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Probabilmente se non ci fosse stato Kirishima seduto lì accanto a lui, si sarebbe alzato e avrebbe setacciato qualsiasi angolo per trovare il Villain, disintegrandolo all'istante .
Il rosso glielo aveva detto: aveva paura.
Chissà che cosa gli faceva tutte le notti!
E con l'illusione che fosse lui!
Kirishima era sempre stato un bravo amico per il Nerd prima del suo voltafaccia, quindi non capiva dove volesse arrivare trattandolo in quel modo.
Aveva capito che il suo obiettivo principale era lui, ma perché prolungare quella sofferenza a Kirishima?
"Quindi ti fai scopare da Deku."
Lo sentì tossire per l'acqua che gli andò di traverso.
"Non è il momento."
"Beh, a quanto pare abbiamo ancora un'ora a disposizione."
La colorazione del viso dell'altro fu uno spettacolo fantastico, che decise di continuare a punzecchiarlo ancora un po'.
Si alzò e gli andò davanti, scostandolo dal tavolo e sollevandogli il viso con due dita.
"Se prendeva le mie sembianze, era tutto più semplice, vero? Chissà quante volte hai desiderato quel momento."
Tuttavia la reazione non fu quella sperata: lo sguardo di Kirishima si spense.
"Ohi, stavo scherzando."
"Non preoccuparti, lo so, scusami."
Perché si stava scusando?
Mai come in quel caso Kirishima non aveva colpe.
Voleva sapere cosa gli faceva, ma aveva sbagliato approccio.
Kirishima, con i suoi valori basati sulla virilità, aveva ammesso di aver paura.
Kirishima probabilmente era in un costante stato d'ansia: bastava niente e quel Deku di merda lo poteva uccidere.
"Con Akira? Come farai d'ora in poi?"
Un sospiro esasperato abbandonò le sue labbra.
"Mi sta sempre attaccato al culo, mi controlla in ogni singola cosa che io faccia. Mi sale il sangue al cervello solo al vederlo."
"Però sei tornato da lui."
"Mi sono fatto fregare."
Quella frase detta con tutta quella calma era stata una doccia fredda.
Agiva sempre per il proprio tornaconto e il rosso ne aveva pagate le conseguenze.
"Direi di impiegare questo poco tempo in un modo un po' più interessante."
L'espressione innocente dipinta sul viso del rosso lo fece ghignare, sedendosi su di lui a cavalcioni e posandogli le braccia sulle spalle.
"Peccato che ci sia poco tempo. Ti farei vedere cos'è capace il vero Bakugou Katsuki." gli sussurrò all'orecchio, ridendo internamente quando lo sentì deglutire.
Solo in quel momento, accanto al suo collo, notò dei marchi violacei e segni traslucidi.
Lo incatenava?
Cosa doveva sopportare?
"Mi racconti cosa ti fa?"
Era raro che usasse un tono delicato nell'esporre un pensiero o una domanda, ma in quel momento doveva infondere coraggio a quel ragazzo distrutto sotto ogni aspetto.
Kirishima lo cambiava, troppo, facendogli scoprire sfumature del carattere rabbioso che nemmeno lui conosceva, ma non si pentiva minimamente di esporsi così con quel ragazzo.
Si meritava la parte migliore e nascosta di lui.
"Non voglio parlarne. Forse quando tutto questo sarà finito. Potresti perdere la pazienza."
Sentì un calore benefico quando lo strinse a sé appoggiando il viso sulla sua spalla.
Akira trovava sempre ottima ogni scusa per abbracciarlo, ma quelle braccia, che lo avevano stretto poche volte, erano speciali.
Anzi, Kirishima era speciale.
Si distaccò appena, invitando con quel movimento il rosso a fare lo stesso.
Se tutto quello era un sogno, non voleva svegliarsi.
Si creò del magnetismo con lo sguardo, portando entrambi ad incatenarsi nuovamente in un bacio che esprimeva fin troppe cose.
Prese passare le mani sulla sua schiena con movimenti sempre più rapidi, l'istinto che prendeva possesso delle sue azioni, senza rendersi minimamente conto della situazione in cui erano.
"Fidati di me." gli sussurrò caldo all'orecchio, quando la maglia del biondo venne stretta tra le mani tremanti.
Voleva lasciargli un ricordo.
Uno di quelli alla quale aggrapparsi per trovare la forza di andare avanti.
Prese a baciargli il collo: avrebbe voluto sostituire quei segni con i suoi, ma si dovette trattenere.
"Abbandonati a me."
Le mani erano passate sotto la maglia, sfiorandogli il corpo con dolci gesti fino a scendere sotto l'elastico della tuta.
"Lasciati andare." suggerì quando la mano del rosso afferrò il suo polso.
Con l'altra mano prese quella del ragazzo, portandola sulla sua intimità.
"Lasciati andare." ripeté passandogli la punta della lingua sotto il lobo.
Sentiva quelle mani incerte, cercare l'ultimo indizio per potersi rilassare.
"Sono reale, Eijirou."
Notò con la coda dell'occhio un piccolo sorriso stendersi su quelle labbra che avrebbe divorato.
Avrebbe voluto unirsi completamente a lui, ma il tempo era sempre tiranno con loro. Sperò che con quel piccolo gesto di intimità, il rosso avesse un piccolo ricordo che superasse le illusioni di quelle notti.
Entrambi si lasciavano sfuggire solo più sospiri, le labbra in continua ricerca, le lingue che si mescolavano e gli occhi carichi di passione.
Le loro mani toccavano le loro pulsanti erezioni con movimenti sempre più decisi, stupendosi di quando al rosso scappò un gemito.
Quella voce era uno spettacolo uscita dalla bocca di Kirishima.
Voleva riempirsi la testa di quel suono e prese a far scivolare la mano sempre più rapida.
Di riflesso anche il rosso aumentò il movimento del polso, facendogli provare delle emozioni fin troppo perverse.
"Ti sbatterei qui sul tavolo."
In tutta risposta ottenne un altro bacio rovente, quasi Kirishima avesse perso la purezza dei suoi gesti.
L'orgasmo che colse entrambi era un qualcosa di nuovo: mai nessuno dei due aveva provato quelle sensazioni.
I respiri affannati, le teste appoggiate sulle spalle dell'altro, le mani che si stringevano fra di loro.
Ci misero qualche secondo a realizzare cosa avessero fatto.
"Quella palla al piede nemmeno una sega sa farmi."
La risata del rosso era un qualcosa di indescrivibile: avesse avuto il telefono comodo, l'avrebbe registrata ed ascoltata in continuazione.
Era sempre stato così bello, Kirishima?
Che fosse tutto condizionato da quella storia dei colori o meno, non avrebbe sostituito quel ragazzo con niente e nessuno al mondo.
Il poco tempo rimasto passò tra uno schiocco di labbra e l'altro.
Uscendo da quella casa Bakugou si sentiva irrequieto. Sperò che andasse tutto per il meglio, anzi decise che avrebbero concluso quella storia, sarebbero partiti e si sarebbero goduti la vita insieme.
Con Kirishima civile non avrebbe permesso a nessuno di sfiorarlo, ma forse era un ottimo motivo per appendere la Suit al chiodo e finalmente vivere.

True Colors [Kiribaku/Bakushima]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora