capitolo 17

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<E adesso che facciamo?>chiedo alquanto preoccupata,spero vivamente che Tal non abbia in mente qualche altro progetto punitivo nei miei confronti..
<Si va a mangiare.>Risponde Pete senza neanche pensarci e inizio a credere che io e lui siamo molto simili. Il nostro primo pensiero è il cibo.
<Cosa?>Chiede Marta che da quando è qui ha smesso di essere una super viziata e mangia senza fare storie.
<Direi sushi.>Interviene Tal<E dato che sono la vostra guida per oggi pagherò io.>Aggiunge battendo una mano sul petto.
<Mi sembra il minimo che tu possa fare.>Mi viene spontaneo dirglielo.
<Bene allora non pagherò per te.>Mi informa facendomi l'occhiolino.
<Che cosa? Mi dovresti comprare l'intero ristorante per scusarti di come ti stai comportando.>Gli punto l'indice contro assottigliando gli occhi.
Lui alza le mani<Io? Non sto facendo nulla. Mi accusi ingiustamente. Sono così offeso.>Mi sorride e inizia a camminare per il sentiero.
<Ti piace il sushi?>Mi chiede Singto.
<Mi fa impazzire ,da quando siamo qui ancora non lo abbiamo mangiato e poi se paga lui sarà ancora più squisito.>
Se la ride divertito e insieme ci avviamo alla macchina.
Mi accomodo ormai al mio posto e allaccio la cintura.
<Vi conoscete da tanto voi tre?>in realtà è una domanda che avrei sempre voluto fargli,ma puntualmente mi passava di mente.
<Abbastanza. Siamo tutti e tre molto diversi e nonostante questo andiamo d'accordo.>
<si infatti! Avete un bel rapporto.>
<Grazie anche voi ragazze sembrate unite.>
<Siamo letteralmente cresciute insieme,spesso litighiamo,beh diciamo troppo spesso però ci vogliamo un bene dell'anima.>
Passiamo il resto del tragitto a parlare delle nostre amicizie fino a quando Singto mette la freccia e parcheggia lungo il marciapiede. Mi guardo intorno e non noto alcun ristorante.
<Resta qui torno subito.>Mi dice slacciando la cintura e scendendo di corsa. Lo vedo avvicinarsi ad una bancarella e parlare con il proprietario.
Dopo qualche minuto è di ritorno con qualcosa tra le mani. Entra in auto e mi porge un piccolo contenitore fatto di foglie verdi con delle strane palline all'Interno. Il profumo è davvero invitante e anche lui mi guarda in attesa che io le assaggi. Do un morso ed è davvero strepitosi.
<Sapevo ti sarebbero piaciuti.>Mi dice orgoglioso intuendo dalle mie espressioni quanto abbia apprezzato il piccolo dolce.
<Sono buonissimi. Ma cosa sono? >
<Si chiamano khanom krok,sono palline di riso al cocco.>Mi spiega mentre io continuo ad ingurgutare il dolce meraviglioso,super felice che lui abbia avuto il meraviglioso pensiero di farmelo provare.
Mi guarda sorridente e dopo aver messo in moto l'auto parte.
Arriviamo davanti al ristorante dove ad attenderci c'è solo Tal con le braccia incrociate.
<Era ora! Gli altri sono già dentro. È mai possibile che per voi piccioncini ogni occasione è buona per fare cose perverse?!>
Lo guardo a bocca aperta mentre con fare indifferente entra nel locale.
<Lascialo perdere.  Ormai hai capito anche tu come è fatto.>Mi consola Singto passandosi una mano tra i capelli.
<Si lo so. Ma da buona italiana quale sono non posso fargliele passare tutte lisce.>
<Va bene, ma non esagerare.>Mi sorride scompigliandomi i capelli e sparendo anche lui all'interno del ristorante.
Adoro la sua dolcezza e quel modo naturale che ha di prendersi cura degli altri ed in particolare si me.
Ogni suo gesto mi fa perdere il respiro per qualche secondo.
Sono completamente cotta!!!

Finalmente il cameriere arriva con un'enorme barca piena,ma che dico,stracolma di succulento sushi.
Pete è il primo a tuffarsi a capofitto, riempie il suo piatto e con la gioia sul viso inizia a mangiare.  Io vorrei davvero seguirlo a ruota accontentandomi dell'intera imbarcazione, ma sono costretta a darmi un contegno.
Prendo qualche pezzo adagiandolo sul piatto e con la coda dell'occhio osservo Tal che con estrema attenzione e minuzia sceglie i gusti da mangiare.
<È allergico ai crostacei > mi informa Singto che sembra avermi letto nella mente.
<Davvero? > chiedo con un ghigno malefico e lui annuisce confermandolo.
Prendo la mia inseparabile forchetta,ebbene si sono l'unica nel ristorante o se vogliamo nell'intera Bangkok a non saper usare le bacchette e sinceramente dopo l'ultima volta ho deciso di non provarci più.  Eravamo a mangiare i noodles,per fortuna solo noi tre , quando,dopo averci messo il massimo impegno per afferrare uno spaghetto  con quei legnetti,l'intero piatto si rovescia addosso a me con tanto di brodo bollente.
Inutile dire che ho tenuto per me le grida di dolore e le varie parolacce che avrei voluto urlare a squarciagola,perché mai come in quel momento il locale era strapieno.
Ho ancora le gambe arrossate a causa di quella lava al sapor di pesce.
Ormai le bacchette sono state catalogate tra gli aggeggi infernali che non utilizzerò mai nella mia vita.

Dottoranda In AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora