Capitolo 29

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"La tragedia della vita è ciò che muore
dentro di ogni uomo col passare dei giorni"
(Albert  Einstein)

Non so dove cercarlo, è la 3 volta che faccio il giro completo della pista e mi sono stancata di vagare a zonzo come una disperata.
Inutile dire che conosco la maggior parte di persone all'interno di questo posto, e che mi sono dovuta fingere qualcun altro per evitare di conversare e di rispondere a stupide domande come
"Perché non ti si vede da queste parti da due anni?" perché ora come ora la mia risposta sarebbe
"Ma un po' di cazzi vostri no?!"e con questo tipo di persona è meglio limitare le parole se non si vuole correre guai.

Meg fatti venire a prendere e non passare altro tempo qua dentro, per favore ascoltami questa volta, ho un brutto presentimento.

È arrivato il momento che tanto attendevi, sto per fare quello che mi hai consigliato.

Mi stai facendo commuovere! Devo segnare questo giorno.

Estraggo il mio iphone dalla tasca posteriore del jeans e digito il numero dell'unica persona su cui ora posso fare affidamento, Harley. L'aria della sera inizia a rinfrescarmi, il cielo si scurisce sempre di più e io diventerò un polaretto se non si decide a rispondere.
Maledetta io che ho accettato di uscire e per giunta sono venuta con un top mentre fuori fa un freddo cane, e come unico riparo dal gelo indosso una giacchetta che non riscalderebbe nessuno.
DIO, FA CHE RISPONDA!
Come se il grande boss mi avesse ascoltata, dopo circa 4 squilli, la voce di quella finta diciassettenne rimbomba nel mio orecchio, ovviamente assonnata.
Può dormire anche di venerdì sera alle 23?!
"Ei Meg, ero ad un appuntamento con il letto, mi hai interrotta"
"Immaginavo, ma Har sono al Rave, puoi venirmi a prendere?"
"Al Rave?! Megan che cazzo ci fai lí?! Dammi 10 minuti. Cazzo appena arrivo ti faccio il culo" e subito dopo la sento correre e mettere giù la chiamata.
Rassegnata per ciò che mi aspetta mi allontano dalla massa confusa di persone, mettendomi qualche metro più avanti, in attesa che la mia migliore amica arrivi e mi urli contro dando sfogo alla mamma chioccia che è in lei. Percorro gli ultimi metri che mi dividono dalla strada, e anche se sono ormai abbastanza lontana dalla pista, dove ormai sarà iniziata la prima corsa con dove Antony in prima fila pre spennare  il pubblico prendendosi soldi su soldi con le scommesse,vedo molta gente che occupa lo spiazzale.
Arrivata sul ciglio della strada mi fermo ad aspettare che Harley si faccia viva, sperando che non mi uccida.

Dopo 10 minuti, sono ancora qui ferma, immobile ai piedi dell'unico lampione di questa strada al freddo e al gelo un po' come Gesù, con l'unica differenza che io in questo esatto momento pagherei somme esorbitanti per essere riscaldata dal bue e dall'asinello.

Se stai morendo di ipotermia, è solo colpa tua!Io te l'avevo detto di non andare e tu? Indovina un po'!? Sei andata!
Questa è la tua punizione per non ascoltarmi mai.

Fidati che se fosse per me ti strozzerei, peccato che non esisti veramente.
"Megan Emily Devis, sali immediatamente su questa cazzo di auto!" sbraita Harley facendomi spaventare. Le sue urla mi rimbombano ancora nella testa, ed è solo un assaggio...
Senza farmelo ripetere due volte le corro incontro, verso la sua Ranger Rover bianca,stretta a quel pezzo di pelle che osano definire giacca.
Salgo di fretta e mi lascio andare sul sedile accanto a quello del guidatore e tiro un sospiro di sollievo per esserne uscita viva ma soprattutto per non aver incontrato chi non voglio rivedere.
"Per quale assurdo motivo sei andata al Reve?Sei per caso impazzita, hai sbattuto la testa o ti sei semplicemente dimenticata chi c'è in quel posto!?"
"Ti sembro rincretinita per caso? Mi ci ha portato Tyler che mi ha invitata ad uscire per farsi perdonare e non mi ha detto dove eravamo, e naturalmente come potevo immaginare che mi portasse qui!"
"Ma ti rendi di dove ti sono venuta a recuperare? Ero mezza rincoglionita quando mi hai chiamato e appena ho sentito dove eri mi è preso un infarto e sono corsa qui mentre mia madre mi guardava come se fossi uscita fuori di testa."
"Mi dispiace di averti svegliata e di averti fatto preoccupare, io-" provo a dire ma mi blocca subito, senza permettermi di completare la frase.
"Non dirlo nemmeno per scherzo sai che mi puoi chiamare in qualsiasi momento e poi come potevo non preoccuparmi?E se ti avesse visto? Non oso pen-"
"Tranquilla ho incontrati solo Grace e un mucchio di altre persone a cui ho detto di non essere mai venuta lì" le spiego calma mentre si dirige verso casa mia.
"Meglio così, ma scusa, con te non c'era pure quel coglione biondo?"
"Si ma l'ho perso tra la folla e dopo averlo cercato per un paio di volte mi sono stancata e ti ho chiamata"
"Mi viene da ucciderlo al pensiero che ti abbia portata nel posto più malfamato di tutta San Diego, James può essere pure uno stronzo e avere tutti i difetti di questo mondo, ma non ti avrebbe mai portata al RAVE!"
"E ora che cosa c'entra James?" le chiedo infastidita dal fatto che so come va a finire ogni nostra discussione dove il nome JAMES è presente.
"Com'è andata la punizione?"
"Bene..."

BINARY STARDove le storie prendono vita. Scoprilo ora