capitolo 19

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<Come si chiama quell'animale che per scampare al nemico fa finta di essere morto?> chiedo di ritorno dal bagno.
Le mie due amiche mi guardano confuse<Il bradipo.>Risponde convinta Giulia.
<no non è lui.>
<si invece.>
<No il bradipo è semplicemente lento un po' come Chiara,ma da qui a dire che sembra morto no eh?!>Ci informa invece Marta ed io non posso far altro che alzare gli occhi al cielo.<Penso tu stia parlando dell'opossum.>continua leggendo sul suo smartphone.
< Esatto è proprio quello.>Dico tornando nel bagno e seguita da entrambe.
<ora ci vuoi illuminare sul perché di questa domanda?>Giulia mi fissa con quello sguardo inquisitorio che detesto.
<Perché penso  proprio che il pesce nel nostro acquario creda di essere un opossum o forse lo era nella sua precedente vita.>
<Perché?>
<Sta di nuovo facendo la parte del deceduto.>
<Sicura che stavolta non sia morto davvero?>Marta si avvicina all'acquario,deve essersi affezionata al piccolo attore.
<No è di nuovo sul fondo.>le rispondo indicandolo.
<Facciamo la prova del mangime allora.>Sembra addirittura eccitata dallo strano comportamento del nostro coinquilino.
Faccio come mi dice,prendo un po'di polvere dal barattolo e ne butto nell'acqua. Come per magia il pesce si rianima ingozzandosi in tempo da record.
<Questo pesce è da oscar.> mi fa notare Marta.
Annuisco vigorosamente<Già io lo scritturerei per un nuovo film " il pesce dallo scatto felino"
Potremo diventare famose.>Ipotizzo io con un po' di fantasia.
<Già e miliardarie.>Aggiunge Marta<Sarà il nuovo Di Caprio.>
<Oppure vi rinchiuderanno semplicemente  in una stanza  e vi imbottiranno di psico farmaci.>Giulia spegne ogni nostro entusiasmo con il suo solito cinismo.
<Tu non sei in grado di riconoscere il suo talento e penso davvero che la tua antipatia non sia a norma. Voglio dire dovrebbero metterti delle limitazioni.>
Lei si limita a passarsi una mano sul viso per poi tornare nella stanza.
<Marta?>
<Che c'è?>La mia amica si ferma sul ciglio della porta ed io mi avvicino per sussurrarle la domanda criminale che voglio farle.
<Tu pensi che se portassi con me in Italia Arthur potrebbero accusarmi di furto?>
<No di rapimento di minori.>Giulia appare all'improvviso.
<Sei una pettegola eri nascosta ad origliare.>
<Non mi perderei per nulla al mondo neanche una delle tue idee strampalate.
<Forse per una regina di ghiaccio come te potrebbero sembrare strampalate ma per chi ha un cuore è del tutto normale.>
Mi avvicino all'acquario<Ormai abbiamo instaurato un bel rapporto,mi ascolta senza fare storie. Non posso lasciarlo qui e partire senza di lui.>
<Strano con me è un gran chiacchierone.>Ironizza Giulia che dopo aver scosso la testa più volte scompare di nuovo.
<Sai penso abbia ragione lei e in più in aereo non possono entrare liquidi,quindi a meno che tu voglia ibernarlo non si può fare.>Marta purtroppo distrugge tutte le mie speranze anche perché so che ha pienamente ragione.
<Quando torneremo ti comprerò un pesce te lo prometto.>Prova a consolarmi e sembra tanto mio padre quando doveva portarmi alle feste di paese e puntualmente ci fermavamo alla pesca magica. Che poi magica non era perché quei poveri animali avevano vita media di un anno.
<Non è la stessa cosa.>Le rispondo a malincuore.<Lui è unico e non può essere rimpiazzato.>
<Forza amica pensa a divertirti sei in vacanza.>
Annuisco con poco entusiasmo e mi tuffo sul letto,ormai è diventata la mia disciplina preferita,neanche la Cagnotto è ai miei livelli.

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<Ancora non ci hai detto dove siamo dirette.>
Marta per l'ennesima volta mi chiede la stessa identica cosa e per l'ennesima volta riceve la stessa risposta,il mio silenzio.
In effetti quando mi hanno chiesto di organizzare la nostra giornata non ne avevo alcuna voglia,alla fine girare per la città con Singto è un'altra storia,ma per evitare una discussione inutile mi sono messa alla ricerca su Internet.
Dopo tanto girovagare per il web finalmente ho trovato ciò che mi interessava e senza dare alcuna spiegazione ho messo fretta alle mie amiche e adesso siamo in viaggio verso la nostra meta.
<Si può sapere perché fai tanto la misteriosa?>Giulia è visibilmente scocciata,ma poco importa.
<Perché non voglio che niente vada storto prima di arrivare lì >
<Quindi se me lo sveli potremmo non arrivarci?>
<Esatto.>Chiudo il discorso e continuo a camminare.
Dopo una manciata di  minuti finalmente arriviamo a destinazione.
<Tadan>Dico indicando il grande tempio che sorge sulla collinetta.
<Cosa a che fare un tempio con la tua improvvisa felicità ed eccitazione? Hai intenzione di convertirti?>
<No no! In questo posto ci sono diversi gong e suonandoli potrai chiedere fortuna in qualcosa.>Le informo entusiasta.
Ho trovato il monte d'oro su Internet e quando ho appreso il suo potere non potevo di certo non venire.
<Ecco la solita opportunista.>Mi punzecchia Giulia che guarda ammirata l'alta struttura.
<E tu per cosa chiederai fortuna?>
<Per tutto mi sembra ovvio.>Perché porsi dei limiti?!
<Sei avida amica>
<Questo sarà il posto in cui dirò addio alla sfiga che mi perseguita da anni.>
<Tu sai che devi semplicemente suonare un piccolo gong senza esagerare vero?>Mi chiede Marta.
<No lo suonerò come una batteria, farò tremare la terra e il suono sarà sentito ovunque ed io sarò libera.>Dico in modo teatrale guardando il cielo e adesso non ci starebbe male un bel fulmine che scenda dal cielo a rendere la mia performance perfetta.
Ma non si può avere tutto.
<Beh per quanto tu sia un caso disperato chissà qualcuno avrà pena e finalmente ti aiuterà.>Non so se Marta mi stia prendendo in giro o cerca di consolarmi..
<Oppure semplicemente ci cacceranno dal tempio e ci bandiranno dal paese.Per te penso che neanche Medjugorie riuscirebbe a fare il miracolo.>Giulia sventola la sua mano.
<Sto davvero morendo dalle risate>Dico ironica<Non so come tu faccia a tirare fuori queste perle di simpatia.>
<È un dono innato.>Mi informa orgogliosa mentre io facendole la linguaccia la supero ed entro nel grande cancello.

<Wow questo posto è bellissimo.>Marta incantata continua a guardarsi intorno e non posso darle torto.
Tralasciando il suo compito di "liberatore dalle mie sciagure" questo luogo è davvero meraviglioso.
Arriviamo alla base dei gradini e dopo aver preso un lungo respiro inizio a salire.
Non sono affatto faticosi, neanche per una come me che ha l'affanno dopo due minuti di corsa.
Prendo la borsa e inizio a rovistare  alla ricerca del cellulare tutto qui è da fotografare.
Si sa che non sono una cima d'intelligenza,ma troppo spesso dimentico che non sono in grado di fare due cose contemporaneamente. Così metto un piede male e torno indietro di alcuni gradini.
Un po' come succede al gioco dell'oca peccato però che nel gioco non ci sono decine di persone presenti alla tua rovinosa caduta.
Così con il sedere a terra e la testa china spero che nessuno mi abbia vista.
<È proprio di questo che parlavo.>Sento dirmi dall'alto,ma non ho il tempo di inveire contro la mia amica perché una mano tesa copre la mia visuale.
Mi volto a guardare a chi appartiene e vedo un ragazzo con i capelli rasati ed una tunica arancione che mi sorride.
Imbarazzata al massimo afferro la sua mano e mi alzo grazie al suo aiuto.
Lui mi guarda un po' preoccupato e mi chiede qualcosa,peccato che però io non abbia capito neanche una parola.
Con la speranza che mi abbia chiesto se va tutto bene faccio un cenno con la testa e sorrido. Lui solo in questo momento lascia la mia mano e con una specie di inchino si allontana.
<Dovresti imparare da loro.>Dico avvicinandomi a Giulia minacciandola col mio indice<Vedi come sono gentili ed educate le persone di questo paese?!>
Lei mi guarda pensierosa<Sai il tuo percorso di redenzione non è iniziato nel migliore dei modi.>E ridendo va via.
Io chiudo gli occhi per qualche secondo massaggiandomi le tempie,giusto il tempo di calmarmi ed impedire alle brutte parole di lasciare la mia bocca.
Rimetto il telefono nella borsa e comincio a salire le scale più motivata che mai. Niente mi impedirà di arrivare alla fine di questo percorso.

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Dopo un po' ho finalmente suonato tutti i gong,ma a differenza delle mie iniziali intenzioni l'ho fatto con molta delicatezza perché ho già attirato l'attenzione con la mia sbadataggine.
Ora siamo in cima tutte a bocca aperta a guardare il meraviglioso paesaggio.
Fa qui infatti c'è una vista a trecentosessanta gradi dell'intera città.
Prendo un lungo respiro e guardo le mie amiche<Bene la mia missione è finita adesso possiamo andare a mangiare.>
<Chissà perché immaginavo lo avresti detto. Comunque sono d'accordo con te,anche io ho molta fame.>Marta mi segue a ruota mentre Giulia resta ancorata alla ringhiera.
La fissiamo per un po',ma non sembra abbia intenzione di muoversi.
<Giulia.>le punzecchio la spalla.
Lei come se l'avessi appena svegliata mi guarda spaventata<Cosa c'è?>
<Niente stiamo andando a mangiare,tu puoi restAre, casomai avviene la redenzione e cominci ad essere una persona normale.>
<Davvero molto simpatica.>
<Si già chi va con lo zoppo impara a zoppicare.>

È stata una bella giornata e spero vivamente che il mio impegno venga ripagato.
Dopo aver mangiato un bel piatto di noodles stiamo tornando in hotel percorrendo le strade della città,quando il mio cellulare inizia a suonare.
Dopo tanto cercare riesco a trovarlo e mai mi sarei aspettata una sua chiamata
Ebbene si!Sul display continua a lampeggiare il nome di Singto.
Prima che possa accettare la chiamata la mia strada si incontra,o meglio si scontra con un palo.
Il telefono cade a terra spegnendosi e non so se piangere per il dolore alla fronte o perché è come se avessi rifiutato la sua telefonata.
Con una mano massaggio la parte dolente mentre con l'altra cerco di accenderlo nuovamente.
< Chiara si può sapere perché stai inveendo contro il tuo povero cellulare?>Mi chiede Giulia avvicinandosi a me che accovacciata spero resusciti al più presto.
<Perché? Perché? Perché ha avuto la brillante idea di spegnersi proprio ora.>
<Non è colpa sua.>
<Stai zitta.>
<Che succede?>Anche Marta si avvicina sorridendo sotto i baffi.
Io la filmino con lo sguardo<Era Singto. Capisci? Mi stava chiamando e il telefono cosa fa? Cade a terra e si spegne.>
<Non è il telefono...>
<Non ho bisogno che tu parli e poi se proprio lo vuoi sapere è quel palo che non dovrebbe essere lì.>interrompo Giulia prima che ripeta sempre le stesse cose.
<Già altrimenti persone imbranate come te finiscono per sbattergli contro.>
Evito di risponderla questa volta perché il cellulare ha iniziato a dare segni di vita così faccio partire la chiamata ma risulta spento.
<Uffa .>
<Che c'è stavolta?>
<Avrà pensato che ho rifiutato di proposito la telefonata e lo ha spento.>Mi lagno ad alta voce.
<Io non penso sia così.>Mi consola Marta.
<E invece si. Ho provato di nuovo ma è sempre spento. Lo so mi odia.>
<Potrebbe essere impegnato in un'altra chiamata.>
<Impossibile.>
<E invece è così.>Dice convinta.
<E come fai ad esserne sicura?>
<Perché è proprio li che parla a telefono.>
Seguo con lo sguardo il punto indicato dal suo indice e Singto è proprio davanti al nostro hotel appoggiato alla sua macchina.

Dottoranda In AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora