Capitolo 18.

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POV: ANDREA.

-"Prendi questi documenti e portali al Maresciallo Mura."- dico porgendo i documenti al mio collega.

-"Comandi Capitano!" - afferma prima di chiudersi la porta alle spalle.

Mi fa ancora strano essere chiamato "Capitano", sono sempre stato abituato al tipico "Maresciallo Ferraro" quasi come secondo nome mentre adesso oltre che al nome, fa strano tutto.

Nonostante siano passati due anni, non sono ancora abituato a lavorare in questo ufficio e in questa caserma.
Questa città è abbastanza movimentata, difficilmente ho cinque minuti di pausa il giorno.

*DRINN*

-"Pronto?" - dico rispondendo alla chiamata.

-"Maresciallo Ferraro, buongiorno."- sento dire dall'altra parte del telefono da una voce conosciuta.

-"Sei rimasto un pó indietro mio caro, Carlo. Sono Capitano adesso."-

-"Ciò significa che dovrò eseguire i tuoi ordini?" -

-"Quello lo dovevi fare già da prima ma stavolta più intensamente.
Poi non è ancora detto che tornerò lì purtroppo." -

-"Non hai ricevuto ancora niente per il trasferimento qui in Calabria?" -

-"Non ancora. È da mesi che ho chiesto del trasferimento ma zero. Sto iniziando a perdere le speranze Carlo." -

-"Dai tempo al tempo. Da quando ti conosco non ho mai visto in te un minimo di pazienza! Vuoi tutto sotto il tuo controllo, ogni minima cosa."-

-"Eh già! Poi è una cosa che c'entra anche con il lavoro, l'autocontrollo prima di tutto." -

-"Certamente!" -

-"E senti... Hai per caso notizie di...? Voglio dire, sai qualcosa riguardo...?"- dico balbettando cercando di formare una frase di senso compiuto.

-"Ad ogni chiamata la stessa domanda e ad ogni chiamata la stessa risposta. Ormai sta storia va avanti da due anni, dovresti saperla a memoria la mia risposta!
Ho trovato solo informazioni per quanto riguarda la sua agenzia e ho scoperto che l'ha aperta da solo un anno a nome suo."-

-"È riuscita a realizzare il suo sogno."-dico a bassa voce.

-"Come scusa? Non ho sentito."-

-"No, nulla. Hai provato ad andare da lei a parlarle?" -

-"Non ho potuto Andrea, non è facile come sembra ora che non lavoro più in quel paese. Mi hanno trasferito in uno qui vicino e son ben poco di quello che accade lì e dei cittadini."- 

-"Certo, capisco perfettamente."-

-"Ma non ti sei stancato ormai?" - 

-"E come faccio a stancarmi di una cosa che mi appartiene?
Carlo, lo capisci che senza di lei non vivo? Lei è la mia aria. È tutto ciò che mi serve per essere felice.
Sono finalmente diventato Capitano, uno dei miei sogni più grandi da quando sono diventato carabiniere ma è come se fosse tutto come prima, normale.
Quando ho saputo di esser diventato Capitano, non ho provato un minimo interesse e se magari questo fosse successo due anni fa, a quest'ora sarei sclerato dalla pazza gioia.
Penso solo a lei, costantemente.
Mi sento continuamente in colpa per tutto."-

-"Ma lei si sarà sicuramente dimenticata di te Andrea e poi basta darti la colpa. Ormai è successo! Si va avanti Andrea, basta pensare al passato, a quello che c'è stato tra voi due ma specialmente a lei."-

-"No. Lei non si è dimenticata di me, di noi, ne sono più che sicuro. Me l'aveva promesso."-

-"Se lo dici tu amico mio."-

-"Devo tornare a tutti i costi Carlo. Ogni secondo che passa sembra una vita. Sto impazzendo senza lei."-

-"Devi solo avere pazienza amico mio, solo pazienza e vedrai che forse tutto tornerà al suo posto se davvero tenete l'un l'altra come dici tu."-

-"Sto cercando di averla da due anni Carlo."-

-"Amico mio, fa male, è come una ferita fresca che brucia ma prima o poi si chiuderà." -

-"Ma il segno rimarrà.
Carlo, io la amo.
È così difficile capirlo? So che lei è ancora innamorata di me, lo è ancora. E anche se adesso avesse un altro, porterà sempre un pezzo di me dentro sé, non può non farlo.
È la mia vita."-

-"Ti auguro solo il meglio amico mio, che vada come vada. Solo chi ti conosce veramente sa che persona sei. Io sarò sempre pronto a sostenerti, per qualsiasi cosa!"-

-"Lei lo sa perfettamente.
Ti ringrazio Carlo.
Adesso torno a lavoro, ci sentiamo." -

-"A presto amico mio!" - conclude chiudendo la chiamata.

...

È così strano quando due persone iniziano a conoscersi così dal nulla e all'improvviso, senza renderti conto, pian piano, inizia a crearsi un legame tra voi invisibile ma nello stesso tempo indistruttibile.

Come la leggenda del filo rosso che narra che ogni persona da quando nasce, porta nel suo mignolo sinistro un filo rosso invisibile.

Questo filo rosso è legato alla persona della nostra vita.
Non è detto però che il filo non si annodi nel tempo, ma è così forte che è indistruttibile così da unirci un giorno alla nostra anima gemella.

Sento che il mio filo rosso è legato a lei. Questo che noi stiamo affrontando sono solamente nodi, nodi che spetta a noi decidere se scioglierli per far continuare il percorso al filo, oppure lasciarli lì, e far sì che si creino altri nodi, magari peggiori di questo. 

Dicono che la speranza è l'ultima a morire. La speranza è legata all'attesa, quell'attesa che ti fa mancare l'aria, quella sensazione che hai sulla pelle, talmente forte da farti rabbrividire. Molto facilmente perdo la pazienza ma mai la speranza... La speranza di aver sulla scrivania quel foglio con la scritta del trasferimento, con quel maledetto permesso di tornare dalla mia amata che adesso sta aspettando in un mio possibile ritorno. Tornerò da lei prima o poi, non me lo impedirà nessuno.
Probabilmente doveva andare così ma ciò non significa che è finita per sempre.
...

Una settimana dopo.

-"Capitano Ferraro, è permesso?" - sento dire da fuori della porta del mio ufficio.

-"Avanti."-

-"Buongiorno Capitano, il Generale mi ha detto di darle questo, è molto importante."- dice porgendomi una busta.

-"Grazie. Puoi andare."-

-"Comandi Capitano."- dice sbattendo un piede contro l'altro per poi abbandonare l'ufficio.

Prendo in mano questa busta, proveniente dal Ministero della Difesa, allora mi viene in mente una sola cosa provenire da lì che possa poi interessare me.

La scarto velocemente con il cuore in gola, prendo in mano il foglio e inizio a leggerlo velocemente fino ad arrivare al punto dove voglio. 

E, con gli occhi appannati per le lacrime, il cuore che pulsa velocemente dentro al mio petto, gambe e mani che tremano, leggo:
"Le annunciamo, con grande entusiasmo, che il suo trasferimento per la Regione Calabria è stato accettato.
Il Ministero della Difesa."
...

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