Quando le campane di inizio anno suonarono, la massa di studenti accalcata davanti alle scale in granito iniziò a salire. Alcuni tenevano lo sguardo basso, troppo spaventati da quel tempio possente per poterlo guardare, altri entravano con tranquillità, ripercorrendo quelle scale che avevano sceso e salito moltissime volte.
Si poteva chiaramente distinguere quelli del primo anno con una sola occhiata: c'era chi guardava le colonne e il frontone con gli occhi che brillavano dalla meraviglia, chi non riusciva a capire l'entusiasmo di vedere uno dei moltissimi templi in giro per la Grecia, e chi temeva già ancora prima di entrare ciò che quella scuola gli avrebbe riservato. La Didumos di certo non aveva aspettative basse, tutti coloro che ne uscivano avevano la strada spianata per la carriera futura, oltre che il nome di una delle scuole più prestigiose scritta elegantemente sul curriculum.
Gli studenti più grandi si diressero a passo svelto e sicuro verso l'Aula Magna, mentre i più piccoli li guardavano stupiti, chiedendosi come potessero essere così indifferenti nel vedere di star camminando dentro ad una struttura secolare, nel vederli appoggiarsi a delle colonne bianche come se fossero appena state costruite, e di passare sopra a delle scritte in greco antico, probabilmente incise su quel marmo secoli prima.
L'Aula Magna era forse l'unica stanza della scuola con una parvenza di modernità, dovuta alle varie sedie, al palco e ai microfoni. I più grandi si sedettero nelle ultime file e ai più piccoli non rimase altro che fare a gara per garantirsi uno dei posti più lontani dalla struttura in legno da cui la preside avrebbe tenuto il suo discorso. Pochissimi avevano la voglia e il coraggio di guardare dritto negli occhi Olimpia Carcus, non che fosse una tiranna, ma avere davanti a sé la rigida e composta figura della donna che dirigeva una delle scuole più importanti al mondo, aveva un suo certo effetto.
L'Aula Magna era stata sistemata in modo tale che potesse ispirare calma e ammirazione negli studenti, il pavimento bianco e le colonne corinzie con decorazioni a fiori di loto rendevano l'atmosfera più colorata, insieme alla tinta delle decorazioni, finemente ristrutturata per essere fedele all'originale. Le file di sedie erano ordinate, poste davanti ad un palco anch'esso in parte di pietra, decorato come fosse un frontone. I più coraggiosi si guardarono attorno e videro che alcuni ragazzi più grandi avevano lasciato i loro posti, strettamente separati dalle file composte, per andare sul palco e salirvi, con calma, senza sentire la pressione di mille occhi puntati addosso, come se quel palcoscenico fosse casa loro, oltre che una inderogabile proprietà. Si misero in piedi, poco distanti dal microfono messo al centro della sala. Dopo un paio di minuti che il silenzio regnava, nella stanza scoppiò il vociare tipico di chi aveva bisogno di scambiare le sue prime impressioni su qualcosa.
Molti erano seriamente interessati ai ragazzi messi composti sul palco, altri erano più propensi ad indicare le divise che i ragazzi più grandi. Indossavano tutti la medesima uniforme, gonna o pantalone che fosse a scelta dello studente, ma alcuni l'avevano bianca, altri l'avevano nera, altri uno spacco tra i due colori. In una parte della sala, un ragazzo, visibilmente uno del terzo anno, scattava foto ai nuovi arrivati, che curiosi si domandavano a vicenda il perché delle divise, il significato delle varie scritte in greco ed in latino presenti sui muri e sul pavimento e chi invece aveva troppa paura anche solo per alzare timidamente lo sguardo.
Il giovane ragazzo con la macchina fotografica era intento a nascondere il viso tondeggiante e la sua massa indistinta di capelli ricci dietro all'obiettivo, scattando foto quasi con noia, come se quelli non fossero scoop interessanti, e che non servissero ad altro oltre che ad avere un buon voto. «I nuovi arrivati sono sempre così strani» disse uno dei ragazzi in fila sopra al palco, alto, magro e biondo, dai lineamenti rigidi e spigolosi. Lo sussurrò semplicemente ma tutti i suoi compagni lo sentirono e soffocarono una risata.

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𝐍𝐈𝐆𝐇𝐓𝐌𝐀𝐑𝐄- ΎΠΝΟΥ ΑΓΩΝ
Fantasía𝑫𝑨𝑵𝑮𝑬𝑹'𝑺 𝑪𝑯𝑰𝑴𝑬𝑹𝑨 °•--𝑑𝑜𝑛'𝑡 𝑠𝑡𝑒𝑎𝑙 𝑜𝑟 𝑐𝑜𝑝𝑦•° La Didumos Academy, Accademia dei Gemelli, è un prestigioso collage situato nell'isola di Itaca. Tale istituto, costruito sul tempio delle divinità Gemellari, Thanatos e Hypnos...