Capitolo 31

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<Non sarà meglio incontrarlo più tardi? Quando ha finito di lavorare? >
<Dov'è finita tutta la tua fretta di vederlo? >Mi chiede con un ghigno insopportabile.
<Ha lasciato posto solo all'ansia. >Rispondo mesta. Più si avvicina il momento di rincontrarlo e più il mio stomaco si contorce.
<Poco mi interessa. >
<Ehi non è così che si trattano gli amici. >Gli faccio notare mettendo il broncio.
<Non ho mai detto che tu sia mia amica. >
Schiocco la lingua sotto al palato e lo fisso per qualche secondo.
<Cosa vuoi? Mi stai facendo paura. >
<Mmhmmh lo so che sotto il tuo aspetto da duro si nasconde un cucciolo bisognoso di coccole.>
<Ok ok sei più psicopatica di quel che credevo. Per favore mantieni una distanza di sicurezza. >Mette le borse tra di noi per evitare qualsiasi contatto.
Arriviamo alla nostra destinazione e scendiamo dal taxi.
<Sei proprio sicuro che possiamo entrare? >Chiedo osservando il grande cancello davanti a noi.
<Certo. >mi risponde Tal tranquillamente.
<Sicuro sicuro sicuro? >
<Si>inizia ad essere stizzito.
<Non può entrare solo il personale autorizzato? >Chiedo ancora mentre il panico mi sta letteralmente assalendo. La verità è che non ho paura che qualcuno possa buttarci fuori, ma ho l'ansia di rivederlo.
Cosa succederà? Come dovrei reagire? Come reagirà lui? E se avessi fatto tutto questo inutilmente e alla fine rimarrò persino più ferita? Migliaia di domande affollano la mia mente ed io non sono in grado di risponderne a nessuna. Ho la stessa ansia di chi sta attraversando un canyon su un filo sottilissimo e sotto ha solo il vuoto.
<Vuoi calmarti? Tu seguimi e sta zitta. >Tal mi prende per mano e mi porta con forza dentro all'edificio.
È un continuo via vai di persone, alcune delle quali salutano il mio accompagnatore e due ragazze si fermando a parlare con lui.
Gli indicano qualcosa e vanno via .
Continuiamo a percorrere il lungo corridoio sino ad un'enorme porta che ci conduce all'esterno . Mi guardo intorno in quello che sembra un un campo di atletica pieno di telecamere e persone.
Cerco Singto e riesco a trovarlo in un angolo mentre dialoga allegramente con altri ragazzi.
Il mio cuore arriva in gola e il battito lo sento sin dentro alle orecchie, non avrei mai pensato che rivederlo mi avrebbe fatto questo effetto.
Noto con la coda dell'occhio Tal che sta per alzare la mano, forse per richiamare la sua attenzione, ma io non sono ancora pronta, così cerco di temporeggiare.
<Perché non glielo hai mai detto? >Gli chiedo bloccandogli il braccio e portandolo di nuovo giù. .
<Cosa? >
<Che sei un idiota. >
Lui mi guarda male e sta per rialzare la mano.
<ok ok scherzavo. Intendevo dire perché non gli hai mai confessato i tuoi sentimenti?>
<Per non rovinare la nostra amicizia. >Fa un sospiro triste <E poi lui non è gay.>
<Oh ti posso assicurare che non lo è. >confermo io.
<Ti ringrazio per la precisazione. >
<Ma figurati! È solo che davvero non lo è. Posso garantire che non lo è neanche un pò. Anzi se proprio vuoi saperlo, le sue... >
<OK ok ho capito. >Mi tappa la bocca con la mano prima che possa continuare ad infierire.
Fa un sospiro molto più triste di quello precedente e abbassa la testa facendomi sentire in colpa.
<Scusami io ho esagerato. >
<Non è per quello che hai detto. Chi mai ti ascolterebbe? È solo che.... >
<È solo che?? >Cavolo quanto odio le pause ad effetto, se devi esprimere un concetto fallo e basta!
<Quando gli dirò tutto niente sarà più come prima.>
<Cosa devi dirgli? >
<Quello che ho fatto. >mi osserva con la sua solita aria di superiorità ed io vorrei tirargli un pugno sul naso.
Nessuno riesce a farmi innervosire come lui.
<Non vedo perché devi farlo.>dico ovvia.
<mmmh e allora sentiamo miss intelligenza, quando vorrà avere delle spiegazioni cosa gli racconteremo? >
Rifletto un pò, ma adesso non mi viene in mente alcuna idea<Quando sarà il momento ci penseremo, è inutile fasciarsi la testa prima del dovuto. >
<Chissà perché non mi fido affatto di te. >confessa abbassando nuovamente lo sguardo.
Non so per quale motivo non riesco ad odiarlo. Neanche quando continua a dire cose così cattive nei miei confronti mi fa molta tenerezza.
Forse perché ho vinto io?!
Metto una mano sulla sua testa e lo accarezzo cercando di tirargli un pò su il morale.
<Protesti smettere? >
<E perché? Dovresti ringraziarmi che sono così gentile. >
<si ma io non sono un cane. >Sembra si stia arrabbiando.
<Su su tranquillo. >Continuo sadica.
<Smetti di accarezzarmi. >Dice a denti stretti.
<No hai dei capelli così morbidi.>
<Ci stanno guardando tutti. >Afferma imbarazzato.
Mi volto e tutte le persone presenti ci stanno fissando.
<È mai possibile che tu debba fare solo figuracce?> Mi chiede con il viso in fiamme.
Sollevo la mano dalla sua testa e la uso per salutare tutti,sorridendo come una stupida.
<Ricordami di stare lontano almeno un kilometro da te da oggi in poi. >Mi punta il dito contro e prima che possa iniziare a vomitarmi addosso il suo nervosismo vengo presa per un braccio e trascinata all'interno dell'edificio fin dentro una stanza.
Singto finalmente si ferma senza lasciare la mia mano e si mette proprio di fronte a me.
Ci guardiamo negli occhi ed ora inizio a temere di aver sbagliato a venire qui perché sembra quasi arrabbiato.
<Scusami.>Mi dice abbassando il capo.
<Banale.>affermo senza neanche accorgermene.
<Mi dispiace.>ritenta lui.
<Sai che è solo un sinonimo? stai solo peggiorando la tua situazione .>Sto prendendo la mia rivincita e la cosa mi piace.
<Ok lo so che sono stato un completo idiota...>
<Fin troppo riduttivo.>
<Mi lasci parlare?>mi chiede tra il divertito e l'arrabbiato.
<Prego.>prendo posto su un banco pronta ad ascoltarlo.
<Non avrei dovuto credere a quello che mi era stato detto. O meglio non avrei mai dovuto supporre senza prima confrontarmi con te. Ho preferito la via più semplice nascondendomi appena le cose si sono fatte più complicate,ma dopo che sei andata via e non hai più risposto alle mie chiamate ho capito quanto fossi stato stupido. Mi perdoni? >
<no! >
<No? >
<No! >
<Ma.... >
<Sarebbe troppo semplice così. Tu sbagli, chiedi scusa ed io ti perdono. No no. Non va bene.>
<Hai intenzione di farmela pagare? >
<Certo! Molto amaramente. >
Lui mi sorride e mi abbraccia cogliendomi di sorpresa.
<Va bene, puoi anche torturarmi, l'importante è che tu sia qui. >
<Attenzione a quel che dici, perché potrei prenderti in parola. >
Fa sfiorare i nostri nasi e mi lascia un bacio sulla fronte, facendo vibrare il mio cuore.
<Andiamo. >Mi prende per mano e torniamo all'esterno.
Sembra che tutti stessero aspettando il nostro ritorno e mi sento a disagio sotto i loro sguardi curiosi.
Mi avvicino a Tal mentre Singto va a parlare con un signore.
<Il tuo cuore adesso sta bene? >
<Ti prego non fare quella faccia. >Mi fiondo ad abbracciarlo ma lui mi scansa brutalmente.
<Non sto male per lui. >
<Ah no? >
<In quarantotto ore ho fatto trenta ore di volo non pensi che possa essere stanco? >Mi fa notare ed in effetti le occhiaie che ha confermano ciò che ha detto.
<Possiamo andare ragazzi. >Singto mi mette una mano sul fianco e ci avviamo verso l'uscita.
Mi accomodo nella sua auto prendendo posto sui sedili posteriori.
<Dove alloggerai? >Mi chiede ed io per poco non collasso. Tanto che ero èccitata di venire qui non ho pensato minimamente di provvedere ad avere un tetto sulla testa.
<Puoi venire a stare da me. >
<Mai. Starò da Tal. >Mi sforzo di sembrare convinta, anche se il mio desiderio è andare da lui.
Entrambi i ragazzi davanti a me trasaliscono e Tal si volta quasi uccidendomi con lo sguardo,ma io non mi lascio influenzare e guardo fuori al finestrino chiudendomi nel mio silenzio.
<ehi Tal. >Singto si rivolge al suo amico fermandosi ad un semaforo rosso<Come hai fatto ad avere quelle foto? >
Sento il fiotto di saliva che il ragazzo davanti a me ingoia mentre sulla mia fronte una goccia di sudore di un kilo scende inesorabile.
<Ok vengo a stare da te >Dico quasi urlando sperando di aver interrotto la discussione.
Singto s i volta a guardarmi sorpreso dal mio cambio di idea.
In breve tempo arriviamo davanti casa di Tal che si defila alla velocità della luce mentre io mi siedo al posto del passeggero. Per tutto il tragitto resto in silenzio, lui invece ha continuato a lanciarmi occhiate e a tentare di parlare, ma ogni volta rinunciava forse per paura di dire qualcosa di sbagliato.
Parcheggia e lo seguo fin dentro casa.
<Sei sicuro che ai tuoi genitori non sia fastidio? >
<Vivo da solo >Mi informa appoggiando la valigia a terra e il mio cuore inizia a fare i salti di gioia.
<Vuoi mangiare qualcosa? >
<In realtà vorrei solo farmi una doccia e andare a dormire. >tra il viaggio e il fuso orario mi sento davvero a pezzi.
Faccio una doccia veloce e mi fiondo sul divano approfittando della sua assenza.
<perché sei sul divano? >Mi chiede con un sopracciglio alzato.
<Dove dovrei essere? >
Non che io non voglia dormire con lui, ma devo portare avanti il mio piano di rivincita.
<Sai bene che non ti permetterò di dormire sul divano. Se sei così arrabbiata con me lo capisco quindi starò io qui, tu vai nel mio letto. >
È tremendamente serio ed io sono molto commossa.
<Sono io l'intrusa quindi va bene così. >
<Chiara... >
Lo guardo e capisco che è inutile discuterne.
<Ok ti concederó l'onore di dormire con me, ma non potrai neanche sfiorarmi. > lo avviso assottigliando gli occhi.
<Ti do la mia parola. >
Mi alzo ed entro in camera.
Mi sdraio rivolta verso il muro e appoggio la testa sul cuscino.
<Vorrei davvero baciarti. >
<Non osare. >Lo minaccio, ma lui se ne frega e mi lascia un bacio tra i capelli <Sono felice che tu sia qui. Buonanotte! >
<Notte. >Mi limito a dire e neppure l'eccitazione del momento riesce a tenere aperte le mie palpebre

Dottoranda In AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora