Capitolo 8

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"L'odio viene dal cuore; il rispetto dalla testa; e nessun sentimento è totalmente sotto il nostro controllo"

(Arthur Schopenhauer)

Sotto lo sguardo fisso di James, mi avvicino al suo tavolo, accanto alla finestra che da sul mare. Anche visto da seduto si nota tutta la sua altezza. Indossa un jeans nero, una maglia grigio scuro e un giubbotto di pelle nera. E' impressionante come un'accoppiata così banale riesca a farlo risaltare fra le tante persone. Prendo coraggio e mi siedo al tavolo, sullo sgabello difronte a lui. Dai suoi occhi, traspare una chiara sorpresa, a me inspiegata. Forse pensava che non mi sarei presentata, sinceramente l'avrei pure fatto se no fossi stata ricattata con quella dannatissima foto.
"Sei carina oggi" mi dice, spezzando il silenzio iniziale, accennando un sorriso sbilenco.
"Lo so, comunque mettiamo subito le cose in chiaro; non mi abbindoli con i complimenti o pagandomi da bere sia chiaro, non sono come le altre" dico subito chiarendo le cose.
"Lo avevo notato, non vedo spesso ragazze che minacciano di investire con la moto le persone". Lo guardo sorpresa al pensiero che si ricordi ancora le parole che dissi a quella ragazza la prima volta che lo vidi davanti a questo bar. Dopo poco ordiniamo due birre a il cameriere che dopo aver segnato il nostro ordine di allontana.
"Posso farti una domanda? Mi devo levare questo dubbio"
"Ehm..ok dimmi"
"Perchè tutti a scuola ti chiamano <La ragazza dal cuore di ghiaccio?>"
"Vengo definita senza sentimenti, tutto questo perchè non ho mai accettato le attenzioni dei ragazzi". Mi guardò un'attimo dubbioso e poi disse
"Ti piacciono le ragazze? Mi eccitano molto le lesbiche se ti interessa". Non riuscendo a trattenermi, gli scoppio a ridere in faccia per la comicità che ha preso questa discussione.
"Che c'è da ridere? Se vuoi possiamo fare anche una cosa a tre, niente che non abbia già fatto del resto"
"No no no, aspetta non sono lesbica ma, semplicemente non credo nell'amore e in tutte queste stronzate"
"Interessante, non mi aspettavo questa risposta", disse in tono riflessivo.
"Che ci vuoi fare, anche io a volte mi sorprendo da sola". Scoppiammo entrambi a ridere per l'assurdità dell'argomento. Passiamo il resto del tempo a parlare della scuola e di moto. Non ridevo così da molto tempo , e la cosa più strana è che era proprio lui a cercare di mettermi a mio agio, senza buttarci battute a sfondo sessuale o cose che mi sarei aspettata da lui. Ad un certo punto i suoi occhi, che fino a quel momento non avevano fatto altro che guardare me, si spostano sopra le mi spalle, lanciando uno sguardo infuocato rivolto a non so chi. Il suo cellulare inizia a squillare, mi guarda e mi dice che sarebbe tornato subito, così lo vedo uscire dal locale per rispondere. Resto lì al nostro tavolo perplessa, cercando di trovare un motivo valido a questo suo istantaneo sbalzo d'umore; ok che non mi è mai sembrato uno completamente sano di mente ma non mi sarei mai aspettata fino a questo punto; e poi dicono che la strana sono io, se avessero visto lui in questo momento lo avrebbero considerato un caso da studio. Non mi resta altro che aspettare che torni pensai, contemplando il nulla cosmico come una pazza che si rispetti.
Sono passati 15 minuti e di James nessuna traccia, inizio a pensare che mi abbia lasciata qui come una stupida in piena regola, per andare a raccontare l'accaduto ai suoi amici; anzi, dopo altri 5 minuti ne sono più che certa. Sul punto di una crisi nervosa, mi alzo e mi dirigo a pagare visto che il signorino non ha uscito un centesimo. Pago e sono sul punto di uscire e mandare tutti a fanculo quando mi si avvicina un ragazzo biondo e sorridente. "Come mai una bella ragazza è qui tutta sola?", stranamente la sua domanda non mi ha irritata, cosa che sarebbe successa con chiunque altro, forse sarà per il suo bel sorriso. "La bella ragazza è qui tutta sola perchè è stata piantata in asso" dico con una nota di sarcasmo.
"Che idiota, io non ti avrei mai dato buca. Comunque io sono Tyler Azzon, scusa se non mi sono presentato prima"
"Tranquillo, io sono Megan Devis" gli dico rilassando le mani che precedentemente erano serrate per la rabbia.
"Non sei della Central vero? Mi sarei ricordato di te altrimenti"
"No, vado alla National",
"Che ne pensi di rivederci? Sai Megan Devis qualcosa in te mi attira ma, non so cosa quindi se vuoi scrivimi" mi dice porgendomi un foglietto con il suo numero. Lo prendo e lo metto nella tasca del giubbotto e continuiamo a parlare un po' di tutto.

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