Capitolo 13.

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POV: ANDREA.
"Maresciallo, è permesso?" - sento udire dall'altra parte della porta di legno che separa il mio ufficio dal corridoio della caserma.
-"Avanti."-
-"Mi scusi il disturbo maresciallo ma avrei un'importante informazione da darle riguardo il caso del lido."-
-"Ah! Finalmente abbiamo trovato qualcosa!"-
-"Si tratta di qualche domanda rilasciata ai presenti della festa. Nessuno ha visto niente ma c'è il figlio del proprietario di nome Luca di 23 anni, che pare sia collegato con il tutto."-
-"Come fai a dirlo? C'è qualche prova?" -
-"Sì, non va molto d'accordo con due
ragazzi del quartiere qui vicino di nomi Claudio e Mario. E con gli altri colleghi, abbiamo notato dei graffi in faccia di Luca. A giugno se si ricorda, in una festa in spiaggia, ci fu una rissa che riguardava appunto questi tre ragazzi. Ecco spiegato il motivo dei graffi in faccia di Luca. Potrebbero essere stati loro per fare un dispetto al ragazzo."-
-"Ottima osservazione Bordi, continua a fare ricerche e cerca di trovare qualche informazione riguardo questi ragazzi."-
-"Comandi Maresciallo!" -

POV: MIRIAM.
-"Ehi Miriam!"-
Mi volto sentendo urlare il mio nome da una voce maschile conosciuta.
-"Ehi Marco, come stai? Che ci fai qua a quest'ora del pomeriggio? Non è da te uscire presto con questo caldo!" -
-"Lo so ma essendo che fa troppo caldo ho deciso di farmi un bagno al mare e perciò di passare da te a salutarti. Come stai? Come va con il lavoro? Il bonazzo del tuo fidanzato?" -
-"Ahahah, ancora non stiamo ufficialmente insieme però sta andando tutto benissimo."-
-"Con il Maresciallo Ferraro dici?" -
Sento udire una voce dietro le mie spalle che mi ricorda tanto quella di una certa donna, e infatti come non detto!
Mi volto e vedo il pm, Anna.
Con un sorriso a dir poco malizioso, qui di fronte a me che mi osserva dalla testa ai piedi.
-"Buongiorno dottoressa Anna."-
-"Buongiorno a te cara. Gaia giusto? No aspetta...Maria."-
-"Miriam."-
-"Ah ecco! Miriam giusto. Perdonami, a tratti ho vuoti di memoria."-
-"Può capitare."-
-"Vedo che il mio invece te lo ricordi abbastanza bene. Andrea ti ha forse parlato di me?" -
-"Va beh Miriam, io tolgo il disturbo, ci sentiamo in serata" - dice Marco Interrompendo il discorso.
-"Ci sentiamo."- concludo.
Quando Marco ci lascia sole, vedo lei che lo segue con gli occhi per poi commentare:
-"Ma che carino! O carina? Come devo definirlo?" -
A queste parole inizio già a scaldarmi. La sua presenza non è gradita, è pur sempre l'ex di Andrea.
-"Non si definisce in nessun modo perché è una persona e poi non ha importanza." -
-"Certo capisco. Ti ho per caso offesa?" -
-"No, si figuri però piano con le parole." -
Vedo che cala il capo ridacchiando dicendo :
-"Tesoro mio. Tu vuoi dare ordini a me? Caso mai gli ordini li prendi tu ai tavoli non li dai a me."-
-"Non la seguo mi dispiace."-
-"Evidentemente questi discorsi sono troppo complessi per una ragazzina come te perciò vado al dunque senza fare troppi giri di parole. Stai camminando in una proprietà che non ti appartiene. Io ti avviso per non farti illudere di una cosa che da parte di Andrea non esiste. Ringraziami."
-"Ringraziarla? Esattamente per che cosa? Chi è lei che viene qua ad interrompere il mio lavoro e dirmi cosa devo o non devo fare per di più si intrometta in altre faccende e non in quelle mie e di Andrea. Evidentemente è lei quella che sta camminando nella direzione sbagliata perché se non lo sa, con Andrea è finita da anni luce."-
-"Non ti agitare ragazzina. Capisco che la verità detta il faccia fa male ma non mi aspettavo un atteggiamento simile. Sii più professionale nel fare e nel dire le cose. Cosa ne sai tu di me e di Andrea?"-
-"Chiedo lo stesso io a lei."-
-"Ahahah! Forse ancora non hai capito che quella di Andrea nei tuo confronti è pura finzione. Mi parla costantemente di te ma solo per festeggiare insieme la tua ingenuità e la sua vittoria nei tuoi confronti."-
-"Ma di cosa sta parlando?" -
-"Devo spiegarti tutto? Possibile che non hai ancora capito nulla? Non pensavo che Andrea fosse così bravo a recitare o forse sei tu che sei caduta ai suoi piedi con solo due rose rosse che ti ha regalato?
Non so che film ti sei fatta accanto ad Andrea ma sappi che lui ti sta solo usando per avvicinarsi al caso del lido. Fino a ieri sera ha detto di amarmi, tra noi non è mai finita. Sennò per quale motivo si era agitato nel vedermi quella volta in ufficio con te? Per paura che io dicessi tutto perché sa come sono fatta. Sono venuta a dirtelo perché mi da fastidio la tua avvicinanza nei suoi confronti perciò metti fine ai tuoi sogni e corri dietro a quel gay del tuo amico sperando possa cambiare sessualità per te ahahah!"-
Udendo ciò sento un nodo farsi alla gola e le lacrime salate minacciano di fuoriuscire dai miei occhi per poi lasciare la loro scia lungo le mie guance.
-"Oooh! Non volevo deluderti piccola ragazzina. O forse sì? Ahahah.
Mi fa ridere il fatto che tu pensavi veramente che lui ti volesse. Lui non si è mai innamorato a prima vista di una ragazza, mai. Per di più ha sempre avuto un debole per le donne ma mai per le ragazzine che il giorno sciacquano piatti per una miseria! Basta guardarti, adesso torna da dove sei venuta."-
Non rispondo. Non ho la forza. Piango silenziosamente. Il cuore mi va a mille. Tremo. Vorrei solo scappare via.
Con il capo chinato, non vedo più la figura di Anna davanti a me, così, alzando gli occhi pieni di lacrime e vedendo un pó sfocato, noto lei finalmente andare via soddisfatta del suo lavoro compiuto.
Perché mi hanno colpito nel profondo le sue parole? Perché non ho saputo rispondere alle sue provocazioni? E se... Fosse tutto vero?
Non ci vedo più dalla rabbia, la mia testa vede tutto nero, così, mi slaccio velocemente il grembiule, mi asciugo le lacrime sul mio viso di forza arrossando la pelle e corro via dal mio posto di lavoro lontana da tutti e da tutto.
...
Mentre cammino sul grande marciapiede del lungomare, sento un leggero venticello sfiorarmi i capelli.
Cerco risposte alle mie domande ma con scarsi risultati. Ho solo rabbia dentro, tanta rabbia.
Ad un certo punto sento una macchina avvicinarsi a me e il motore spegnersi. Non mi volto e continuo la mia camminata finché poi mi sento chiamare per nome da colui che in questo momento avrei preferito non vedere.
Continuo a camminare facendo finta di non aver sentito nulla per poi sentire i suoi passi avvicinarsi a me.
Non mi fermo e accelero la camminata ma senza rendermene conto, mi sento afferrare il braccio e mi ritrovo di fronte a lui.
Alzo lentamente lo sguardo incrociando il suo che nel vedermi con gli occhi lucidi e rossi, fa un'espressione sorpresa.
-"Che ti è successo?" - mi domanda.
