7

329 36 31
                                    

Non ci stava più capendo nulla.
Perché doveva succedergli tutto questo?
Non poteva continuare a vedere quei tetri colori per tutta la vita?
Spazientito rilasciò il suo quirk e si accigliò.
Le sue esplosioni ora erano un mix di rosso, arancio e grigio.
Ripeté il gesto più volte sempre più esaltato, per poi fermarsi e guardarsi intorno solo con gli occhi.
Ci mancava solo che qualche sottoposto lo avesse visto saltellare come un moccioso davanti al suo beniamino.
L'unica cosa positiva era che da quel giorno in poi avrebbe amato ancor di più il suo quirk.
Contattò Erased Head e gli disse che si stava per recare nel suo ufficio, in quanto era vittima di un quirk abbastanza bizzarro.
L'Ex professore rimase stupito della telefonata, ma era anche curioso del motivo per il quale quel ragazzo avesse contattato lui e non se l'era sbrigato da solo.
Quando l'ex eroe arrivò, Aizawa lo osservò per constatare se ci fossero stati cambiamenti fisici, ma non notò nulla di diverso, se non una vena pulsante alla tempia.
"Vedo cose strane." iniziò a spiegargli avvicinandosi al capellone e puntandogli il dito contro il petto.
"Quindi tu ora userai il tuo annullamento e mi libererai di questa merda perché mi sta facendo uscire pazzo!"
Erased Hear era già stanco di ascoltare quel biondo imbronciato, nonostante gli avesse detto due sole frasi. Per liberarsene in fretta, utilizzò il suo quirk e iniziò a frugare nelle tasche alla ricerca del collirio.
"Allora?"
"Non è cambiato un cazzo! Vedo ancora quelle cose!" rispose innervosito e sconvolto allo stesso tempo.
"Si può sapere cosa vedi?"
Aizawa di stava spazientendo: arrivava, lo obbligava ad usare il quirk su di lui dicendogli che aveva delle visioni, ma continuava a non dirgli cosa vedeva.
Perché quei mocciosi andavano ancora a cercare guai e a farli risolvere a lui?
"Il rosso e l'arancio. Vedo quei due colori! Mi perseguitano!"
Forse fu una delle rare volte che udì quell'uomo ridere.
"Sei solo innamorato e hai trovato la tua anima gemella. Dovresti esserne felice, piuttosto che sbraitare come una donna con il ciclo. Ora smamma che ho del lavoro da sbrigare."
Zittito.
Era riuscito a zittirlo.
Non oppose nemmeno resistenza quando venne spinto al di fuori dell'ufficio.
Immobile.
Che diavoleria era?
Innamorato di chi?
Lui non aveva mai provato quelle cose!
Probabilmente stava solo impazzendo.
Probabilmente tutta questa storia che i Colori stavano tentando di scatafasciare l'Organizzazione, lo stava influenzando più del dovuto.
Lui all'amore non ci credeva e non sentiva l'esigenza di provarlo per qualcun altro.
Non gli interessavano nemmeno quelle smancerie, quali baci o abbracci.
Anche se si era sentito strano quando si era ritrovato tra le braccia del rosso.
Bene.
Felice.
Protetto.
Scosse la testa: perché caspita quel roscio era sempre in mezzo ai suoi pensieri?
Basta, doveva evitare di averci a che fare per un po'.
Stando da solo avrebbe capito chi è che gli ronzava intorno facendogli vedere quei colori sgargianti e gli avrebbe dato il ben servito.
Così avrebbe interrotto quel processo e avrebbe proseguito per la sua strada.
Innamorato, lui?
Avrebbe dimostrato a chiunque, genitori compresi, che non lo era.
Ma prima di tutto doveva mettere in chiaro le cose con quello lì.
L'aveva aspettato per tutto il pomeriggio.
Coerenza zero: prima decideva che non doveva nemmeno incrociare la sua ombra per strada e poi stava sul gradino della porta ad aspettarlo.
Ah, ma il rosso lo doveva solo ringraziare per il fatto che fosse stato così paziente.
Verso l'ora di cena era andato a mangiare del ramen ed era tornato nuovamente davanti alla villa.
E se non rientrava?
E se fosse stato catturato?
E se gli fosse successo qualcosa?
E se... Basta.
Da dove salvano fuori quelle paranoie?
Manco fosse sua madre.
Un rumore di passi proveniente dal fondo della via echeggiò nella notte.
Tese le orecchie: erano due persone.
Uno era il rosso, la cui risata era irriconoscibile, mentre l'altra voce era a lui nuova.
Quando arrivarono di fronte alla villa, si nascose tra i cespugli del giardino ad osservare i due.
Sembravano molto in intimità.
Chi era quello?
Che ci faceva con Kirishima?
"Grazie per la giornata." disse il rosso leggermente in imbarazzo.
Socchiuse gli occhi: quel porcospino aveva di nuovo l'effetto collaterale sul viso.
Spalancò i rubini quando i due si abbracciarono: sembravano fin troppo in intimità.
Uscì dal suo nascondiglio, avvicinandosi a loro con passo marziale e prese per la collottola Kirishima.
"Ti sto aspettando da tutto il giorno!"
Solo allora Bakugou notò che lo sconosciuto aveva anch'egli gli occhi rossi.
"Bro, ma che ci fai qui?"
"Aspetto te, cretino. Quindi ora muoviti che mi devi preparare il caffè!"
Non gli importava chi fosse quello lì: non si doveva permettere di avvicinarsi a Kirishima, specialmente di prendersi tutta quella confidenza ed abbracciarlo.
Lo trascinò fin davanti alla porta, vedendo con la coda dell'occhio che il rosso salutava con la mano l'altro e lo liberò intimandogli di aprire.
Una volta entrati l'altro gli rivolse uno sguardo indispettito e si diresse in cucina senza dirgli nulla.
Non solo si faceva attendere tutto il giorno, ma si arrabbiava persino!
Ok, forse aveva un po' esagerato, non si spiegava nemmeno lui quel comportamento.
Forse si era solo spazientito per aver sprecato una giornata in quel cortile a far nulla.
Che poi, lui non aspettava mai nessuno.
Si stava smarrendo?
Kirishima gli posò davanti la tazzina di caffè sbattendola leggermente sul tavolo e lo vide uscire dalla cucina.
"Tu non prendi il caffè?" domandò senza pensare andandogli dietro.
"Non ho voglia di caffè."
Forse era una delle poche volte che il rosso si irritava nei suoi confronti.
Forse non aveva solo esagerato un po' .
Un po' tanto.
"Ti ho aspettato tutto il giorno e come minimo potresti sederti a prendere una tazzina di caffè."
"Bro, ti parlo francamente. Mi sto stancando di questo tuo modo di fare. Sparisci, riappari, sparisci di nuovo e poi quando riappari, ti permetti pure di fare una scenata di gelosia davanti a mio fratello."
Nonostante quelle parole fossero dette con una calma disarmante, si sentì realmente uno schifo.
Un momento.
"Tuo fratello? Non sapevo che quello lì fosse tuo fratello! Non sapevo nemmeno che l'avessi!"
"È figlio di mio padre, ma non giustifica il tuo comportamento. Tra l'altro, invece di aspettare potevi mandare semplicemente un messaggio e ti avrei detto a che ora sarei rientrato."
Giusto.
Aveva perfettamente ragione.
Ma lui non sapeva relazionarsi con le persone, anche se con il rosso non aveva mai avuto alcun tipo di problemi.
Perché iniziava a farseli adesso?
Aveva appena fatto una scenata di gelosia senza rendersene conto.
Geloso di Kirishima?
Erano amici.
Chiunque avrebbe reagito in quel modo.
Ma il rosso era così anche con i suoi ex compagni di classe, anche se a lui aveva sempre riservato un comportamento quasi speciale.
Forse quella favoletta della buonanotte non era poi tanto favoletta.
Non si stava smarrendo: aveva capito di aver perso a qualcosa che non desiderava: l'Amore.

True Colors [Kiribaku/Bakushima]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora