmo parlare fuori, mi sentirei più a mio agio."-
Gli faccio strada mentre dietro noi sento le voci di Mari e Feven bisbigliare e quella di Marco dire "mamma che fregno oh, bei gusti la ragazza" mentre lui ridacchiò.
Una volta usciti fuori gli riproposi la domanda di prima e la sua risposta fu:
-"Vorrei tu accettassi le mie scuse per l'accaduto dell'altra volta nel mio ufficio"- disse mentre prendeva dalla sua auto un mazzo di rose rosse e porgendole a me.
Le afferrai imbarazzata e risposi da orgogliosa:
-"Grazie ma non dovevi. Non mi sono arrabbiata, in fin dei conti hai detto la verità, sono solo una tua "conoscente" giusto?"
-" So di aver sbagliato davvero, e me ne pento amaramente. Ero preso dal nervoso, non avrei voluto definirti come una mia "conoscente". Non sono questo io e tu non sei di certo una semplice conoscenza per me, sei molto di più...
Quindi sono qua a farti le mie scuse sperando tu possa accettarle."-
A queste parole il mio cuore perse un battito. Tutti i dubbi volarono via con il vento leggero che ci spettinava i capelli dolcemente. Aveva ragione Marco, è davvero interessato a me e solo adesso me ne rendo conto.
Sorrido imbarazzata e lui se ne accorge aggiungendo:
-"Questo sorrisetto per me equivale ad un sì, quindi è ancora valido l'appuntamento per sabato sera?" -
Imbarazzata risposi:
-"Sai qual è la differenza tra me e te? È che tu non dai tanto peso alle cose. I problemi un attimo ci sono e l'attimo dopo non ci sono più, mentre io sto li a pensare minuti o addirittura giorni a cosa è meglio fare o no per me."-
-"Posso sembrare così ma ti assicuro che anche io sono un tipo che riflette molto sulle cose. A me i problemi piace affrontarli faccia a faccia a maggior ragione quando c'è di mezzo un mio interesse. Sai invece qual è la differenza tra me e te? Che tu invece hai timore nelle cose, tanto timore rischiando così di perdere ciò che ti appartiene, io invece le cose che voglio non lascio che mi scivolino via dalle mani come l'olio. Se desidero qualcosa, dev'essere mia."-
Arrossii a queste parole e non fui in grado di rispondere, così il mio silenzio concluse la nostra discussione.
-" Ci vediamo sabato principessa."- aggiunse per poi andarsene via con la sua auto.
Dopo un paio di minuti vedo uscire i miei amici dal bar, dove assistirono a tutto.
-"Allora com'è andata? Mamma che ansia. E sti fiori? Che profumo Madonna."- disse Mari tirando a sé le rose rosse.
-"Falla parlare e stai un pó zitta."- aggiunse Feven.
-"Eh parlaaa!" - urlò un pó Marco vedendo che stavo muta da diversi minuti.
-"Beh...ecco...mi ha detto di...vederci sabato per l'appuntamento."-
...

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