Capitolo 34.

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Ci precipitammo immediatamente in ospedale e non appena fummo arrivati chiedemmo ad un'infermiera informazioni su mio fratello, sperando che ci potesse dare buone notizie. La giovane donna però ci condusse in una sala d'attesa

-Voi siete i signori Taylor? I genitori di Josh Taylor?- domandò

-Si, io sono suo padre- rispose agitato

-Può mostrarmi un documento, signore?- fece lei gentilmente mentre mio padre le mostrava spazientito la carta d'identità

-Bene, ora se non le dispiace, firmi questi - disse la donna porgendogli un mucchio di scartoffie. Io non ne potevo più, dovevo sapere cosa stava succedendo.

-Per favore, mi può dire come sta mio fratello?- supplicai tra le lacrime.

-A causa del forte impatto avvenuto durante l'incidente il ragazzo ha subito una micro emorragia celebrale e delle gravi lesioni alla gamba destra, al momento si trova in sala operatoria. Sfortunatamente la situazione è grave, ma ci sono delle possibilità di ripresa, quindi non perdete le speranze- ci informò.

E se non si fosse ripreso?

-E invece Gregor Taylor? L'altro ragazzo che era in macchina con Josh?- domandò mio padre in preda all'agitazione.

-Oh io sto abbastanza bene- intervenne il diretto interessato arrivando alle nostre spalle su una sedia a rotelle. Bhe non sembrava proprio messo al meglio.

- Ho una frattura alla gamba e il torcicollo, tutto qua-

Menomale che almeno lui era alquanto ottimista.

Mio padre chiamò mia madre per avvisarla dell'avvenuto e lei decise di prendere il primo aereo per venire in America. Io avevo bisogno di qualcuno vicino a me in quel momento, qualcuno che mi amasse davvero e potesse aiutarmi a superare quella situazione. Dopo essermi calmata da una crisi di pianto, decisi di telefonare a Louis, sperando che almeno stavolta mi avrebbe risposto. Dopo pochi squilli finalmente sentii la sua voce, mi era mancato molto in questi giorni.

-Pronto?- fece il ragazzo con tono spento e stanco. Io non riuscivo a rispondere, cercavo di parlare ma dalle mie labbra uscivano solo singhiozzi.

-Hope? Piccola cos'hai?- domandò preoccupato.

- L-Louis..- sibilai fra le lacrime. Ecco che un'altra crisi di pianto si impossessava di me.

-Ehi stai calma, respira... riesci a dirmi perchè piangi?- chiese dolcemente cercando di calmarmi. Lentamente il miei battiti tornarono regolari e le lacrime diminuirono. Presi dei respiri profondi e finalmente parlai

-.. J-Josh, lui ha avuto un incidente e... e ora è in condizioni gravi, ci sono poche possibilità di ripresa, io .. io non so cosa fare Louis ti prego aiutami..- supplicai disperata al ragazzo. Per qualche secondo sentii solo silenzio dall'altra parte.

-Vengo lì- affermò con voce debole, probabilmente anche lui stava piangendo .

-Cosa? No Louis è impossibile, non puoi affrontare un viaggio del genere per questo, spendere tutti quei soldi.. e poi mia madre sta andando all'aeroporto, verrà lei qua..- cercai di fermarlo ma lui mi interruppe -Non pensarci, farei questo ed altro per il mio migliore amico e soprattutto per te. Avevo messo alcuni soldi da parte, acquisterò con quelli il biglietto, stai tranquilla. Ora vado a raggiungere tua madre-

-Ma tua mamma cosa dirà?- questa volta fui io ad interromperlo

-Capirà. Ora vado, ci sentiamo più tardi-

-Ok a dopo.. e grazie-

-Ti amo-

-Anche io Lou- terminai la telefonata e tornai a sedermi dagli altri.

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