Capitolo 32

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"Il passato è come un ladro,non ti
porta alcunché ma può rubarti il
futuro."
(Francesco Graziani)

"Ormai manca poco a Natale, ci saranno molte interrogazioni, datevi da fare" dice il vecchio barbuto difronte a me, dopo averci caricato di una marea di scartoffie inutili di latino che non mi serviranno mai a nulla nella vita.
Oggi essendo arrivata in ritardo mi sono dovuta accontentare del primo banco, inutile dire che avrei preso a pugni le oche all'ultimo banco, perché avevano preso possesso del solito posto dove siedo io; ma mi sono contenuta.
Qualche minuto prima del suono della campanella esco dall'aula con le mani piene di libri, latino ne ha ben tre diversi e non ne ho ancora ben capito l'utilità della cosa,potevano farne uno più grande, almeno evitavano di cadermi ogni qual volta cercavo di camminare più velocemente. Del resto siamo in una scuola che punta sulle lingue, ok il francese, lo spagnolo, ma il latino per cosa dovrei usarlo precisamente? Per intraprendere un dibattito con il mezzo busto di Giulio Cesare e quello Ottaviano su chi era il più cool dell' a.C.?

Io punto su Giulio Cesare, a pelle mi sta più simpatico

Non penso che Gaio Cassio e Marco Giunio Bruto insieme ad altri senatori condividessero la simpatia che provi tu per lui visto che l'hanno ucciso. Poi sono punti di vista.

E mentre discuto con me stessa del carattere di uno di cui ormai non rimane nemmeno lo scheletro, mi imbatto nella schiena di qualcuno, facendo cadere tutti i libri a terra e imprecare un 'vaffanculo' pieno di frustrazione.
Tiro un sospiro di sollievo quando mi rendo conto che quell'armadio in realtà è il mio migliore amico, e per mi fortuna si abbassa lui a prendere il libri, pronunciando un semplice
"Scusa Meg" e scompigliandomi tutti i capelli, lo odio.
Mi lascia un dolcissimo bacio in guancia e proprio in quel momento suona la campanella, facendomi fare un salto paragonabile ad un saltatore con l'asta di livello agonistico, inutile dire che ogni volta che sento questo frastuono diventa più insopportabile.
"Quanto odio questa maledetta campanella, mi irrita il sistema nervoso" dico spostandomi visto che bloccavo il passaggio in corridoio.
"Amica mia ti sbagli, è il tuo sistema nervoso che è perennemente nervoso. A proposito perché ultimamente è più alterati del solito?"
"Soffermati su più alterato del solito ''
"In una scala da 1 a 10, in questi giorni hai raggiunto il livello 11. Mi sono soffermato abbastanza?"
"Si, e comunque non ti devi preoccupare" dico cercando di essere più convincente possibile.
"Lo sai che per QUALUNQUE cosa, e sottolineo qualunque ci sono per te vero?"posa le mani sulle mie spalle bloccandomi mentre mi guarda preoccupato.
"Lo so, ma te lo ripeto, non è successo nulla" dico liberandomi dalla sua presa ferrea e iniziando a camminare, evitandolo di guardarlo in faccia.

Quanto sarebbe bello se le mie parole fossero vere, e non ci fosse alcun tipo di problema; per giunta con James le cose da quella famosa sera, ecco non vanno male ma direttamente non vanno.
È passata ben una settimana dalla mia dormita a casa Black, inutile dire che dopo essersi 'scusato' non mi ha più rivolto la parola chiudendosi in camera sua lasciandomi la come una povera scema a fissare per trenta minuti una porta. La mattina dopo al mio risveglio ho trovato sul tavolinetto difronte al divano un biglietto che diceva di essere uscito e che dovevo mettere i vestiti che avevo usato per la notte in lavatrice e, da quando ho messo piede fuori dal suo appartamento non l'ho incontrato per due giorno interi, come se si fosse materializzato, fin quando non l'ho visto passare con la sua moto all'entrata da scuola senza fermarsi.

Almeno sai che è vivo

Pff, come se mi importasse.

"Vuoi essere accompagnata a lezione?" mi chiede il mio migliore amico mentre posa i suoi ultimi libri nell'armadietto.
"No Alec, non c'è bisogno vado a posare i miei libri prima" dico salutandolo con un bacio in guancia e voltandomi dalla parte oppostae, prima di allontanarmi abbastanza per non sentirlo, urla
"Ci vediamo a mensa foca".
Si è preso il vizio di chiamarmi così da quando ha sentito James chiamarmi Panda, inutile dire che da quasi due settimane mi chiama con il nome di un animale diverso ogni giorno, lo trova anche divertente, cosa da non credere.

BINARY STARDove le storie prendono vita. Scoprilo ora