Il viaggio

29 4 0
                                    

Dieci minuti doveva aspettare, e dieci minuti aspettò prima che il treno cominciasse a muoversi lentamente lungo il binario. Non erano molti coloro che avrebbero deciso di trascorrere tutto il tempo del viaggio in completa solitudine, ma lui decise di farlo. Occorreva fin da subito mettere le cose in chiaro: che lui era fatto per stare da solo.
E solo doveva restare.
“ Cissy, non saluti tua sorella?” sentì dire dall’esterno.
Gettò un’occhiata fugace al finestrino e notò la piccola bimba accennare un saluto alla figura affacciata e sporgente dal finestrino. Anche lei, rispose al saluto della madre e quest’ultima le diede le ultime raccomandazioni. Poi il treno prese la curva e, madre e sorellina, insieme a centinaia di ingenui genitori, sparirono. Il rapporto tra genitore e figlio non lo capiva proprio, forse perché non lo aveva mai provato. Cosa diavolo avrebbe dovuto raccomandare quella donna alla figlia? Non sapeva badare a sé stessa da sola, come era stato in grado lui nell’ultimo mese?
Prese dal baule un paio di libri nuovi di zecca, comprati quel giorno a Diagon Alley, e cominciò a leggerli.
Difesa contro le Arti Oscure, Trasfigurazione, Pozioni, Incantesimi…. Erano tutti libri particolarmente affascinanti, anche se da subito il suo preferito, a prima vista, fu quello di Difesa. E forse, ne era abbastanza sicuro,  quella sarebbe stata la materia a cui avrebbe eccelso maggiormente.
Tirò fuori la sua nuova bacchetta di tasso e piuma di fenice e la osservò affascinato. Ogni giorno gli sembrava più maestosa e straordinaria.
Sfogliando il libro di Incantesimi notò da subito un incantesimo vero e proprio.
                                                                             
                                                                  Wingardium Leviosa

Decise di provare subito. Si sarebbe così portato avanti, badando davvero alle cose importanti, invece che sprecarsi in futili e sciocchi chiacchiericci come gli altri ragazzini. Chiuse la porta dello scompartimento, in modo da creare più silenzio e tranquillità possibile e si concentrò. Prese una delle piume, usate per scrivere, che aveva nel baule e la poggiò sul sedile accanto al suo. Poi gettò uno sguardo alla bacchetta e la puntò contro la piuma.
Guardò il libro, come per ricordarsi della formula e agitò la bacchetta, esattamente come veniva spiegato.
“ Wingardium Leviosa” disse sottovoce tra sé.
La piuma cominciò lentamente a levitare come se fosse stata afferrata da una mano invisibile. Si sorprese, quasi, che fosse riuscito al primo tentativo. Non era poi così difficile, come incantesimo. Ne esistevano sicuramente di altri…
La porta dello scompartimento si aprì di scatto ed entrò la ragazza bruna, Bellatrix, la quale ebbe la colpa di distrarlo, facendogli cadere la piuma.
“ Mi hai fatto perdere il controllo” ringhiò infuriato Riddle
“ Oh, scusa. Passavo di qui e…” rispose lei sulla difensiva, un po’ impaurita da quella reazione così rabbiosa
“ Cosa vuoi?” domandò, cercando di calmarsi e assumere un tono più gentile
“ Niente, ti vedevo tutto solo… Di là c’è un po’ di gente, se vuoi puoi venire” propose la ragazza
“ No, grazie. Voglio stare da solo. Mi stavo portando un po’ avanti riguardo ciò che dovremo fare” rispose Riddle, accennando ai libri di testo
“ Oh davvero?” chiese Bellatrix tutta incuriosita. Per un attimo dimenticò il motivo per cui era lì
“ Sai, non mi interessano quelle stupide chiacchiere di voi ragazzini, oserei dire: comuni mortali. Io sono diverso da voi tutti. Io sto andando in quella scuola per diventare un giorno, il numero uno. E vedrai che lo diventerò”
“ Come hai detto che ti chiami?” domandò Bellatrix senza aver dato idea di aver udito
Riddle la fissò senza alcuna intenzione di risponderle. Pronunciare quel nome per l’ennesima volta, non avrebbe potuto sopportarlo. Ce n’erano troppi con quel nome in giro. Persino il barista al Paiolo Magico si chiamava così.
Rimase in silenzio, finchè non ne ebbe davvero abbastanza.
“ Scusa, puoi uscire per favore? Voglio tornare a concentrarmi” disse seccato
“ Volevo ringraziarti per quel bel complimento che mi hai fatto quel giorno a Diagon Alley” ammise lei, abbassando lo sguardo.
Riddle se lo ricordava bene. Ma decise di divertirsi un po’ con lei. Così finse di non ricordarselo per umiliarla, per vedere come avrebbe reagito.
“ Mi dispiace, non ricordo nulla” mentì. Lui avrebbe potuto farlo, d’altronde lei non poteva certamente sapere cosa pensasse in quel momento. Non aveva quel dono innato che apparteneva a lui e a lui solo, fin dalla nascita.
Tuttavia lei, però non cadde nel tranello, con grande disappunto di Riddle. Restò al gioco, e annuì con la testa. Sempre con lo sguardo abbassato. Non ebbe la minima reazione disperata, che forse una parte di lui si sarebbe atteso. Evidentemente arrivata a casa, i suoi le avevano fatto il lavaggio del cervello. Poi, il disappunto si trasformò in soddisfazione. Lui era l’oggetto imprendibile per lei, e non  le avrebbe certamente concesso di arrivare a prenderlo.  E poi, quale sentimento poteva anche solo superare come stupidaggine l’amicizia o qualcosa di più intenso? Due folli sentimenti che solo le persone deboli potevano provare.
Bellatrix allora alzò lo sguardo, Riddle notò in lei un lieve ma visibile risentimento, e fece che uscire senza neanche salutarlo.
“ Che perditempo” pensò Riddle tra sé arrabbiato.
Aveva la netta sensazione che quella sciocchina l’avrebbe perseguitato con i suoi stupidi ricatti per quei  sette lunghi anni di scuola. Ma lui aveva tutta l’intenzione di proibirglielo.
Conosceva le persone come quella Bellatrix o come si chiamava. Erano autentiche perditempo e anche piuttosto seccatrici. Zacharias era della sua stessa specie e alla fine era caduto. Stessa sorte sarebbe toccata anche a lei se non si fosse ravveduta.
Per ora non voleva avere gente simile accanto. Ora il suo obiettivo era imparare il più possibile e in fretta, ovviamente da solo senza chiedere spiegazioni supplementari ai suoi futuri insegnanti e men che meno a quel branco di ragazzini insopportabili. Poi, magari, un giorno si sarebbe fatto qualche “amico”.
Ci sarebbe mancato solo che quella sciocca ragazza gli proponesse di sedersi con lui e aiutarlo a studiare insieme. Avrebbe ricevuto poi quello che meritava, se solo avesse osato proporglielo.
Si pentì amaramente anche di quel briciolo di umanità che aveva avuto quel giorno a Diagon Alley. Era stato un grave errore farle quel complimento. Forse, se non l’avesse incontrata o se non avesse chiesto informazioni, ognuno se ne sarebbe andato per la propria strada.
Tornò a concentrarsi sull’incantesimo. Ma non riuscì più a eseguirlo come la prima volta. Infuriato, chiuse il libro con un colpo secco e, dopo averli sistemati nuovamente nel baule, tornò a guardare il finestrino.
La porta dello scompartimento si aprì di nuovo e Riddle si voltò sbuffando d’impazienza. Quando però vide chi era entrato, questa volta, nascose il proprio disappunto e i suoi occhi mandarono un lampo. Un signore piuttosto giovane e robusto con lunghi baffi da tricheco era lì sulla soglia. Si guardò attorno e poi fissò Riddle incuriosito.
“ Chi è lei?” domandò Tom, ma una parte di lui già sapeva la risposta.
“ Io, ragazzo? Io sono un tuo futuro insegnante. Mi chiamo professor Lumacorno”
Tom allora si mise seduto comodamente e l’altro proseguì.
“ Cosa stavi facendo?” domandò poi con una punta di curiosità
“ Niente, mi stavo esercitando un po’ con le materie. Sono impaziente di cominciare subito” spiegò Riddle
Lumacorno sorrise.
“ Avrai tutta l’opportunità per farlo. Sette anni sono molto lunghi. Adesso perché non vieni un po’ con me? Sto facendo conoscenza con i miei futuri studenti. Il rapporto tra professori e studenti per me deve equivalere a quello tra genitori e figli. D’altronde per sette anni, noi saremo i vostri genitori e insegnanti, visto che di fatto vivremo sotto lo stesso tetto, tutti i giorni”.
Riddle ebbe un sospetto che non tardò ad esternare.
“ L’ha mandata la ragazza vero?” chiese sospettoso, socchiudendo gli occhi
“ Quale ragazza?” domandò Lumacorno spiazzato.
“ La ragazza bruna” fu la risposta
“ Ah lei?” Lumacorno fece una risatina. “ Beh, se anche fosse?”
Ecco, lo sapeva. Lo aveva sempre saputo, fin da quel giorno in cui la incontrò per caso in quella dannata via. Quella ragazza non si dava per vinta. Ma lui non avrebbe certamente perso la sfida. Decise quindi di accettarla e disse: “ Va bene, vi raggiungerò tra poco. Ma lo faccio solo per conoscervi meglio…”
Aveva deciso di approfittare subito dell’occasione per incominciare a estendere il suo raggio d’azione sui professori. Quel Lumacorno sarebbe stato il primo.
In quell’occasione avrebbe sfruttato l’insistenza di quella ragazza per i suoi scopi personali, per i suoi vantaggi personali. Quella sarebbe stata la sua mossa, in risposta a quella di lei. Non avrebbe fallito, ne era certo.
Lumacorno probabilmente lo stava aspettando lungo il vagone, quando decise di andare.
Si alzò, si stiracchiò, con tutta la calma possibile e, preso il baule, uscì dallo scompartimento.

(1432 parole~)
Doppio aggiornamento~ Dopo aver pubblicato 2 nuovi capitoli di "Cof: First Impressions" e "Before the Dawn", di certo non potevo non portare altri capitoli sul nostro caro Tom Riddle. Spero vi piaccia!

Tom Riddle: la storia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora