Capitolo 30

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"I might never be your knight in shining armour
(Forse non sarò mai il tuo cavaliere dalla lucente armatura)
I might never be the one you take home to mother
(Forse non sarò mai quello che porterai a casa da tua madre)
And I might never be the one who brings you flowers
(E forse non sarò mai quello che ti porta i fiori)
But I cam be the one,be the one tonight ".
(Ma posso essere l'unico,l'unico stanotte)
(Perfect, One direction )

Corro a più di 90 chilometri orari ormai da un ora per le strade principali della città praticamente a zonzo, senza un vero e propio punto di arrivo, passando e ripassando sempre tra gli stessi isolati.
Per inferire sul mio stato d'animo, un po' come se fosse un brutto scherzo del destino, correndo vedo camminare tantissimi passanti e tra tutta questa gente una bambina di poco più di sei anni, simile a una bambolina, nel suo vestitino a palloncino azzurro e con capelli biondi raccolti in una treccia, corre contro la massa di persone andando nel senso opposto, esaminando con fare sperduto ogni persona che le passi vicino.
Istintivamente accosto accanto al marciapiede dall'altra parte della strada, e osservo questa bimba cercare qualcosa o meglio qualcuno in modo disperato con le lacrime agli occhi.
Vedendola così faccio per levarmi il casco per scendere ad aiutare la bimba, quando, mentre poso il casco sul sedile un urlo di una voce stridula, mi fa girare spaventata pensando fosse successo qualcosa a quella bambina indifesa, ma appena la individuo la mia preoccupazione si dissolve lasciando spazio ad un amaro sorriso che compare sul mio volto, vedendola stretta tra le braccia della madre abbassata alla sua altezza, e alla vista del padre che contemporaneamente stringe a se le sue due donne, mentre sussurra all'orecchio della piccola qualcosa che la fa sorridere, e in contemporanea le asciuga le guance bagnate dalle lacrime.

È da egoista, lo so bene, ma non penso di aver mai invidiato niente così tanto fino ad adesso.
Avrei voluto pure io un abbraccio quando mi sentivo persa, desideravo con tutta me stessa di vedermeli arrivare insieme affiatati come un tempo, quando mi sentivo sola e giudicata da tutti.
Mai una parola di conforto, mai un abbraccio di troppo, mai i sorrisi intenditori e le risate sfrenate. Io non ho avuto nulla di quel che ora ho davanti agli occhi.

Non pensavo di chiedere tanto quando speravo di tornare a casa da scuola e trovare la mamma dietro ai fornelli che mi preparava il pranzo, ma ogni volta che varcavo la porta trovavo solo mio padre a cucinare in fretta e in fuori la qualsiasi, per poi correre allo studio e tornare la sera tardi, la solitudine mi uccideva. Ormai con gli anni avevo smesso di illudermi, ma infondo nel mio cuore la speranza, anche se era poca c'era.Ogni volta diminuiva fino a portarmi a non crederci più e a dover mostrare quel falso sorriso che tanto mi riusciva bene per nascondere ciò che sentivo, e tutto questo per la loro felicità.
Da bambina desideravo così tanto la loro costante presenza insieme che a pensarci, sembrava un tentativo disperato, e infondo lo era; quando spedivo le lettere a Babbo Natale e lo pregavo di avere la mia famiglia con me, di vederla in prima fila nei loro posti riservati durante le recite dell'asilo, ma quei posti non vennero mai occupati e da lì smisi di scrivere la letterina a Natale.

Se sono quella che sono oggi, è pure colpa loro. Se sono così indifferente o per dirla come mio padre menefreghista, se sono così fredda, distaccata e non so esprimere i miei veri sentimenti è per il vuoto che la loro assenza mi ha lasciato.

Vedendo la bimba al sicuro, capisco che non c'è più bisogno di me e della mia presenza, così riprendo il mio giro infinito, con la testa sempre più confusa dai mille pensieri e il cuore ancora più pesante di quanto già non lo fosse.
Prendo per la via della baia, passando davanti a quel benedetto pub stra colmo come quella sera, poi continuo a girovagare ritrovandomi anche davanti al pontile illuminato dalle luci del Luna Park pieno di gente, mentre i colori rosa e blu della ruota panoramica brillano e si riflettono nel acqua formando quel effetto che da piccola mi faceva incantare e rimanere a fissare le onde colorate.Vedo uscire un sacco di persone dal parco divertimenti e un sorrisetto mi spunta involontario quando vedo una ragazza uscire tenendo in braccio un orsacchiotto vinto al tiro a segno.

BINARY STARDove le storie prendono vita. Scoprilo ora