Fu come una doccia fredda.
Ebbe la sensazione che le sue mani tremassero e lasciò la presa sul bavero, indietreggiando fino a sedersi.
Lui non sapeva nulla.
Nessuno gli aveva detto nulla.
Vide con la coda dell'occhio il rosso che si sedeva a sua volta, ma non riuscì più a dire altro.
Si sentì uno schifo.
Lui si era allontanato dall'altro temendo di essere pericoloso per chiunque, ma se avesse saputo che quel ragazzo gli aveva salvato per l'ennesima volta la vita, forse avrebbe agito diversamente.
Forse.
"Non lo sapevo."
Di nuovo quella parola si bloccò in gola.
Scusa.
Era già la seconda volta che aveva avuto l'impulso di dirla, ma era stata stroncata prima di pronunciarla.
Quel silenzio creatosi era tremendo.
"Quando sono uscito dall'ospedale, non ti ho trovato a casa. Credevo che te ne fossi andato perché mi ero intromesso. Scusami, ho frainteso."
"Non..." sbuffò irritato.
Aveva sempre parole per insultare o sbraitare, ma adesso gli stava risultando faticoso ad esprimersi.
Non era Kirishima a doversi scusare.
Non aveva fatto nulla per la quale redimersi.
Eppure il suo maledetto orgoglio stava allontanando ancor di più quella persona che lo aveva assecondato per l'ennesima volta.
Alzò la testa e notò che si era messo ai fornelli e dalla quantità di cibo sul ripiano, non era sicuramente per cucinare una cena per una una persona sola.
Le spalle curve del rosso era una visione orribile.
Da quando aveva tirato fuori l'argomento, non gli aveva nemmeno più sorriso e gli occhi non erano luminosi di felicità.
Il suo comportamento era stato sbagliato?
Lui non sapeva che il rosso avesse rischiato così tanto per proteggerlo.
Nessuno gli aveva raccontato cosa fosse successo.
Però, nemmeno lui si era informato, andando avanti con le sue convinzioni ed escludendo qualsiasi cosa che fosse legata a quella notte.
Deku lo aveva stracciato.
Era l'unica cosa che aveva sempre e solo pensato di quella missione.
Non era mai successo che il broccoletto lo mettesse al tappeto da non riuscire più a rialzarsi.
Capitavano gli allenamenti o le litigate durante i periodi scolastici, ma alla fine aveva vinto sempre.
"Che c'è, Kacchan? Ti prostri ai miei piedi? Non sei l'eroe numero uno che volevi essere? È brutto essere impotenti davanti a chi è più forte di te, vero?"
Dannato Nerd.
Quelle parole erano state come incise nel suo orgoglio.
E scottavano ogni singola volta che tornavano in mente.
Da essere Quirkless ora quel verdino di merda aveva con sé due dei quirk più temibili al mondo. Per non parlare di All For One, che racchiudeva in sé chissà quanti altri quirk.
Perché era finita così?
Forse perché aveva sempre bullizzato quella comparsa?
Ma poi lo aveva anche aiutato a controllare One For All.
Forse era una punizione divina per essere sempre incazzato con il mondo?
Forse era stata la dimostrazione che non era un vero eroe?
Un profumo di carne gli invase le narici riportandolo sul pianeta.
Kirishima aveva terminato di cucinare ed ora stava mangiando, quasi sotto sforzo, quel piatto di hamburger e patatine.
Erano stati in silenzio per tutto quel tempo?
Si era talmente rinchiuso dietro la barriera da non accorgersi di nulla.
"Grazie." borbottò in quasi in un verso contorto e il rosso gli annuì con un mugugno.
Era come mangiare a casa da solo.
Riconobbe però che quello era l'hamburger più buono che avesse mai mangiato.
O forse perché nonostante la situazione era stato il rosso a prepararglielo?
"Una volta lo avresti bruciato e avresti cotto troppo le patatine."
Alzò lo sguardo per constatare la reazione a quella frase e finalmente lo vide di nuovo: quel sorriso.
Gli stava sorridendo!
Era quello da raggio di sole per di più!
"Una volta non sapevo nemmeno accendere il fuoco."
Accennò uno sbuffo di risata malcelata.
"Sei strano Capelli di merda, ma ti accetto imbranato come sei."
Ok, questo era insolito.
Quella frase poteva avere tanti significati.
"No, io... dannazione!"
La risata del rosso spense l'irritazione che stava per nascere come niente.
"Grazie."
Ora era il rosso ad avere quell'effetto collaterale sulle guance?
Erano rosse, ma i denti aguzzi esposti in modo smagliante lo mandarono ancor più in confusione.
"Nell'attesa di sapere se accadrà qualcosa, che ne dici di buttarci sul divano a giocare a qualcosa sulla console?"
Sapeva che poteva essere contraddittorio.
Lui era andato da Kirishima solo per avere le informazione sul caso e sapere quello che gli era successo.
Non potevano mettersi a giocare sulla PlayStation come ai vecchi tempi, come quando si divertivano come niente e si sentivano leggeri solo uno con la presenza dell'altro.
Lui era pericoloso, non aveva bisogno di altre persone che gli ruotano intorno.
Tuttavia l'orgoglio non riuscì a bloccare la risposta.
"Vincerò."
Come darsi la zappa sui piedi.
Il rosso sembrava aver ritrovato la sua serenità, stupendolo che bastasse una sola sua frase o parola per vederlo sorridere.
Con un vero sorriso.
Ne approfittò del ragazzo che gli dava le spalle al lavello per dar sfogo all'imbarazzo.
Che cazzo gli saltava in mente?
E il caso?
E quello che era successo due anni prima?
E il colore rosso che invadeva ogni cosa?
Calma, calma.
Era solo stanchezza accumulata.
Quando non si riposa bene e si è stressati, si rendono le cose più difficili.
Lui e Kirishima avevano sempre avuto un rapporto di scazzottate e partitelle alla console: quella serata non sarebbe stata diversa da quelle trascorse in passato.
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True Colors [Kiribaku/Bakushima]
FanfictionEcco qui un'altra nuova storia. Color Au. Uno dei due ha già iniziato a vedere un colore dopo un particolare evento della loro vita. Mantenne il segreto, sgretolandosi pezzo dopo pezzo, vedendo l'altro sempre più distante. Ambientato dopo il diploma...