Si era preso la giornata libera per riposare, ma verso sera si era svegliato più incazzato di prima.
Sbuffando per ogni cosa, si era mangiato un scadente ramen preconfezionato e si era diretto verso l'Organizzazione, ascoltando ogni singola cazzata che le persone sul marciapiede dicevano.
Aveva un diavolo per capello.
Varcata la soglia della base, nessuno aveva osato proferire parola: l'aura nera e le intenzioni omicide che emanava, avrebbero ucciso anche solo con un suo sguardo.
Quel coglione si era fatto ammazzare come un deficiente ed ora quelle sottospecie di subordinati stavano rinchiusi nella hall a tremare peggio delle foglie al vento.
Andò spedito nell'ufficio del suo capo e spalancò con malagrazia le porte.
"So già tutto. Agisci come meglio credi, ma non far danni." lo anticipò agitando una mano come ad invitarlo ad uscire.
Odiava anche lui: malato di stoffe e fissato con i capelli a leccata di mucca, aveva abbandonato la sua agenzia dopo aver perso un polmone durante uno scontro, aprendo poi l'Organizzazione ed accogliendo chiunque non avesse paura di sporcarsi le mani.
Appena il biondo gli si era presentato davanti, memore del suo comportamento durante i tirocini scolastici, non aveva avuto dubbi sul ruolo da assegnargli, ma spesso il minore aveva comportamenti a dir poco discutibili.
Bakugou gli rispose con uno schiocco di lingua e si diresse nel suo ufficio, dove appese il cappotto e il cappello, sfilò i guanti e si avvicinò ad un armadio.
Una volta aperte le ante osservò il contenuto al suo interno: la sua Hero Suit era lì, lo aspettava, gridava di essere indossata.
La ammirò con una fitta al petto, mentre i ricordi del suo ultimo utilizzo scorrevano impetuosi nella sua mente, facendogli storcere la bocca per il dolore.
Aveva apportato modifiche, ma non si era ancora sentito pronto ad indossarla nuovamente.
Scosse la testa per fermare l'esitazione e la prese, indossando tutti gli accessori che la componevano.
La croce arancio sul petto era stata sostituita da due catene di proiettili, riempiti con una sostanza derivante dal suo sudore. Potevano essere sparati da un cannone a 4 fori sopra la sua spalla sinistra e dalla granata destra.
Per non parlare della quantità di granate piccole appese sulla cintura.
Si era fatto anche costruire degli spallacci arancioni, da incrementare il sostegno alla protezione intorno al collo, evitando così di patire i dolori dovuti al rinculo delle sue esplosioni nella zona cervicale.
Una macchina da guerra vivente.
Si portò davanti allo specchio, sistemandosi la maschera e si guardò: non era il lavoro che aveva sempre sognato, ma sarebbe stato un ritorno altamente esplosivo.
Finito il liceo non aveva impiegato molto tempo a raggiungere lo scalino della classifica di eroi che si era prefissato, ma l'ultima missione a cui aveva partecipato, fu una disfatta a 360º, ritrovandosi poi escluso dal mondo Eroi.
Quando si era risvegliato in ospedale, si era trovato le forze dell'ordine, dicendogli che la licenza di Hero gli era stata revocata per atteggiamenti riconducibili ai Villains.
Ma cosa poteva farci lui, se era facilmente influenzabile dalla rabbia?
Eppure tutti lo sapevano: a Bakugou Katsuki bastava una sillaba sbagliata per farlo incazzare.
Quella notte, durante la missione, non si era posto alcun limite, rasentando al suolo un intero quartiere pur di distruggere quel Villain che gli aveva rovinato la vita.
Deku.
Quel bastardo aveva condotto la sua intera carriera scolastica per raccogliere informazioni su ogni singolo nuovo eroe della nuova generazione, entrando in possesso del quirk One For All dall'ex Hero All Might e nascondendosi dietro ad un viso innocente.
Finite le scuole aveva fatto perdere le sue tracce, ma quando si era ripresentato, aveva fatto un colpo di scena degno di una primadonna in uno spettacolo teatrale: non solo aveva One For All, ma anche All For One.
Si riscosse dai ricordi quando un suo sottoposto bussò alla porta.
Diede una rapida occhiata al riflesso ed andò ad aprire.
"Volevo chiederti se avevi bisogno di una..."
"Agirò da solo: non ho bisogno di voi."
Non diede all'altro possibilità di replica, scandendo il suo passaggio con passi pesanti fino all'uscita della base.
Non aveva bisogno di quelle mezze cartucce: aveva solo bisogno della sua spalla.
L'idea di farsi nuovamente massacrare con quello lì, gli fece comparire un ghigno sul volto.
Sapeva dove trovarlo, lo conosceva fin troppo bene, ma non era sicuro che lo avrebbe convinto.
Era rischioso far immischiare un eroe in quella questione, ma in quel momento gli serviva il supporto necessario prima di vedere la sua Organizzazione disintegrata.
Arrivò sul tetto della villa e saltò giù nel cortile.
Davanti alla porta tornò l'esitazione: dopo due anni non poteva presentarsi così di punto in bianco.
Doveva prepararsi mentalmente le risposte alle domande che l'altro gli avrebbe fatto.
Il suo comportamento era stato a dir poco discutibile.
Si rimproverò nuovamente: bastava evitare che gli facesse domande.
Risolto il caso, arrivederci e, forse, grazie.
Non aveva mai mischiato la vita privata con il lavoro e sicuramente questa volta non era un'eccezione.
Allontanate le insicurezze, bussò violentemente alla porta ed attese.
Le luci della sala erano accese, quindi sapeva che era in casa.
Conosceva quella casa a memoria, la sua vecchia casa.
Con nostalgia ricordò perfettamente quando, con il diploma alla mano, l'altro gli proponesse si dividere quella casa per dimezzare le loro spese. Aveva la sua privacy e si vedevano il necessario, quindi al biondo era stato più che comodo, ma se n'era andato senza dir nulla, lasciando la copia delle sue chiavi sul tavolo in cucina e volatilizzandosi.
"Bro?"
Alzò lo sguardo dalla punta delle scarpe ed incrociò quegl'occhi che avrebbe riconosciuto tra mille.
Non rispose ed entrò: l'aria di quella casa gli invase le narici, riaffermando che tra quelle quattro mura si sentiva veramente a casa, e non come nella catapecchia di appartamento umido in cui si trovava adesso.
Prese un profondo respiro e si girò verso l'altro aprendo la bocca per parlare.
"Caffè?" lo interruppe il minore dirigendosi verso la cucina.
Sarebbe stato più difficile del previsto.
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True Colors [Kiribaku/Bakushima]
FanfictionEcco qui un'altra nuova storia. Color Au. Uno dei due ha già iniziato a vedere un colore dopo un particolare evento della loro vita. Mantenne il segreto, sgretolandosi pezzo dopo pezzo, vedendo l'altro sempre più distante. Ambientato dopo il diploma...