Capitolo 5.

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Ho notato che la vita può essere sempre imprevedibile in qualsiasi momento o situazione, bella o brutta che sia.

Ogni estate faccio sempre viaggi in giro per l'Italia o con la mia famiglia o con i miei amici, amo viaggiare, ciò spiega la mia scelta per la scuola del turismo ma, come avrete visto, quest'anno ho pensato di trascorrere un'estate diversa dal solito e quindi di passarla qui, nella mia amata Calabria, lavorando e quando si poteva, prendendomi il sole e godendomi il bellissimo mare della costa ionica, rilassandomi per aver finalmente terminato i miei anni di scuola con un diploma di turismo in mano.

Solo che tutto questo non era progettato, non faceva parte dei miei sogni o della mia estate del 2020 che mi ero organizzata in testa da mesi.

Lui non faceva parte di tutto questo.

È arrivato all'improvviso, tutto d'un tratto, senza avvisare.
Adesso però sono qui.
Qui davanti a lui, nel suo ufficio.
Nell'ufficio di quel famoso ragazzo misterioso moro, occhi scuri, che vive dentro me da quella maledetta festa in spiaggia.

Sono qui, a fissarlo, incredula, con un vassoio in mano, immobile come un sasso, non avendo la capacità manco di batter ciglio.
Persino la morte mi è passata davanti salutandomi e augurandomi di riprender fiato prima che sia troppo tardi.

...

Vedo finalmente lui che alza la testa, accorgendosi dell'essere immobile di fronte che lo sta osservando da un paio di secondi.

Come si incrociano i nostri sguardi sento una forte scossa dentro me accompagnata da brividi che solleticano il mio corpo.
Vedo che anch'egli rimase sorpreso dalla figura che ha di fronte a sé facendo così staccare lentamente la penna che aveva tra le sue labbra carnose e rosee per farla poi scivolare lungo le mani fino a scontrarsi contro la scrivania.

Dopo un paio di secondi, fu lui il primo a rompere il silenzio con un leggero colpo di tosse forzata e, abbassando gli occhi, prendendo la penna caduta sulla sua scrivania, con la sua voce profonda dice solamente:

-"Prego li appoggi qui." - indicando l'unico spazio presente sulla scrivania.

Faccio ciò che dice continuando a guardarlo come una pervertita.
Vedendo poi che avevo poggiato il vassoio, torna nuovamente a guardami e, non riuscendo a mantenere più il contatto visivo per l'imbarazzo, mi volto e mi dirigo verso la porta ma la mia via di fuga viene interrotta dalla sua voce che dice:

-"Signorina i soldi!" -

I soldi Miriam! I soldi!

Come ho potuto dimenticare i soldi?
1°figura di cacca fatta!
Mi volto lentamente tutta rossa e bollente dalla vergogna, così rossa che il colorito dei pomodori può solo invidiare.

Vedo che nelle sue labbra si forma un arco che fa spazio lungo le sue guance e vedo il suo meraviglioso sorriso. Mi porge con braccio e mano sinistra una bancanota da €5 e tremante mi avvicino verso la sua scrivania.

Allungo il braccio verso la sua mano senza degnarlo di un solo sguardo dalla vergogna ma prima che io potessi prendere i soldi, vedo che alza il braccio destro portandolo verso di me, così con la mano destra afferra la mia mano mentre con la sinistra poggia i soldi sopra di essa.

-"Grazie signorina."- dice sorridendo.

A quelle parole, a quel contatto, a quel gesto...mi sentii in paradiso, non stavo più in terra. Non credevo a ciò che vedevo e sentivo, sembrava un sogno.

-"Gr-grazie a lei." - sussurro e staccando le nostre mani, torno verso la porta continuando a non guardarlo.

Ed ecco che come un replay vengo nuovamente fermata dalla sua voce chiedendomi:

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