-"Nulla di cui preoccuparti."-
-"Perché non sei a lavoro?" -
-"Non ti riguarda." -
Sta in silenzio per un paio di secondi guardandomi stranita.
-"Posso sapere che ti succede e che ci fai qua invece di essere a lavoro?" -
-"Tu che ci fai qua casomai..."-
-"Ero di pattuglia."-
Non rispondo e calo il capo fin quando mi sento afferrare il mento e incrociando nuovamente i nostri occhi, mi afferra dolcemente il viso.
Ogni suo tocco è pura magia, mi rilassa come se tutto il resto scomparisse ma ecco che poi tornano alla mente le parole di Anna e mi allontano evitando di avere anche un minimo contatto.
-"Mi vuoi spiegare che hai?" -
Prendo un profondo respiro e dico:
-"Perché mi hai fatto questo? Perché mi hai preso in giro tutto questo tempo?" -
-"Non sono stato più sincero di così con te, ma cosa stai dicendo?" -
-"Anna è venuta a lavoro e mi ha spiegato il tuo giochetto, mi hai usata per il lido. Ti sembra modo di illudere una ragazza per delle stupidi informazioni che manco sapev..."-
Non riesco a finire la frase che vengo interrotta dal nodo alla gola e non resistendo più, sento le lacrime scendermi nuovamente.
-"Che ti ha detto Anna?" -
Continuo a non rispondere fin quando vedo lui che dalla rabbia, tira un calcio alla ringhiera del lungomare e dal forte rumore sobbalzo un pó.
-"Tu preferisci credere alla parole di una che è la mia ex invidiosa di te ma soprattutto di noi, piuttosto di credere a tutto quello che abbiamo passato insieme?
Mi sono aperto con te in un modo ma mai ho fatto in vita mia. Dopo tanto finalmente una persona di cui fidarmi, e in così poco tempo sei diventata una cosa di cui io non riesco a fare a meno. Credi veramente che io ti abbia usata? "-
A queste parole sento un vuoto profondo dentro me farsi spazio sempre più.
-" Tu non sei ancora sicura del mio amore per te." -
-"Tra noi non c'è stato nulla Andrea senza andare avanti."- mi azzardo a dire dal mio orgoglio.
-"E quel bacio? Tutte quelle parole? I gesti?"-
-"Non era di certo amore." -
-"Se non è amore, dimmelo tu cos'è."-
Ingoio rumorosamente iniziando a sentirmi in colpa per tutte queste cose che gli sto dicendo.
-"Com'è che mi hai definita tu?"Una conoscente" giusto? Bene quindi la nostra non era altro che una conoscenza."-
-"Una conoscenza?" -
-"Sì una conoscenza."-
-"Ok, se è quello che vuoi tu per me va bene."-
-"Perfetto."- concludo il discorso.
Vedo lui dirigersi verso l'auto senza degnarmi di un solo sguardo. Mette in moto l'auto e sfreccia via lungo le strade del paesino.
Gli occhi iniziano a bruciarmi e sento le mie lacrime scendere lungo il mio viso come fontane.
Inizio a piangere ininterrottamente.
Ero così felice e spensierata dopo tanto.
Ero finalmente sicura di me ma soprattutto di noi.
Perché ho creduto alle parole di quella strega come se mi avesse fatto un incantesimo?
Quanta cattiveria c'è nel mondo, quanta invidia, gelosia e competizione.
Perché fare una cosa del genere?
Ma soprattutto come ho trovato il coraggio di guardarlo dritto negli occhi gridandogli addosso quelle brutte parole mai pensate in vita mia?
Ma capisco che tutto questo casino l'ho combinato solo io e me ne rendo conto solo ora, quando capisco di aver sbagliato tutto.
Non sono sicura di me, mi ha così umiliata che in confronto a lei mi sentivo solo una ragazzina pensando che Andrea meritasse una come lei, forse per questo ho creduto alle sue parole e la rabbia mi ha spinto oltre perdendo ciò che ho di più caro al mondo, il mio Andrea.
...

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