26- La mia maglietta preferita - Michele

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In nessuna occasione mi aveva mai parlato che trovava rifugio sulla spiaggia e sapere che si è fidato così tanto addirittura nel portarmi nel suo punto esatto, mi ha dato da pensare su quanto forti siano i suoi sentimenti per me. Lo avevo già intuito che non era una cosa nata da poco, anche grazie ai miei amici, ma vederlo e toccarlo con gli occhi mi ha completamente mandato in tilt il cervello. Più di quanto non lo fosse prima.

Abbiamo riso, abbiamo parlato, ci siamo rincorsi sulla spiaggia e rotolati sulla sabbia. Ci siamo baciati col vento che soffiava su di noi avvolgendoci con quel profumo di salsedine e spensieratezza. Ci siamo guardati in silenzio e ogni sua parola non detta era un mi piaci nascosto. E più lo guardavo e più avevo voglia di renderlo felice e di vedere quel nuovo sorriso che gli era nato durante la notte.

Ero incredibilmente fottuto perché mi ero inverosimilmente invaghito del mio migliore amico.

"Ce lo vuoi dire o no cosa avete fatto ieri, allora?". Mi sento chiedere da Gian per l'ennesima volta da quando ho messo piede nel cortile della scuola.

Sto fissano il cancello d'entrata in attesa di vederlo arrivare, come se avessi improvvisamente paura che sia lui che potrebbe scappare da me. "Ci siamo baciati". Gli rispondo per cercare di farli stare zitti perché nella mia testa ho troppo caos per badare anche a loro in questo momento, ma a quanto pare non funziona.

"Non ci credo che vi siate solo baciati". Insiste Marco.

"Nemmeno io!". Concorda Gian.

Ma dov'è Zeno che di solito riesce a tenerli a bada? Sbuffo e poi mi concentro ancora sull'unico punto da cui non riesco a distogliere lo sguardo. Li sento parlottare, ma ignoro i loro discorsi, troppo preso dalle mie fantasie e non appena lo vedo varcare il cancello in compagnia di Zeno, un po' mi sento tradito. Ma il sorriso che mi affiora sulle labbra è impossibile da cancellare.

"Te l'avevo detto io che avevano scopato!". Sento la voce di Gian arrivarmi da dietro.

"C'è Joshua che urla sesso!". Ribatte Marco.

E per quanto siano impiccioni, non posso fare a meno di sorridere con loro.

Quando veniamo raggiunti, Jo si mette al mio fianco seduto sul muretto, quel posto che prima occupava sempre Gin e alzando gli occhi verso di lei la vedo che mi osserva, come se stesse aspettando qualcosa da me.

"Vuoi tornare da lei?". Mi chiede lui guardando nella mia stessa direzione.

"Perché dovrei farlo?". Gli chiedo.

"Perché magari ti manca".

Vorrei dirgli che fino a quel momento non avevo più pensato a lei, che è stato solo una associazione di gesti che mi ha fatto alzare gli occhi in cerca dei suoi. Che non mi manca e che forse non ne sentivo la mancanza nemmeno quando stavamo assieme. Ma taglio corto.

"No, non mi manca". Gli rispondo, guardandolo. "E a te?".

"Assolutamente no". Sorride.

"La volete smettere?". Ci dice Gian e prima che uno dei due possa rispondergli, lo fa Zeno. "Ma siete gelosi?".

Io e Jo sorridiamo e prima che suoni la campanella gli faccio vedere dei video sul telefono, sapendo esattamente che in questo modo avrei potuto sentirlo senza dare nell'occhio. Tengo lo smartphone davanti a me e lui per poter guardare si appoggia su di me, inclinando il suo viso verso il mio. Sento il suo profumo e il contatto dei nostri corpi, sebbene ci siano strati di indumenti, mi fa desiderare di tornare con lui sotto le coperte.

"Smettila". Mi dice sottovoce, appena sopra il volume del video.

"Di fare cosa?". Gli chiedo voltandomi un poco verso di lui, ma sbagliando di brutto perché ora le nostre bocche sono a un soffio una dall'altra e la voglia di sentire le sue labbra sulle mie è inarrestabile.

Ehi na na naDove le storie prendono vita. Scoprilo ora