3- La partita - Joshua

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"Cazzo!". Impreco ad alta voce.

Mi alzo in fretta dal letto e corro verso il bagno. Chiuso. Batto alla porta. "Aly?". Chiamo mia sorella odiando per l'ennesima volta il dover condividere con lei questo spazio. E ancora di più odio che sia comunicante con entrambe le nostre stanze.

"Mi sto depilando quindi non rompere i coglioni". Mi urla dietro lei.

"Non me ne frega niente. Apri che devo farmi una doccia". Alzo la voce.

Ha due anni in meno di me e sebbene per la maggior parte del tempo andiamo d'accordo, questo non si può dire quando entrambi abbiamo bisogno del cesso.

Fortunatamente sento la serratura scattare e senza aspettare oltre spalanco la porta.

"Non credere che me ne vada". Mi dice lei. Ma a me non frega niente e senza nemmeno darle una risposta mi tolgo la vecchia tuta che uso per dormire e subito dopo i boxer, lanciandoglieli dietro solo per irritarla.

"Che schifo che fai".

"Se ci fossero le tue amiche impazzirebbero!". La prendo in giro.

È seduta sul water chiuso mentre con estrema maestria fa aderire alla sua pelle quelle strisce infernali che so la faranno inveire peggio di me.

"Ma perché diavolo lo fai se ogni volta devi soffrire in questo modo?". Le chiedo mentre mi insapono i capelli.

"E tu perché continui a bere se sai che la mattina dopo non sentirai la sveglia e starai di merda?".

Fanculo. Mi ero promesso di non pensare alla sera prima, ma ecco che ci pensa lei a ricordarmi quello che ho fatto.

"Touchè!".

Finisco di lavarmi cercando di cancellare le ultime tracce della sbornia dal mio viso e poi apro il box doccia per uscire.

"Copriti, merda!". Mi dice lanciandomi l'accappatoio appeso sulla porta dal mio lato. Sorrido pensando che Alyssa è l'unica ragazza ad avermi visto nudo.

"Con chi esci?". Le chiedo mentre mi asciugo.

"Con te!". Dice e poi mi fa i suoi occhi dolci. Quelli che mi incastrano sempre.

"Scordatelo!".

"Per piacereee". Piagnucola.

"Tre minuti ed esco. Se non sei pronta parto senza di te". Le dico e poi esco.

Mi vesto in fretta, lascio perdere i capelli, scendo le scale e corro ad abbracciare mia mamma in cucina, rubandole il biscotto che teneva in mano e che stava per mangiare.

"Ehi!". Mi ammonisce, ma non appena vede il mio sorriso mi da un buffetto sulla guancia. "Sei in ritardo!".

"Lo so". Sospiro. "Potevi svegliarmi però". Le dico.

E quando sento i passi di mia sorella sulle scale mi affretto a raggiungerla sulla porta.

"Ancora?". Sento mia mamma chiedere ad Aly quando la vede uscire un'altra volta con me.

"Ma'! È l'occasione giusta, me lo sento!". Le risponde lei con gli occhi a cuoricino.

E dentro di me mi sento quasi in colpa, per non dire una merda. Perché so che ha comunque zero possibilità di conquistare Lele.

"È come se fosse anche lui tuo fratello, cosa ti fa credere che l'avrai vinta?". Dice mia mamma.

"Esattamente quello che continuo a ripeterle io da anni".

"Volete stare zitti e cercare di non portare sfiga?". Ci rimprovera lei.

In risposta mia mamma prende un altro biscotto e torna a guardare qualche notizia sul suo smartphone e io ne approfitto per sgattaiolare fuori.

Ehi na na naDove le storie prendono vita. Scoprilo ora