4 - Ad un soffio da te (mai troppo distante, fin troppo lontano)

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Federico

Ancora sotto shock per quello che era successo la notte scorsa avevo provato, per l'ennesima volta, a chiamare Benjamin ma la linea sembrava essere stata interrotta.

«Ancora nulla?» La chiara preoccupazione presente nel tono di Mike, seguita da una stretta rassicurante sulla mia spalla, mi aveva fatto scuotere la testa, mentre stupide lacrime si affacciavano negli occhi.

«No... oddio Mike se penso a quando Ben vedrà la tv! Mi crederà morto!» Invaso dal panico ero scattato in piedi, lasciando cadere la calda coperta nella quale ero avvolto. «Devo vederlo!»

«Fermati Fede! Sei troppo sconvolto per poter guidare e io sono nelle tue stesse condizioni.» aveva sottolineato Mike dopo aver indicato la sua faccia stravolta «Se non fosse stato per te, e la tua fottuta voglia di cioccolata con panna, a quest'ora avremo due cazzo di ali sulla schiena! Sempre che non mi avesse reclamato prima Satana!»

«Hai... hai ragione ma ho davvero bisogno di lui Mikey: solo quando sono vicino a Ben mi sento bene.» Avevo cercato di dimenticare Benjamin in ogni modo, compresa quella piccola fuga per rilassarmi, ma ogni dettaglio mi ricordava lui: il cielo che spesso virava dall'azzurro al verde come i suoi occhi... il profumo di muschio e pino, così simile alla colonia che usava ogni mattina...

Nemmeno fare sesso con Mike era servito: per di più che anche lui usava me per dimenticare il suo ex! Eravamo davvero due casi persi.

Dopo il primo e ultimo orgasmo - che avevamo avuto al nostro arrivo, contro la parete dello chalet - ci eravamo guardati per poi capire quanto fosse inutile: un po' di calore umano e qualche ora di buon sesso, per quanto spesa bene, non ci avrebbe mai tolto le persone che amavamo dal cuore. «Vedrai che entro oggi le linee telefoniche saranno ripristinate. E comunque appena ci saremo ripresi posso sempre riportarti indietro. Non preoccuparti Fede sul serio, di certo...»

«Federico!» Come in un film a rallenty mi ero voltato verso l'entrata del Resort per incrociare gli occhi dell'unica persona che amavo: Benjamin mi aveva trovato! Senza pensare avevo iniziato a correre nella sua direzione, facendo a zig zag tra le poltroncine della hall «Benjamin!»

Un attimo dopo ero stato stretto in un abbraccio stritola costole e niente mi era mai sembrato più bello. Istintivamente gli avevo legato le gambe intorno ai fianchi per poi stringergli le braccia dietro al collo: se avessi potuto avrei bloccato quel frammento di vita negli ingranaggi del tempo. Per sempre.

«Sei... oddio Fede... sei vivo.» Quel bisbiglio detto contro pelle mi aveva fatto annuire con gli occhi bagnati di lacrime. «Sei vivo.» aveva ripetuto senza accennare a staccarsi da me.

Se solo avessi prestato attenzione a quello che stava succedendo intorno a me, avrei notato il pallore di Mike e l'abbraccio nel quale, poco dopo, l'aveva stretto il ragazzo vicino a Benjamin. Ma per me esisteva solo Ben e l'amore che provavo per lui: amore che, però, mi aveva quasi spezzato in due da quando aveva ricominciato a vedere Clare.

Dopo quella che mi parve una piccola eternità le mie ginocchia toccarono qualcosa di morbido: solo allora mi resi conto di essere seduto su un divanetto, a cavalcioni sul suo bacino. «Federico guardami... stai bene?»

Stavo bene? No: avevo una tremenda voglia di piangere per la paura presa e per il mio amore destinato a restare solo un desiderio irrealizzato.

Stare così vicino alla fonte di buona parte del mio malessere mi stava sgretolando l'anima, ma era anche tutto quello di cui avevo bisogno. «No Ben...» avevo risposto con voce tremante mentre stupide e inutili lacrime mi bagnavano le guance «Per nulla! Se non avessi obbligato Mike a uscire per prendere una cioccolata calda a quest'ora non sarei qui con te. Se... se ci pen-so io...»

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