La bacchetta di tasso

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Tom stava dando un’occhiata alla vetrina di un certo Rosby. L’insegna, sopra la porta del negozio, recitava: “ Grave Rosby, indumenti di tutte le taglie per la Scuola di Hogwarts”. 
Ad un tratto una voce alle sue spalle, poco distante da lui, chiamò: “ Cissy, vieni. La mamma ha detto che non devi toccare nulla. Non ti devi allontanare da noi!”
Girò lo sguardo e vide una bambina bionda,  poteva avere massimo tre anni,  che usciva di corsa dalla porta del negozio del signor Rosby.
Una ragazza bruna, ben più grande, dalle palpebre pesanti e lo sguardo piuttosto altezzoso, la stava aspettando fuori. Fissava la più piccola con aria di rimprovero. La madre, dal canto suo, stava dando un’occhiata agli altri negozi.
“ Vengo, vengo” squittì la bambina, correndo verso la sorella.
La madre aveva lo stesso sguardo pesante della figlia maggiore, ma i capelli, biondi, erano come quelli della più piccola.
“ Scusate” chiamò Tom.
Le due bambine, sentendolo, si voltarono.
“ Devo chiedervi un’ informazione. Sapete dov’è un negozio di bacchette magiche?”
A Riddle parve che la ragazza bruna, la maggiore delle due, non riuscisse a staccargli gli occhi di dosso. Ma lui la ignorò.
“ Sei solo?” domandò la signora appena lo vide, guardandosi intorno, stupita.
“ Pare evidente” rispose Riddle con una smorfia. Domanda sciocca. La sorella maggiore continuava a fissarlo intensamente. Tom represse a fatica un: “ che hai da guardare?”
“ Di solito vengono tutti accompagnati dai genitori, qui. Il tuo caso, direi, è unico. Vuoi che prenda io le cose per te?” domandò la donna, premurosa.
“ Perché volete tutti aiutarmi? Anche quel vecchio… Io sono abituato a fare da solo. Faccio tutto da solo. Sono in grado di badare a me stesso. Non ho bisogno di…aiuto” i suoi occhi si puntarono, ancora, nell’ultima parola, sulla maggiore, che abbassò lo sguardo più rossa che mai.
La madre delle due sorelle fece per aprire la bocca, ma fu interrotta.
“ Signora Black… che piacere vederla”
Poco dietro a dove si trovavano loro, tra la folla si fece largo un uomo dai capelli crespi, grigi e occhi anch’essi grigi e gelidi. Insieme a lui, aveva anch’egli due figli, ma maschi. Il primo assomigliava in tutto e per tutto il padre, ed era il maggiore. Il secondo aveva capelli biondi e occhi azzurri.
“ Signor Lestrange… piacere mio. Come state? Anche voi qui per la spesa eh?”
Il ragazzo simile al padre, fece un cenno di saluto verso la ragazza bruna, ma ella pareva avere occhi solo per Riddle. Si sarebbe detto che non si fosse neanche accorta che un altro ragazzo l’avesse appena salutata.
“ Tutto bene, allora?” domandò l’uomo rivolgendo alla signora Black un sorriso. Riddle notò che la ragazza bruna, evitava accuratamente di guardare il ragazzo che l’aveva in precedenza salutata. Notò in lei un evidente imbarazzo.
“ Si tutto bene… siamo qui per fare le compere. Bellatrix, nostra figlia, inizia quest’anno gli studi ad Hogwarts. Riteniamo che finirà a Serpeverde, come il resto della nostra famiglia, d’altronde. La nostra reginella sta crescendo…” aggiunse pizzicando affettuosamente la guancia della bruna. La quale, sorrise compiaciuta.
“ Ah bene… si anche Rodolphus è qui per le compere del materiale, vero Rod?”
Si rivolse al figlio più grande, che annuì soddisfatto.
“ Rodolphus, in che Casa vorresti andare?” domandò la signora Black, guardandolo curiosa
“ Serpeverde, naturalmente” rispose lui, tutto fiero.
“ E bravo mio figlio!” esclamò il padre, tutto orgoglioso. “ D’altronde, in famiglia purosangue, non possono mancare i Serpeverde, vero?”
“ Ovvio, papà” disse lui sorridendo alla ragazza di nome Bellatrix.
“ E tu?” domandò il signor Lestrange rivolto a Tom. L’aveva appena notato. Era rimasto tutto il tempo  in silenzio, in attesa che qualcuno gli rispondesse.
“ Oh, mi scusi, signore. Stavo chiedendo un’informazione alla signora Black, giusto?” fece, incrociando lo sguardo della donna
“ Come ti chiami?” domandò il signor Lestrange.
Non lo avesse mai chiesto. Il volto di Riddle si contrasse in un espressione di puro fastidio.
“ E’ così importante che ve lo dica? Ci sono un sacco di Tom Riddle nel mondo. Io voglio essere unico, voglio essere speciale. Io sono speciale”
I suoi occhi parvero incrociare per la quarta volta quelli pesanti di Bellatrix, e lei rimase come ipnotizzata dal suo sguardo così affascinante.
“ D’accordo” commentò il signor Lestrange, ma Riddle intuì che non ci aveva capito praticamente nulla. Anzi, ebbe la vaga impressione, che l’uomo si burlasse di lui.
“ In ogni caso, volevo sapere dove posso trovare un negozio di bacchette” richiese per la seconda volta.
Il signor Lestrange strabuzzò gli occhi, insieme a quelli del figlio chiamato Rodolphus. Stupiva in loro, la sicurezza mostrata da quel giovane. Dimostrava di avere parecchi anni in più di quelli che aveva realmente. I suoi modi erano già pienamente adulti, si poteva dire.
Gli occhi di Bellatrix invece parvero infiammarsi ancora di più.
“ Il negozio di bacchette si trova in fondo alla via” disse lei con un filo di voce.
Riddle la guardò nuovamente, e quest’ultima trasalì appena i suoi occhi scuri la scrutarono con vivo interesse.
Poi, vedendo che Riddle non smetteva di guardarla, il ragazzo chiamato Rodolphus decise di intervenire a sua volta: “ Comunque, si trova laggiù. E’ giusto. Puoi pure andare. Adesso, Bellatrix, perché non andiamo a farci un giretto noi due assieme?”
“ Sisi… mi sembra una buona idea” dissero in coro i due genitori.
“ Così puoi anche conoscere meglio il tuo futuro marito, Bella” disse la madre e scoppiò in una risata complice con il signor Lestrange.
“ Nella nostra famiglia, vogliamo solo purosangue” proseguì la donna, come se fosse una legge stabilita e scritta da lei stessa.
Rodolphus arrossì sentendo quella dichiarazione di matrimonio combinato, e fece per prendere il braccio della ragazza. Ma lei si divincolò, rifiutandosi.
Riddle, tuttavia, parve ignorare tutta la scena. Invece provò maggior interesse nel chiedere: “ Scusi, cosa significa purosangue?”
La signora Black fissò Riddle come se fosse impazzito. Come faceva a non sapere?
“ I purosangue” disse, dopo che si fu ripresa: “ sono i maghi che sono figli di altri maghi, in parole semplici. Devono avere il sangue di mago nelle vene. I mezzosangue sono invece i maghi, o presunti tali, che hanno uno o entrambi i genitori Babbani, o se preferisci, non maghi.”
Riddle abbassò la testa.
“ Allora purtroppo non è il mio caso essere purosangue. Mio padre o mia madre non appartenevano al nostro mondo. Non so chi. Nessuno vuole dirmi la verità, sul mio passato” disse tutto come se fosse la cosa più vergognosa che avesse mai detto.
Bellatrix, sentendo quella rivelazione, fece un gesto di disappunto. Rodolphus trattenne, a fatica, l’euforiae i due genitori si guardarono l’un l’altro.
“ Beh… almeno sembri pentito” disse la signora Black, per consolarlo.
Riddle alzò lo sguardo.
“ Certo che lo sono. E’ una cosa orribile… orribile”
Bellatrix avvampò, poi con una voce quasi supplichevole domandò:” Cosa è orribile?”
Riddle la guardò.
“ Quello che ho appena detto”
Bellatrix, che forse si aspettava ben altra risposta, fece un sorriso forzato e disse, picchiandosi la testa con la mano: “ Ah giusto, giusto. Che…sciocca”.
“ Comunque…” disse Riddle alla fine, facendo un breve inchino. “ Mi ha fatto molto piacere conoscervi. E lei” e indicò la signora Black. “ Sia orgogliosa di sua figlia. Ha del talento. Anche evidente, direi”
Bellatrix, capendo che Riddle si riferiva a lei,  quasi svenne dall’emozione per il complimento. Rivolse uno sguardo da innamorata persa, verso Riddle, verso il suo essere così seduttivo e affascinante, verso  i suoi modi sopraffini e la sua straordinaria abilità nel sapersi guadagnare la fiducia delle persone che a malapena conosceva. Riddle, dal canto suo, ignorò completamente Rodolphus, il quale pareva aver appena preso un colpo in testa da quando Riddle stesso aveva rivolto il complimento alla sua amica, e la stessa cosa fece nei riguardi della sorella più piccola. Cissy… così doveva chiamarsi.
“ Io e te assieme faremo grandi cose, un giorno. Ho grandi progetti per te”  promise tra sé Tom, guardando Bellatrix.
Rivolse un ultimo cenno di saluto a tutti. Rodolphus, visibilmente offeso per essersi visto soffiare la scena da Riddle, fu l’unico che non salutò. Bellatrix fu quella che, invece, lo fece con più calore di tutti; e anche quando presero direzioni opposte,  continuò a girarsi indietro. Pareva avesse incontrato il suo principe azzurro. 
Poi si mise a litigare con Rodolphus riguardo a ciò che era successo.
“ Mi hai fatto fare una figuraccia, Rod. Che senso aveva chiedermi di fare un giro con te, con lui presente?” piagnucolava
“ Ma l’hai visto? Neanche ti ha calcolato. E tu che pendevi dalle sue labbra. Bella, te lo dico io, quello manco sa che esisti”
“ Mi ha fatto un complimento, Rod. Cosa che tu non mi hai mai fatto” rispose Bellatrix quasi in lacrime
“ Basta voi due. Bella, non ti sarai per caso invaghita di quel ragazzo, spero? E’ un mezzosangue. E noi abbiamo già deciso che tu devi seguire il resto della famiglia. Noi vogliamo solo gente di sangue puro, nella nostra. Lui non lo è”.
Bellatrix emise un gemito e fece un gesto di disapprovazione. Volse nuovamente lo sguardo verso Riddle ormai lontano. Desiderava con tutta se stessa che lui avesse udito tutta la conversazione.
Ma Riddle non si voltò, nè diede alcun segno di aver udito.
Raggiunse un locale in fondo alla via, come gli aveva detto Bellatrix, il cui proprietario era un certo Olivander. Bussò alla porta poi, vedendola socchiusa, senza aspettare risposta, la aprì ed entrò.
“ Buonasera” fece un uomo dai capelli scuri e gli occhi chiari, appena apparso dietro ad uno scaffale che conteneva innumerevoli scatolette.
“ Lei è il signor Olivander, vero?” domandò Tom, sicuro
“ Si” rispose l’uomo. “ Il suo nome, invece, è?”
Riddle chiuse gli occhi, respirò a fondo e costringendosi a dirlo di nuovo disse a denti stretti: “ Tom Orvoloson Riddle”
“ Non ricordo di averne mai sentito nessuno con questo nome, ma dev’essere normale. Sono qui da poco, sa?” fece Olivander sorridendo, con la vaga impressione di voler scherzare un po’. Ma Riddle non ne aveva alcuna intenzione.
“ Dov’è la mia bacchetta?” chiese impaziente.
“ Abbiamo fretta, vedo” fece Olivander sempre sorridendo. “ Bene, mi piacciono particolamente i clienti che sono impazienti di provare le bacchette magiche. E’ un arte molto antica sa, signor Riddle? Ogni mago, da quando la magia esiste, sceglie il proprio mezzo, per praticarla. Più di mille anni fa si scelse di utilizzare come mezzo le bacchette magiche. Ogni mago ne sceglie una… Mi perdoni, signor Riddle. Ho sbagliato. Ho detto che sceglie. In realtà è la bacchetta a scegliere il mago. Bacchette più potenti di altre esistono, signor Riddle. Una in particolare. Ma le sue tracce si sono perse da molto tempo ormai. Si reputa che attualmente un mago oscuro ne sia proprietario. Ma non si preoccupi… ne possiedo alcune anche io, che senz’altro le piaceranno”
Di tutto il discorso fatto da Olivander, Tom capì solo una cosa. Maghi oscuri? Allora c’erano maghi oscuri nel mondo della magia. Non erano tutti buoni e immacolati.
Rimase affascinato anche dal discorso della bacchetta più potente di tutte. Olivander non parve mentirgli quando gli disse che quella bacchetta non gli apparteneva. Apparteneva ora ad un altro. Chissà chi era questo tizio.
Ma ora voleva la sua. Vide Olivander cominciare a misurargli ogni angolo del suo corpo. Un’operazione piuttosto noiosa. Quando, finalmente, ebbe finito, prese una scatola al cui interno stava custodita una piccola bacchetta di legno.
“ Corda di cuore di drago, undici pollici. Bella, flessibile. La provi signor Riddle”
Non mi piace affatto come aspetto. Quella del vecchio, era più bella.
Questo pensò quando Olivander gli consegnò la bacchetta. Lui la tenne in mano e la osservò. Non accadde nulla.
“ Non la sente sua, vero?” fece Olivander con un sorriso incerto
“ No. Mi aspettavo qualcosa di meglio…”
“ Oh, si… questa era soltanto una prova. Da adesso cominciamo con le bacchette più belle” fece Olivander annuendo. Pareva pienamente convinto di ciò che stava dicendo.
Prese un’altra scatoletta un po’ più lunga della prima e la consegnò a Riddle.
“ Tredici pollici. Biancospino. Perfetta per la Trasfigurazione”
Questa è già meglio. Ma ancora non siamo a quella che voglio io.
E infatti fu così. Come avvenne prima, anche questa volta non accadde nulla. Olivander gliela prese di mano e la ripose nella scatola, da cui l’aveva in precedenza presa.
“ Tredici pollici e mezzo. Legno di tasso e piuma di fenice”
Questa a Riddle piacque subito. La osservò con una gioia selvaggia, che ancora una volta, come accaduto quando scoprì di essere un mago, trasformò il suo volto attraente in una maschera ben più terribile. Allungò la mano, la afferrò trionfante e la trasse verso di sé sfiorandola con dolcezza.
E’ fu lì che avvenne qualcosa di straordinario. Avvertì un calore improvviso al manico della bacchetta e dalla punta piovvero scintille rosse.
Alzò lo sguardo soddisfatto verso Olivander e questi gli sorrise: “ Ha visto che l’abbiamo trovata? Contento?”
Riddle annuì soddisfatto.
“ Bene. Allora sono dieci falci e tredici zellini. La impacchetto per bene e gliela consegno” disse Olivander. Ci fu poi una scenetta, nella quale Riddle ebbe un po’ di difficoltà a pagare, non conoscendo bene le monete che aveva in mano, e che il vecchio gli aveva consegnato. Olivander si offrì di aiutarlo, ma lui, come al solito, preferì risolvere la questione da sé. Dopo che ebbe capito, pagò e fece per uscire dal negozio.
Sulla soglia Olivander lo fermò un attimo e gli disse: “ Questa è la bacchetta più potente che ho all’interno del negozio. Faccia attenzione, signor Riddle. La usi con cautela”

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Tom Riddle: la storia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora