Capitolo 25

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"Se sai dare ai dettagli la giusta luce, puoi trovare verità insospettate."

(Fabrizio Caramagna)

"Megan o ti sbrighi o farai tardi!" sento urlare dal piano di sotto.
Cazzo ma dove sono le scarpe! Di questo passo finirò con l'arrivare alle 10:00 a scuola.
"Papà sto scendendo solo un-" e mentre corro verso il bagno di camera mia inciampo e cado propio sulle scarpe che cercavo.
"Si! SI CAZZO!... Papà sono prontaaa".
Mi infilo le mie convers nere, prendo lo zaino, gettato in qualche angolo del corridoio, recupero la giacca e come una saetta, mi precipito giù dalle scale. Guardo lo schermo del mio cellulare che a momenti si spegnerà e segna le 7:53. Devo correre se voglio arrivare un orario decente, per lo più devo andare a prendere Harley!
Finisco la rampa di scale e come se fossi Usain Bolt durante la corsa dei 200 metri alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016, mi lancio verso il portone, ma un tonfo blocca la mia corsa verso la salvezza.
"Che cazzo Meg però! Guarda dove vai!"
"Scusa Heric ma se non mi presento da Harley entro due minuti mi posso ritenere morta" urlo lasciandolo all'ingresso piegato a raccogliere i libri che gli ho gettato a terra.
"Megan sei una vera stronza!!!" sono le ultime parole che riesco ad udire prima di sfrecciare via tra le strade di San Diego, facendo risuonare il rumore provocato dalle ruote della moto a contatto con l'asfalto.
Guido superando i limiti accettabili di velocità, e grazie alla mia guida sconsiderata e sicuramente con un po' di fortuna arrivo davanti casa della mia migliore amica.
Estraggo il mio telefono dallo zaino e chiamo Harley, fortunatamente ho il suo numero tra le chiamate rapide.
"Sei una sconsiderata, lo sai vero? Dove cazzo sei!"
"Buongiorno anche a te, comunque esci sono arrivata" dico chiudendo la chiamata prima che lei possa aggiungere qualcosa.
Esce da casa sua sbattendo la porta e in un secondo sale e partiamo correndo come due matte con la speranza di arrivare almeno pochi minuti dopo il suono della campanella.

Troviamo un parcheggio molto discutibile e correndo, ci dirigiamo all'ingresso dell'istituto. In una qualsiasi giornata, il solo pensiero di lasciare la mia adorata moto parcheggiata così male non mi sarebbe mai passato per la testa, ma questo al momento è l'ultimo dei miei problemi. Attraversiamo i corridoi ormai vuoti, per poi giungere finalmente difronte all'aula, con il cuore che pompa in continuazione e con la consapevolezza di avere come minimo una bella nota. Esitante guardo Har e il suo volto non è meglio del mio, ma presa dalla rassegnazione del mio amaro destino apro la porta.
Non so grazie a quale divinità ma siamo riuscite ad entrare in classe prima della professoressa di geografia e, alla visione della cattedra vuota ringrazio ogni tipo di santo e mi getto stremata al mio posto.
"Meg ti giuro che se un altra volta ti presenti 4 minuti prima che inizii scuola ti sotterro" dice seria Harley seduta accanto a me mentre si sistema i capelli che si sono scompigliati durante la nostra corsa folle in moto.
"Si lo so, ma è che non ho dormito molto..." abbasso lo sguardo iniziando a giocare con i braccialetti che mi ha regalato Alec, lo faccio sempre quando sono nervosa, e ormai è diventata un azione spontanea e abituale.
Nessuno sa cosa è successo dopo la partita, infatti appena rientrata nel locale mi sono ritrovata lo sguardo interrogativo di tutti puntato addosso e presa dall'ansia ho raccontato che avevamo solo litigato. Naturalmente non mi sono sfuggite le occhiate sospettose di Bianca e Harley ma sono riuscita egregiamente a far finta di nulla. O almeno spero...
E da due giorni che il pensiero di quel bacio mi tormenta giorno e notte, e ovunque mi trovo e con chiunque parli, mi tornano in mente le sue labbra come fossero una maledizione. Da quando è rientrato dentro il pub quella sera, ci siamo evitati come la peste, anche se alcuni suoi sguardi fugaci non mi sono passati inosservati. Ma so di non poter continuare così ancora per molto. Devo risolvere il guaio in cui sono immersa fino al collo, prima che affoghi.
"Megan ma mi ascolti!?" mi chiede Harley passandomi una mano davanti al volto.
"Cosa stavi dicendo?" sgrano gli occhi e chiedo completamente ignara di ciò di cui aveva parlato.
"Ti stavo chiedendo per la seconda volta se per caso ci sta dell'altro oltre al litigio con James, che non hai detto?" chiede con sguardo indagatore. Io distolgo subito lo sguardo, puntandolo in un punto non ben definito del pavimento. Non voglio che lei come nessun altro, sappia del bacio perché parlarne sarebbe come dargli importanza e quel bacio non è stato nulla, assolutamente nulla.

BINARY STARDove le storie prendono vita. Scoprilo ora