Capitolo 26

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"Il mio modo di scherzare è di dire la verità. È lo scherzo più divertente."

(Woody Allen)

James
Nonostante Megan mi abbia detto tutto l'opposto di ciò che le avrei voluto sentir dire, è subito riuscita a farmi sorridere, anche se dietro alla maschera di allegria che indosso sempre, qualcosa in me era diverso. Era amarezza, rammarico ma soprattutto era delusione. Ma non quel tipo di sentimento che si prova quando si perde una scommessa o robe simili....era una delusione che toccava il cuore e lo stomaco. E non so nemmeno descrivere quanto il provare queste emozioni mi facesse arrabbiare, in particolare quando andava ad aumentare ogni volta che il pensiero mi tornava su ciò che le avrei voluto dire ma non avrei mai detto. Soprattutto dopo averla sentita parlare.
Nonostante questo però, tutto ora filava per il verso giusto, scherzavamo e ridevamo con una naturalezza impressionante come se quel bacio non fosse mai accaduto, fino a quando nei corridoi, non risuonò il richiamo della preside che rovinò il momento più bello di sempre; io e Megan ridevamo insieme dopo molto tempo.
Improvvisamente lei si ferma mettendosi le mani trai suoi lunghi capelli scuri, scompigliandolesi più di prima, per poi iniziare a camminare avanti e indietro davanti a me borbottando parole incomprensibili tra se e se.
"Panda sai che sei davvero buffa nei panni di una pazza? Se ti vedesse uno psichiatra ti rinchiuderebbe in qualche manicomio"
Lei si ferma e pian pian gira solo il viso verso di me, lanciandomi uno sguardo assassino.
"Deficiente che non sei altro, ti pare il caso di prendermi in giro propio ora?! E poi ignorante, i manicomi li hanno chiusi da tempo, ora ci sono le case di cura, ma stai tranquillo che vedendo te li riaprono di sicuro"
"Dai su non è mica la fine del mondo" le dico prendendomi gioco di lei imitando i suoi gesti sconnessi di quando vuol aver ragione lei e non avendola, inizia a gesticolare furiosamente per poi aprire le braccia esasperata.
"Se siamo in questa situazione è solo colpa tua..."dice,
"Quale sarebbe la colpa di cui sono accusato?".
"La tua colpa è-...la tua colpa è quella.." si blocca fissando un punto del pavimento per poi avvicinarsi pericolosamente e farmi sobbalzare per un suo urlo.
"Sì! La tua colpa è quella di avere una risata troppo contagiosa. Ecco qual è" urla vicino al volto mentre stiamo per avviarci nell'ufficio della preside. È parecchio vicino al mio viso, troppo vicina. Così vicina da non riuscire a non far cadere il mio sguardo sulle sue labbra ma ciò che mi stupisce è che entrambi facciamo la stessa cosa.
La prendo per un fianco e all'orecchio le sussurrò
"Se non ti è piaciuto, dovresti mantenere le distanze di sicurezza, se mi stai troppo vicina rischio di perdere l'autocontrollo" dico cercando di metterla in imbarazzo, e ci riesco alla grande, dato che una volta distante vedo le sue guance rosse, è davvero carina così.

È carina sempre razza di idiota

Si hai ragione, penso sorridendo alla vista di lei in difficoltà, che non riesce a dire una parola di senso compiuto.
"Ei Panda scherzavo, dovresti smetterla di essere imbarazzata, ormai siamo 'amici' " esclamo eccettuando l'ultima parola facendo le virgolette con le mani.
"Io non sono in imbarazzo" dice mentre il rossore nelle sue guance diventa più marcato, sto per ribattere ma l'altoparlante mi interrompe, ancora.
"Megan Devis e James Black sono attesi nel mio ufficio, con urgenza" dice la segretaria lasciandoci come due poveri idioti. Ci dirigiamo insieme verso l'ufficio, anche se starle dietro è davvero difficile, ha le gambe corte, ma sfido chiunque di voi a starle dietro quanto è nervosa. Ci sediamo nella stanza che precede la presidenza, in attesa che la preside ci riceva. Megan continua a giocherellare con le dita nervosa, mentre io sono più calmo che mai, non me ne frega letteralmente un cazzo. Megan in ansia è davvero rara da vedere. La ho sempre vista calma, scazzata, incazzata e soprattutto IRASCIBILE.
"Cazzo, siamo nella merda" dice iniziando a toccarsi l'unico braccialetto che tiene al polso.
"Panda calmati, abbiamo solo saltato mezz'ora, al massimo avremo una punizione"
"Sei consapevole del fatto che io a scuola vengo controvoglia, figurati starci qualche ora in più" e al termine di quelle parole sentiamo la segretaria uscire dalla stanza.
"La preside è pronta ad accogliervi, accomodatevi" dice la donna sulla trentina che da quando siamo dentro non fa altro che provocarmi con lo sguardo. Ovviamente io non ho dato la minima attenzione, visto che accanto a me ho praticamente la ragazza che tramanda sesso da tutti i pori, se non fosse per quel caratterino che si ritrova.
Mentre passo accanto alla segretaria, mi lascia un bigliettino nella mano che stavo tendendo per aiutare Megan ad alzarsi. Quest'ultima ha un'espressione a dir poco schifata, e una volta che è arrivata accanto a me sussurra
"Non posso crederci"
"Panda, il mio fascino stenderebbe chiunque"

BINARY STARDove le storie prendono vita. Scoprilo ora