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Avere completamente il controllo lo faceva sentire potente.
Ora lo sarebbe stato anche verso il rosso e quell'invito a proseguire era stato ben accettato.
Si sarebbe ripreso ciò che gli apparteneva.
Fece scivolare una mano lungo il petto del rosso, arrivando all'inguine e spostarla poi sul fianco, dove prese salda l'anca.
Voleva vedere quel volto stravolto dalla passione, il vortice di lussuria che lo divorava sempre di più solo per merito suo.
Voleva vedere Kirishima indifeso e arrendersi a lui.
Quella era la realtà.
Quel bastardo di Akira aveva giocato anche con lui attraverso le illusioni, ma il rosso era reale.
Lo percepiva dalla temperatura nella stanza che si alzava e dai sospiri che Kirishima abbandonava al solo sfiorarlo.
"Ti farò godere come nessuno abbia mai fatto. Probabilmente ti sfonderò e non riuscirai a camminare per una settimana. Sei così eccitante."
La piccola risata del rosso lo fece accigliare.
"Vediamo se sarà così, Mister Finezza."
Un ghigno si formò sul suo pallido viso.
"Non lamentarti dopo, Mister Innocenza."
Gli sfilò la maglia, prendendosi il tempo di ammirare quel corpo con fin troppe cicatrici.
Se quel bastardo credeva di avergli rovinato la corporatura lasciandogli quei segni, si sbagliava: quelle linee chiare rendevano ancor più attraente quella pelle ambrata.
Si leccò le labbra, mettendo un ginocchio appoggiato tra le sue gambe e iniziando a costellare il collo del rosso.
"Ti stai eccitando."
Sentiva un rigonfiamento non indifferente a contatto con il suo ginocchio, scendendo con la punta della lingua dal collo per disegnare la clavicola.
Una mano ancorata ancora a quella del rosso, l'altra scivolava sempre più rapida lungo il fianco del rosso, pizzicando di tanto in tanto la pelle.
Voleva saltargli letteralmente addosso, ma per questa volta sarebbe andato con calma.
O almeno ci avrebbe provato.
Non avrebbe permesso ai ricordi di distruggere quel loro momento di intimità.
Doveva distrarre Kirishima e farlo concentrare su quello che gli stava facendo.
Si alzò, lasciandolo in balia a quella strana voglia che lo stava divorando, quella caratterizzata dai pensieri più impuri.
Prese un paio di manette, rigorosamente di pelle rossa, e lo incatenò alla testiera del letto.
Fargli quelle cose, oltre ad eccitarlo, ripeteva un po' quello che aveva dovuto sopportare.
Ne era consapevole, ma doveva riaffrontare tutto in un altro ambiente.
"Sei pronto, squaletto?" gli domandò sedendosi a cavalcioni su di lui, strisciando involontariamente i loro bacini mentre si abbassava a sussurrargli tutte le cose perverse che gli passavano per la mente.

Benché non fosse educato, quella perversione esposta senza giri di parole era eccitante.
Bakugou non si tradiva nemmeno in quei momenti, dicendogli cose fin troppo sconce.
Non voleva essere bendato.
Non voleva essere immobilizzato.
Ma quel non volere era solamente dettato dalle presenze che riaffioravano nella sua mente.
Il corpo reagiva in maniera totalmente opposta a quello che voleva, rendendolo un fremito unico e aspettando quasi con ansia la prossima mossa del biondo.
Abbandonarsi a lui era facile: rude, volgare, tutto quello che aveva sempre immaginato che fosse stata una loro notte, si stava materializzando senza che lui conducesse il gioco.
Totalmente abbandonato a lui.
Un verso strozzato uscì senza il suo controllo, sentendo i denti affondare quasi a carne sulla sua spalla, percependo un piccolo dolore fin troppo reale.
Il biondo si concentrò a stuzzicargli un capezzolo con i denti, beandosi probabilmente dei suoi respiri sempre più sonori.
Lo stava facendo impazzire.
La tachicardia aumentava, il cervello alternava il buio della benda ai volti delle persone che avevano abusato di lui, ma si maledì quando quell'erotismo lo coinvolse talmente tanto da emettere il primo gemito.
La mano che era sul suo fianco era scivolata sulla sua intimità, passando sopra il pantalone della tuta con movimenti sempre più decisi, finché, quella mano, non fece prendere aria alla sua erezione ormai evidente.
Lo voleva.
Voleva che lo prendesse senza troppi preamboli.
Voleva far sfogo alla sua parte perversa.
Tentò di chiamare il ragazzo, ma ne uscì una voce alterata, quasi al limite della decenza.

True Colors [Kiribaku/Bakushima]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora