Non lo so cosa mi sia passato per la testa, ma mentre ero seduto sulle gradinate che seguivo con lo sguardo il suo corpo muoversi velocemente e con Alyssa che continuava a parlarmi nelle orecchie, ho sentito il bisogno di sentirlo su di me.
Non è stato facile dire a sua sorella che in verità non provavo gli stessi sentimenti che covava lei già da un po'. Non è stato bello vedere il suo entusiasmo spegnersi, come non è stato gratificante sentir sminuire la mia vita amorosa. Ma alla fine di tutto quello che mi ha detto non ho potuto fare altro che darle ragione. Perché lo stare con Gin è sempre stata una grandissima cazzata, ma più volte mi è tornata utile come valvola di sfogo e sapere di non doverle prestare attenzioni, mi ha sollevato da tutti quei doveri che si hanno se fossimo realmente fidanzati.
Alla fine si è alzata con tutta la sua dignità ancora integra. L'ho abbracciata e poi l'ho salutata dicendole che ci saremmo visti presto, incoraggiandola a non perdere del tempo prezioso dietro a un imbecille come me perché non meritavo nessuna delle sue attenzioni. Mi ha sorriso e sebbene le avessi appena bruciato il tappeto di petali di rosa sul quale ci aveva posizionati, ha ricambiato il mio abbraccio.
"Cosa le hai detto?". Mi sento chiedere una volta saliti in camera dopo aver salutato mio padre e mia mamma.
"Che non merito il suo tempo". Dico appoggiando il telefono sulla scrivania.
"E lei?".
Lo vedo aprire l'armadio e prendere una delle mie felpe. E so perfettamente che nonostante abbia scelto quella più grande, le sue spalle non saranno mai comode.
"Ha insistito ovviamente". Lo osservo togliersi i vestiti con i quali era andato in piscina e prima che possa infilarsi la maglia che ha preso dall'armadio, gliene passo un'altra.
"Cos'è?". Mi chiede guardando la mia mano tesa nella sua direzione.
Cerco di non fissare il suo petto scolpito, ripetendomi che conosco già molto bene ogni suo lembo di pelle, ma non ce la faccio a non sbirciare comunque. "Una maglia".
"Questo lo vedo, ma di chi?". Mi chiede mentre la indossa.
"Tua".
"Non è mia!". Ribatte col sorriso.
"Lo è adesso". Gli rispondo distogliendo lo sguardo e accendendo la tv.
Sento il suo sguardo puntato addosso ed è incredibile di quanto possa scaldarmi con una sola occhiata.
"Mi hai comprato una felpa?".
Ma non può semplicemente fare finta di nulla? Alzo le spalle. "Le mie ti stanno troppo strette". Dico noncurante, ripensando a quando l'altro giorno, dopo essere entrato nel negozio per prendere una maglietta per me, alla fine mi sono ritrovato a guardare solo felpe della sua taglia.
Lo sento avvicinarsi dietro di me mentre cerco di fare l'indifferente davanti lo schermo acceso. "Per caso i miei muscoli messi in risalto dalle tue maglie avevano iniziato a infastidirti?".
Stronzo.
Sbuffo e ignoro la sua frecciatina. Ma anche se non gli rispondo lo sento ridere in ogni caso.
"E alla fine cosa gli hai detto?". Mi chiede tornando ad Alyssa.
"Che ero interessato a un'altra persona".
Silenzio.
"Preferenze sul film?". Chiedo infine non ottenendo nessuna risposta.
"Qualcosa di leggero perché sono stanco". Dice mentre si siede sul letto.
Sfoglio il catalogo e subito dopo aver trovato qualcosa di carino, sento il campanello di casa. "La cena!".
Scendo le scale e vado diretto in cucina dove trovo Rebecca, la donna di mio padre, che ci sta tagliando le pizze. "Ho pensato che così sareste stati più comodi". Mi dice quando rimango fermo a guardarla senza dire niente.
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Ehi na na na
RomanceÈ bastato un bacio e qualche sogno a creare il caos dentro la testa di Michele o almeno è quello che crede lui. Al contrario suo, Joshua, ha sempre saputo quali sono i suoi veri sentimenti, solo che ha scelto di tenerli nascosti per preservare l'am...