C'era un bel tepore, si sentiva riposato, avrebbe potuto svegliarsi per la prima volta in vita sua di buonumore, se non fosse che si sentiva immobilizzato.
Apri lentamente gli occhi e si trovò il petto del rosso davanti al suo viso, mentre con un braccio lo stringeva a sé.
L'urlo devastante che ne derivò, seguito da una delle sue esplosioni, fece volare dal divano Kirishima.
"Che cazzo fai, Capelli di Merda?!"
Frastornato il rosso si massaggiò la nuca e poi gli sorrise con un "Buongiorno!", non capendo quel risveglio.
Borbottando qualsiasi imprecazione, si alzò andando in bagno, sfregandosi rapidamente il viso con le mani sotto l'acqua fredda.
I ricordi della sera precedente gli diedero uno schiaffo: era stato proprio lui a cedere a quelle braccia, frignando come un bambino.
Sospirò, cercando un minimo di calma, e diede comunque la colpa all'altro: poteva benissimo andare a dormire in camera, invece di attaccarsi a lui come un koala.
Non avrebbe mai detto che era stato un bel risveglio.
Nemmeno che era contento che avesse cercato di aiutarlo.
Neppure che ora si sentiva decisamente meglio.
Anche l'unica volta che aveva avuto un crollo del genere, il rosso si era infiltrato al di là della sua barriera.
Riflettendoci bene, anche quella volta era colpa del Nerd se lui aveva avuto quel momento di smarrimento.
Deku gli rovinava la vita, Kirishima gliela riparava.
Dopotutto era quello che facevano i cosiddetti amici, no?
L'imbarazzo lo portò ad andarsene senza dire all'altro nulla.
Raccattò nell'ingresso il trolley con la Suit e il cappotto, uscendo quasi correndo dalla villa.
Altro comportamento sbagliato, lo sapeva, ma lentamente quel ragazzo si stava avvicinando troppo e temeva le conseguenze.
Se quella notte il rosso fosse morto per proteggerlo, non se lo sarebbe mai perdonato. E non si riferiva al colpo devastante che stava per sferrare il broccolo, ma alla sua esplosione.
Perché stava sempre in mezzo?
Kirishima doveva imparare ad impicciarsi meno.
Ma una vocina timida nella sua testa gli ricordò che era stato proprio lui a tornare dal rosso.
E sempre per Kirishima che di tanto in tanto volgeva i suoi pensieri.
Era confuso.
Tremendamente confuso.
In più ci si metteva quel colore rosso.
Non poteva iniziare a vedere tipo il blu del cielo o il verde dell'erba? Si accigliò per qualche istante, decidendo che il verde sarebbe stato l'ultimo colore che avrebbe voluto vedere.
I motivi erano ovvi.
Giusto il tempo di farsi una rapida doccia ed andò all'Organizzazione, chiedendo alle schiappe se avessero scoperto qualcosa di nuovo, ma nessuno aveva saputo dirgli qualcosa che non conosceva.
Che palle.
L'unico che aveva dato una spiegazione, anche se contorta, era stato proprio Kirishima.
Che palle.
Tuttavia quella notte non c'erano stati omicidi, quindi era poteva cercare informazioni per la città anche da solo.
Non si presentò alla villa nei giorni successivi, ma nemmeno il rosso lo cercò.
Finché non avevano un motivo per vedersi, tipo andare a cercare le prove dopo un omicidio, non lo avrebbe visto.
Facendo così il loro rapporto si sarebbe basato solo sul lavoro ed entrambi potevano fare la propria vita senza mischiare le due cose.
Dopo una settimana accadde: la testa dell'ennesimo idiota ed una scritta.
Red Riot era già sul posto e lo aveva contattato solo con un messaggio contenente la posizione in cui si trovava.
Non ci fu nulla di diverso dai due omicidi precedenti, se non per la parola.
"Che diamine significa?" domandò al rosso una volta raggiunto e mentre leggeva la scritta.
Codardia.
"Non ne ho idea." gli rispose l'altro.
"Hanno già scritto due parole che avevano usato con i piccioni." schioccò la lingua e un capogiro gli fece scuotere la testa.
Quando riaprì gli occhi il cuore prese a battere rapidamente, mentre scorreva lo sguardo sulla sua Hero Suit.
Era successo di nuovo.
Guardò il rosso e non notò nulla di diverso in lui, quindi si domandò quale strano scherzo del destino fosse.
Che sia stata opera di un quirk?
Che i nemici avessero un potere per far vedere i colori alle persone?
Riportò l'attenzione al rosso che sembrava essere prossimo a una crisi respiratoria.
"Red Riot." lo richiamò avvicinandosi.
"Sto bene. Devo solo riposare. Qui abbiamo finito e quindi non ti servo più. Ci aggiorniamo."
Frasi interrotte da profondi respiri.
Non ebbe nemmeno il tempo di rispondere, che di ritrovò solo.
Di nuovo.
Finiti gli ultimi rilievi chiamò sua madre sulla via del ritorno verso casa.
"Katsuki, ti pare questa l'ora di telefonare? Siamo in piena notte!"
"Non ti avrei chiamata se non fosse importante!"
Si udì un fracasso dall'altra parte della cornetta, segno che Mitsuki aveva svegliato dolcemente Masaru.
"Figliolo dicci tutto." disse il padre con la voce impastata.
Si mise una mano sul viso rassegnato e prese coraggio.
Sapeva che la tempesta di domande sarebbe arrivata e doveva prepararsi psicologicamente.
"Di che colore è la mia Hero Suit?"
Ci fu un attimo di silenzio.
"Riesci a vedere i colori?! Chi è la fortunata?! La conosciamo?! Quando è successo?!"
"Me l'ha chiesto una fan e non ho saputo rispondere, brutta strega!"
Masaru sedò la discussione sul nascere, rispondendo alla domanda con un "Le granate sono verdi, i dettagli dell'attrezzatura sono grigi, mentre il resto è arancio e nero."
Borbottò qualcosa come un ringraziamento e terminò la chiamata prima che la madre portasse avanti quel questionario.
Giunto a casa accese il portatile e andò sul portale di ricerca, digitando i nomi dei tre colori.
Non notò cambiamenti se non per l'arancio.
Quindi ora vedeva quel colore oltre al rosso.
Un pensiero si intrufolò nella mente: possibile che Kirishima abbia avuto quel principio di malessere perché era capitato anche a lui?
No.
No.
No.
Il rosso non gli aveva mai mentito, quindi sicuramente stava realmente accusando la stanchezza. Non si erano sentiti per giorni, quindi poteva aver avuto anche qualche missione per l'agenzia.
Tutto si doveva spiegare così.
Doveva capire la causa di quella visione di colori.
In rete cercò notizie inerenti a quirk che rendevano possibile il vedere i colori, ma non c'erano notizie a riguardo, deducendo che quel quirk fosse uno di quelli strarari e che non era stato ancora registrato.
Non doveva pensare ad altro.
Però in entrambi i casi era in compagnia del rosso.
Staccò il portatile e si mise sul letto dopo una rapida doccia.
Non doveva cedere a credere a quella storiella.
Kirishima era un suo amico.
Forse l'unico o forse il più importante.
Anche se ammise che dopo quella notte non riuscì più a riposare bene.
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True Colors [Kiribaku/Bakushima]
FanfictionEcco qui un'altra nuova storia. Color Au. Uno dei due ha già iniziato a vedere un colore dopo un particolare evento della loro vita. Mantenne il segreto, sgretolandosi pezzo dopo pezzo, vedendo l'altro sempre più distante. Ambientato dopo il diploma...