Se prima di quel giorno, Tom avesse chiesto ai professori quali dei due studenti fosse il migliore molto era assolutamente certo che essi avrebbero indicato lui. Ma da quel giorno, in cui Bellatrix Black si mostrò più brava di Riddle stesso, alla lezione di pozioni , non era più tanto sicuro della risposta.
i giorni che seguirono furono per Riddle certamente i più brutti che avesse passato al castello, fino a quel momento. Aveva la sensazione sgradevole che quel poco che era riuscito a guadagnare della fiducia dei professori, escluso Silente, gli stesse sfuggendo via di mano, incontrollabilmente, e tutto per colpa di Bellatrix. Ora era lei al centro della scena. Era lei che i professori andavano a lodare. E questo, per lui, era peggio che se l’avessero, d’un tratto, tenuto in completo digiuno per una settimana filata. Non poteva sopportare che quella gli facesse la guerra, e solo perché era risentita del suo comportamento egoista e vendicativo, e forse anche appena appena violento, davanti ai dormitori, quella sera.
Persino il professor Lumacorno pareva che in quel periodo preferisse Bellatrix Black a lui. Lei aveva quella grande bellezza che forse faceva presa suoi professori, anche perché con loro si mostrava gentile e disponibile, esattamente come faceva lui. A che gioco stesse giocando non lo sapeva, e non voleva saperlo. Ciò che era fondamentale era che doveva assolutamente smetterla di intralciarlo, altrimenti l’avrebbe pagata. E cara, questa volta.
Di nuovo, dallo scontro avvenuto nel sotterraneo del professor Taylor, durante la lezione, non le aveva rivolto più la parola. E questa volta, gli era parso che anche lei facesse altrettanto con vigore e decisione. Da un lato questo lo soddisfava enormemente: finalmente aveva smesso di seguirlo e di disturbarlo, dall’altra parte però non gli piaceva assolutamente il nuovo comportamento che stava avendo a distanza: decisa a fargli la guerra nell’ambito accademico.
Anche perché, suo malgrado, doveva ammetterlo: quella ragazza era brava quasi quanto lui. Ovviamente non glielo avrebbe mai rinfacciato, non era così stupido da farlo, ma dentro di sé la temeva. E non poco.
E poi eccelleva in tutto: dalla Trasfigurazione del professor Silente, alla Difesa dalle Arti Oscure; dall’ Erbologia agli Incantesimi. E non erano poche le volte in cui entrambi arrivavano a raggiungere la soglia della perfezione, tant’è che molte volte i professori facevano davvero molta fatica a decidere chi fosse il migliore tra i due.
Rimaneva ancora un corso da iniziare, e che avrebbero iniziato il lunedì seguente, prima di Halloween: il volo.
Il campo da volo era adiacente al castello. Si riconosceva abbastanza bene dal momento che presentava tre anelli molto in alto che dovevano avere una qualche funzione. Tom ogni volta che li osservava, si domandava cosa diavolo servissero quegli anelli. Il lunedì seguente lo avrebbe, forse, scoperto.
E pensò che lì, magari avrebbe potuto provare a vendicarsi sull’odiosa compagna. L’avrebbe disarcionata dalla scopa, anche se, forse, avrebbe corso il rischio di essere scoperto. Tutto sarebbe dipeso da come sarebbero evolute le cose. L’avrebbe deciso sul momento, se effettuare la sua vendetta in quell’occasione o per altro modo. Di certo, però, non poteva lasciarla fare tutto ciò che voleva, prendersi le libertà che voleva, senza subirne le conseguenze. Quindi, in un modo o nell’altro, l’avrebbe pagata.
Quella mattina del lunedì, giorno della prima lezione di volo, dopo quasi due settimane da che non si rivolgevano la parola, di nuovo Bellatrix fu costretta a sedersi vicino a lui, dal momento che tutti i restanti posti, al tavolo dei Serpeverde, erano occupati.
“ Piccolo Tommy? Posso avere della marmellata, per favore?” gli domandò, sempre comportandosi come se avesse a che fare con un bambino di cinque anni.
Riddle chiuse gli occhi, invocando la pazienza, e dopo un po’ fu costretto a darle quello che chiedeva, dal momento che lei lo tartassava di continuo. Per un attimo ebbe la tentazione di rovesciargliela in testa, in modo da spegnerle dell’odioso sorrisetto altezzoso e da saputella, che gli rivolgeva. Poi comprese, che in quel momento, era protetta troppo bene sia dagli insegnanti, sia dai suoi piccoli amichetti e amichette che nel frattempo si era fatta. E se avesse reagito male, probabilmente l‘avrebbero scoperto subito. Tuttavia non potè ignorare quando lo ringraziò dicendo: “ Grazie, piccolo Tommy”
Si rivolse a lei, guardandola corrucciato e chiese a denti stretti: “ Mi faresti un favore, ragazzina? La smetti di chiamarmi piccolo Tommy? Non mi piace che mi chiami piccolo Tommy”
Bellatrix rise.
“ Allora ti chiamo Tommie. Ti va bene questo, piccoletto?”
Riddle scosse il capo infastidito.
“ Non mi piace il nome Tom. E tutto quello che ne deriva. Sono stato chiaro? Quindi evita di chiamarmi così”
“ E sentiamo, come dovrei chiamarti, piccolo?” fece Bellatrix, fintamente curiosa
“ Grande e Potente ragazzo. Io per te sono questo. Perché io e te, non ci conosciamo. E quindi non sei autorizzata a chiamarmi per nome”.
“ Va bene, piccolo Grande e Potente ragazzo. D’altronde mi sto abituando a far finta di non conoscerti”
“ Brava, continua… ah un’altra cosa: evita la parola piccolo con me. Piccola sarai tu. Perché sono molto più grande di te, sia di mente che come abilità”.
Bellatrix fece una risata sarcastica.
“ Oh, davvero?” domandò: “ Mi sembra che ultimamente io ti abbia superato, in entrambe le cose, caro signor Grande e Potente. Mi sembra che anche i tuoi tentativi di far presa sui professori, siano venuti meno. Cosa c’è caro signor Grande e Potente? Ti senti forse minacciato da me?”
“ Tu sei pazza, ragazzina. Tornatene dai tuoi piccoli simili. D’altronde avrei dovuto saperlo, che siete tutti uguali, voi. Tutti un branco di ingenui e incapaci. E stai tranquilla Bella, che presto le gerarchie torneranno. Finora ho giochicchiato con voi. Ora farò sul serio e scoprirete chi sono davvero”.
“ Come mi hai chiamato?” fece lei, inviperita, senza più ridere
“ Ti ho chiamato Bella” rispose Riddle a tono.
“ Bella, mi chiamano gli amici. E tu, signor Grande e Potente, non hai diritto di usare quel nome. Mi devi chiamare signorina Black” rispose lei, diventando rossa di rabbia
“ Allo stesso modo, tu non devi chiamarmi piccolo Tommy. Io per te, sono il signor Grande e Potente. D’ora in avanti ci chiameremo così… o forse sarebbe meglio non chiamarci affatto, poiché vorrebbe dire che finalmente mi sono liberato di te. Piccola indisponente e inutile perditempo, sciocca e stupida ragazza”.
Gli altri ragazzi cominciarono a guardarli.
Bellatrix prese il suo bicchiere pieno di succo di zucca e glielo versò addosso, sui capelli. Il succo di zucca, colò sui vestiti di Tom, bagnandoli tutti. Scoppiò un’ applauso al tavolo, tuttavia non abbastanza udibile dai professori, dato l’enorme chiasso che proveniva dagli altri tavoli. Era evidente che Riddle fino a quel momento non aveva raccolto grandi simpatie tra i compagni.
In pochi sembrava che si stessero accorgendo di ciò che stava capitando al tavolo dei Serpeverde. A parte ovviamente i compagni di Casa.
Riddle a quell’affronto non potè reagire come avrebbe voluto, per ovvi motivi, ma ormai Bellatrix aveva firmato la sua condanna. Si era spinta fin troppo in là. Aveva ormai varcato la linea invisibile della sua pazienza e alla prima occasione l’avrebbe pagata.
Guardandola con odio, ricambiato da lei a sua volta, si alzò da tavola e si diresse per la lezione di volo, che avrebbero iniziato quel mattino. Raggiunse il campo da volo, più volenteroso che mai di stare da solo senza quegli inutili ragazzini, di cui si era circondata quella che era ormai diventata, a tutti gli effetti, la sua peggiore nemica.
Quando arrivò, si accorse con sollievo di essere arrivato per primo. La professoressa Susan Poorbridge non era ancora arrivata.
Aveva però visto che vi erano una ventina di scope posate a terra sull’erba. E i tre anelli svettavano in alto sulla sua testa. Era una limpida mattinata autunnale e il colore bianco degli anelli, rifletteva la luce solare tutt’attorno. Si costrinse a non pensare a ciò che era successo a colazione poco prima. Ma non ci riuscì. D’un tratto non si sentiva più a casa. Se fino a qualche giorno prima, era nel posto più bello che potesse desiderare, da quel giorno durante la lezione di Pozioni, aveva cominciato ad averne già abbastanza. E tutto solo perché Bellatrix l’aveva superato. Stava diventando paranoico forse… ma non era abituato ad essere battuto da qualcuno. E quel fallimento ad opera della ragazza gli impediva, la notte, di chiudere occhio. Per di più a batterlo era stata una stupida bimba viziata, che non era abituata a mostrare rispetto a coloro che erano più grandi e più importanti di lei.
Ma da lì a pochi istanti, se tutto fosse girato a meraviglia, l’avrebbe pagata.
Prese una scopa di quelle che era a terra e la cavalcò. Ma fu subito fermato dalla professoressa che arrivò insieme al resto della classe. Avrebbero seguito lezione con i Corvonero quel giorno.
“ Metti giù quella scopa ragazzo” ordinò piuttosto bruscamente la professoressa. Aveva un vago accento scozzese. Era una donna magra, dall’aspetto severo e piuttosto scontroso. In pratica, vedendola, Tom ebbe l’impressione che si trattava di una donna con cui era molto difficile scherzare.
“ Mettetevi alla sinistra delle vostre scope, coraggio muoversi!” ordinò la professoressa Poorbridge. “ Ragazzo, non per essere antipatica, ma non ho voglia che mi si incolpi per averti permesso di cavalcare una scopa senza avervi insegnato prima come fare. Anche perché poi a subirne le conseguenze saresti stato tu…”
Quando si furono sistemati come voleva la professoressa, fecero un breve giro di presentazioni e poi diede loro il benvenuto alla prima lezione di volo. Spiegò loro tutte le regole del volo, che fu detto, chiamarsi tecnicamente Quidditch, e il nome delle tre palle: Bolide, Boccino e Pluffa, la più grande delle tre. Venne loro accennato anche la storia di quello sport da maghi.
Disse loro che avrebbero dovuto sapere per la lezione successiva tutto ciò che aveva spiegato sul Quidditch quel giorno e che poco importava se in futuro non avessero fatto parte della squadra. Le regole teoriche era bene che le conoscessero da subito.
L’ultima mezzora delle due ore, fu riservata alla parte pratica.
“ Stendete la mano destra sulla scopa e dite: SU”
“ SU” dissero tutti.
Riddle fu il primo a prenderla. E con enorme soddisfazione, vide che Bellatrix non era ancora riuscita a fare altrettanto.
Quando furono tutti con la loro scopa in mano, fu permesso loro di cavalcarla e di darsi una spinta per sollevarsi fino ad un’altezza massima di un metro da terra. La professoressa ammonì coloro che avessero superato questa altezza, minacciando che avrebbe preso provvedimenti verso costoro.
Fu una sensazione piacevole, che permise a Riddle di riprendersi un po’ dalla depressione che aveva avuto in quei giorni. L’unica cosa negativa fu, però, che non riuscì ad avere l’occasione per vendicarsi su Bellatrix Black, la quale era tornata ad ignorarlo dopo lo scontro della mattina a colazione.
Avrebbe dovuto provare di nuovo, in un’altra occasione che gli si sarebbe presentata.
Al ritorno al castello, per la lezione di Incantesimi con il professor Vitious, Riddle si guardò intorno e la sua vista si fermò al lago nero. Poi pensò ad una cosa che Dippet aveva detto, al discorso inaugurale. Cosa aveva detto? I duelli di magia erano vietati?
Di colpo ebbe un’idea che era certo, non sarebbe fallita. Ecco come si sarebbe vendicato su quella sciocca. E il posto giusto per farlo sarebbe stato al lago, quella notte stessa. Lontano da sguardi indiscreti. In modo che non potesse essere udita da nessuno, qualora, come era certo, fosse stata in difficoltà nel duello contro di lui.
Presto, Bellatrix Black, avrebbe davvero compreso i terribili errori che stava combinando da alcuni giorni a quella parte.
Visto che sei dura di testa e non capisci con chi hai a che fare, lo capirai a modo mio. Con i miei metodi.(1954 parole~)
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Tom Riddle: la storia
Fanfiction" Sai Tom? Credo di non avere mai conosciuto uno studente più brillante di te" ammise Lumacorno. " Me lo sento dire ogni volta, signore. Ma la mia è solo semplice curiosità" rispose Tom, anche se compiaciuto Ma Lumacorno non sembrò molto d'accordo...