Capitolo 11.

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Il mio viso tra le sue mani, i capelli spostati all'indietro, i miei occhi sprofondati nell'immensità dei suoi dove cercano di risalire dal profondo ma che non trovano superficie.

Qualsiasi persona esterna penserà sia la solita cosa patetica da un romanzo d'amore ma credo che se non si prova a pelle, è un qualcosa che non si può capire o percepire solamente con le parole.

È qualcosa che neppure io riesco a descrivere, è qualcosa di unico.
Sembra la prima volta di tutto, il primo appuntamento, il primo bacio, il primo ragazzo,... Eppure, anche se non lo è, è come se lo fosse, è tutto così nuovo...
È diverso ma è meglio, ma soprattutto è vero...

...

Continuiamo a guardarci dritti negli occhi in silenzio, quel silenzio a volte fastidioso ma che vale più di mille parole.

Lui disse a me che uno non si può mai stancar di me, ma io direi la stessa cosa a lui. Fin dal principio fui prigioniera dei suoi occhi, del suo sguardo ma di lui ho conosciuto qualcosa in più della profondità dei suoi occhi.

È vero, è solo l'inizio, non so ancora niente di lui e della sua persona ma quello che conta in una vera conoscenza sono i gesti, ecco... sono loro che ti fanno capire almeno un pó, della persona che hai accanto e con cui hai a che fare. Non sono le rose, non è l'appuntamento al porto, non sono le belle parole e tanto o meno il bacio, ma lui... Andrea.

...

Quando finalmente realizzo il tutto, torno ad udire quella musica dolce e rilassante in sottofondo.

E così, senza dire una sola parola, mi tiene stretta la mano e ci incamminiamo verso l'auto. Una volta entrati mi sorride di sfuggita e noto per la prima volta la sua timidezza negli occhi.

-"Se sei stanca ti accompagno a casa, altrimenti avrei in serbo ancora una cosa per te e per concludere al meglio questa serata magnifica."-

-"Ma Andrea, hai già fatto abbastanza, non so come ringraziarti davvero."-

-"Non ci devi nemmeno pensare, se ho fatto tutto questo, anche se è poco, l'ho fatto solo e unicamente per te. Volevo vedere il tuo sorriso farsi spazio tra le tue guance solamente guardando il posto dove decisi di fare l'appuntamento. Volevo sorprenderti e al meglio, perciò pensai di portarti in un posto, non molto lontano da qui, per farti vedere un qualcosa di meraviglioso e che difficilmente ti dimenticherai."-

-"Come posso dimenticarmi di tutto questo Andrea?" - domando guardandolo dritto negli occhi.

Lui mi afferra il viso dolcemente e con tristezza nella sua voce aggiunge:

-"È la mia paura più grande."-

-"Quella che io mi dimenticherò di tutto ciò che hai fatto per me?" -

-"No, quella che tu ti dimenticherai di me."-

-"E perché mai dovrei dimenticarmi di te?" -

Udendo questa mia domanda, ingoia rumorosamente rispondendo:

-"Perché la vita può essere imprevedibile sempre in qualsiasi momento o situazione che sia, non sappiamo nulla del futuro e quindi..."-

Non gli faccio finire la frase che lo interrompo subito dicendo:

-"E quindi godiamoci il presente, progettando insieme il futuro! E ricordati che io non potrò mai, e dico mai, dimenticarmi di te. " -

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