Capitolo 21

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"Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio.
La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce."

(Platone)

James
Le prime luci del mattino filtrano dalle tapparelle mentre 1000 pensieri nella testa mi tormentano. Apro gli occhi e accanto a me trovo quel coglione di Alex, con la bocca aperta e la bava nel cuscino, sembra un bambino. Capisco di non aver nessuna speranza di riprendere sonno quindi mi alzo e scendo in cucina alla ricerca di qualcosa da mangiare. Sono ancora le 6:40, mi sono svegliato addirittura 20 minuti prima del suono della sveglia, cosa mai successa. Prendo una scatola di Reese's Puffs e una tazza, inizio a mangiare i miei cereali, senza latte né caffè, mi piace mangiarli così, a secco. Guardo fuori dalla grande vetrata in cucina che da sulla veranda e vedendo il cielo sereno, tranne per qualche nuvola insignificante, esco dalla porta a finestra e mi siedo sulle scale che danno sul giardino con la tazza in mano. Non capisco perché Megan è sempre nei miei pensieri. Da quando la conosco sono cambiato, e io non voglio cambiare. Non scopo da quasi 2 settimane, non faccio il coglione e non "illudo le ragazze, come dice lei, e questo non è da me. Io mi sto affezionando a lei, non posso negarlo, ma mi sta cambiando senza fare nulla e questa cosa non la capisco proprio. So che non è assolutamente colpa sua, ma DEVO prendere le distanze se voglio riprendere in mano la mia vita. Voglio scopare tutti i giorni con ragazze diverse, voglio essere me stesso.
"Che cazzo pensi alle 7 del mattino?!" urla Alex
"Non penso nulla" dico accendendo una sigaretta guardando la strada che inizia a farsi più trafficata.
"James non sono coglione, con me puoi parlarne, si vede a chilometri di distanza che stai pensando a lei."
"Alex non rompermi le palle, ti prego."
"James ascolta, lei è l'ultima ragazza che si merita di stare male per te, ma io lo vedo come insieme state bene, come tu sei a tuo agio con lei, come sorridi sinceramente e non quei sorrisi finti che fai a tutte le puttane che incontri. Lei ti fa essere la persona che sei veramente, e non il coglione che fai a vedere. Ti conosco da tutta la vita, e so perché sei cambiato, ma devi essere quello che eri." dice Alex con la voce impastata dal sonno.
"Alex, il punto è che a me piace essere il coglione che sono, mi piace farmi una diversa ogni sera, mi piace ubriacarmi e non avere problemi. Solo che da quando la conosco nulla è come era. Tutte le volte che provo a farmi una qualcosa mi blocca, e vado via lasciando le ragazze mezze nude a casa loro, questo non è normale" dico confessando tutto ad Alex
"Non voglio essere un rompicazzo, ma non è che a te piace Meg?"
"No Alex, a me non piace nessuno. Da oggi io prenderò le distanze da lei, e non riuscirai a farmi cambiare idea"
"Stai facendo una gran cazzata, e te ne pentirai"
"Probabile" rispondi mettendo fine a questo discorso.

Sono sulla mia moto, mancano ancora 20 minuti all' inizio delle lezioni. Sfreccio nelle strade di San Diego pensando a chi da oggi non farà più parte della mia vita, Megan. Dopo 5 minuti arriviamo a scuola, parcheggio e scendo. Non appena intravedo Alec, Thomas, Carlos e Bianca, mi incammino verso di loro, dato che abbiamo legato molto. Iniziamo a parlare un po' di tutto, fino a quando io sento la sua voce assonnata dire in lontananza
"Per favore Har, fai veloce non ho chiuso occhi stanotte"
"Sarà la quindicesima volta che me lo dici, guarda che capisco alla prima. E poi si vede che non hai dormito, non ti potevi almeno mettere un po' di copri occhiaie?!" dice Harley
"Har non ne avevo voglia, in che lingua vuoi che te lo dica?!" e alla fine di quelle parole alzo lo sguardo per guardarla in viso e capire cos'abbia che non va. Sorrido appena noto che non ha dormito sul serio; ha il viso spento, ma bello nonostante le poche ore di sonno. Tiene i capelli legati in una coda alta che continua a stringersi, e indossa dei pantaloni della tuta grigia, un top nero che gli arriva all'ombelico e la sua giacca di jeans chiaro strappata e over size. Lei non si è mai accorta o forse non ci fa caso, alle occhiate che i ragazzi le lanciano, ma io solo ora me ne rendo conto vedendo i miei compagni di squadra squadrarla da testa a piedi, rapiti non solo dal suo corpo ma addirittura dal suo essere attraente senza troppi fronzoli a differenza del resto delle ragazze.
Si sta avvicinando con Harley al suo fianco, e be, solo ora mi rendo conto di quanto mi è difficile non guardarla, immaginiamoci ignorarla del tutto. Ma se voglio che le cose tornino com'erano devo farlo.
Sposto lo sguardo forzatamente e in modo brusco, così brusco che tutti mi guardano confusi. Ignoro la cosa, cerco la figura di Alex, che mi guarda male, sto per andarmene.
Ma poi...
"Ei ragazzi"

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