La rivelazione nascosta

41 4 0
                                    

La signora Cole, dopo aver visto il gufo diventare un puntino indistinguibile nel cielo azzurro, scese di sotto a parlare con la segretaria: una ragazza trasandata con il grembiule.
" Eveline, scusami, puoi passarmi la cornetta un attimo? Devo fare una telefonata"
" Certamente, signora Cole" disse lei in risposta.
Le passò la cornetta e la direttrice compose un numero. Aspettò che qualcuno rispondesse.
" Pronto, buongiorno. Dottor Harry? Oh,  scusi il disturbo... Chiamo dall'orfanotrofio Wool. Sono la direttrice. Vorrei fissare un appuntamento con lei, perché vede abbiamo un ragazzo che ultimamente si comporta in modo piuttosto strano. Direi quasi da pazzo, ma siamo certi che non sia veramente pazzo. Insomma, giudicherà lei... Quando è disponibile? Venerdì prossimo alle dieci? E' un po' in là con il tempo... si, capisco che ha altri pazienti. Va bene, allora... facciamo Venerdì. Scusi  ancora il disturbo. Salve... salve... arrivederci".
" Magari non sarà niente di che" disse la signora Cole, più a sé stessa che non alla segretaria, che la stava ascoltando. " Ma vale la pena provare" .
" E' davvero così strano, Tom?" domandò lei.
" Non l'hai notato? Ultimamente quando fa amicizia, succedono delle cose strane ai suoi amici. La morte del coniglio di Billy Stubbs, ad esempio, non può essere avvenuta per caso. E' sempre stato un ragazzo piuttosto strano, comunque, anche da bambino. Ma ultimamente lo è ancora di più".
" Mah...magari sarà un periodo un po' così. E' molto umorale, Tom".
" Forse hai ragione, Evie. Tra l'altro stamattina ho proprio sfiorato la follia. Un gufo in pieno giorno mi ha consegnato una lettera. Scritta da un certo.... oh santo Cielo. Ho dimenticato il nome. Siliente, mi sembra... o Sapiente... insomma qualcosa del genere. Ci siamo dati appuntamento per mercoledì, quindi tra tre giorni. Se dovessi vederlo, avvisami".
" Oh e cosa diceva?" domandò Eveline senza riuscire a trattenere la curiosità
" Ma niente di particolare. Diceva solo che Tom è stato scelto per far parte della loro scuola. Ma credo, abbiano commesso un errore. Tom non ha mai fatto richiesta per far parte di una scuola. Tra l'altro, questa scuola non risulta essere da nessuna parte, poiché non hanno neanche messo l'indirizzo. Un casino, stamattina per inviargli la risposta. Alla fine sono stata costretta a usare il gufo... un gufo, Eveline. Capisci? Sto diventando pazza anch'io..." disse mettendosi le mani tra i capelli.
" Ma no, signora Cole... si tranquillizzi"
La signora Cole, mise una mano sulla spalla della segretaria e la guardò come se avesse davanti una figlia.
Ma non ci fu tempo per spiegare, poiché Martha chiamò la direttrice.
" Signora Cole. Anche Billy si è contagiato la varicella. Io vado a comprare della tintura di iodio. Magari fa qualcosa".
" Ci mancava solo questa, Eveline. Di questo passo avremo l'epidemia. Vabbe. Vado di sopra. Se dovessi vedere il signor Sapiente fammi sapere."
Quando ebbe ricevuto conferma, la signora Cole tornò nel suo ufficio.
Tom intanto si era svegliato anche lui, ma non era ancora dell'umore giusto per uscire dalla sua camera. In effetti, quella mattina uscì solo per pranzare. Per il resto rimase lì, in camera sua, a guardarsi le mani e il corpo, mentre rifletteva.
Le sue mani erano come quelle della maggior parte dei ragazzi della sua età. Ma le dita erano un po' più lunghe rispetto alla media.
In complesso era molto orgoglioso del suo aspetto: era un bel ragazzo, magro, leggermente pallido, con folti capelli neri e occhi scuri e affascinanti... certo se avesse potuto chiamarsi in un altro modo...
La notte però era stata la più brutta che avesse mai passato. A lui piaceva molto quella parte della giornata in cui il sole tramontava e la luna era l'unica fonte di luce, nel cielo scuro come la pece. Ma quella notte, in particolare, fece eccezione: desiderò  che passasse il prima possibile. Tant'è che dopo le cinque del mattino non chiuse più occhio.
Tanti erano stati i pensieri e tanti gli incubi avuti, riguardanti la follia a cui aveva dovuto ascoltare la notte precedente, per bocca della signora Cole. Momenti di rabbia si erano alternati a momenti di delusione profonda e anche di disperazione. Voleva andarsene il prima possibile, di là. Ma purtroppo non vedeva via d'uscita.
Eppure quel giorno, a pranzo notò che la signora Cole, lo osservava sempre. Di solito chiacchierava sempre con i colleghi, ma quel giorno non lo fece. Tom aveva l'impressione che volesse dirgli qualcosa, ma che si trattenesse dal farlo. 
Lui fece comunque finta di nulla, e si comportò esattamente come si era comportato per i dieci lunghi anni che aveva trascorso lì dentro.
Al pomeriggio decise di farsi un giretto per i corridoi. Aveva sentito che Billy si era beccato la varicella e sorrise compiacendosi della punizione. Non era stato lui a fargliela venire, ovvio; però era contento come se lo fosse stato. Era quasi un segno del destino: il destino lo aveva punito, per aver sospettato di lui. Tuttavia, decise che sarebbe andato a fargli una visita.
" Cosa vuoi?" domandò brusco Billy, quando lo vide entrato
" Mah... passavo di qui... ho deciso di farti una visita, visto che siamo, come dire... amici?"
" Io non sono amico di un omicida" rispose con forza Billy, grattandosi la coscia.
Tom sorrise tra sé.
" Guarda, Stubbs, che non ti crede nessuno. La tua ricostruzione, non ha alcuna prova. E' ridicola".
" La signora Cole, ultimamente sta aprendo gli occhi, Riddle. Io ti consiglio di fare cautela" rispose lui a sua volta, sorridendo.
" Nessuno può resistere al mio fascino, Stubbs. Sono troppo più grande di te e molto più abile, non sai quanto".
" Poco modesto, Riddle,  mi dicono..." commentò Billy sarcastico
" Può darsi... ma le persone affascinanti e straordinarie come me, se lo possono permettere. Tu invece..." si trattenne e guardò Billy, come se fosse una creatura ripugnante: pieno di pus e di pustole, sudaticcio e grassottello.
" Ad ogni modo, Stubbs, ti auguro una pronta guarigione" disse, quando tornò alla porta d'ingresso della stanza.
Fece una breve pausa, sorridendo affabilmente e aggiunse, socchiudendo gli occhi: " Ah.. dimenticavo: la pelle di coniglio, dicono che sia molto calda. Magari ti potrà aiutare a guarire un po' più in fretta, e proteggerti dal freddo, durante l'inverno. E' lì la pelle, nel giardino dell'orfanotrofio. L'hai seppellito tu...".
Rise. Una risata fredda, acuta, senza gioia, che non gli si addiceva affatto e che fece drizzare i capelli in testa a Billy. Quest'ultimo si rese subito conto che Tom, con quella folle reazione, non si era minimamente rattristato per ciò che era capitato al suo coniglio. Quasi ne provasse piacere. Era come una rivelazione nascosta. E anche quella sua risata folle, si rese conto, che probabilmente rivelava qualcosa di lui. Qualcosa che teneva nascosto dentro il suo aspetto giovanile e affascinante.
Osservò Riddle gettargli addosso uno sguardo affabile e, nei suoi occhi scuri, ne colse anche un sinistro bagliore rossastro. Ma una parte di sé, riguardo ciò, fu certa di essersela  immaginata. Era, forse, una conseguenza della  febbre alta.
Ad ogni modo, non ebbe il tempo per verificare, poiché Riddle gli voltò le spalle e uscì definitivamente dalla stanza.
Quella fu la penultima volta che Tom Riddle vide Billy Stubbs in vita sua. Poiché il primo, da lì a tre giorni, avrebbe ricevuto una visita in grado di trasformargli completamente la vita e l'altro, Billy, lasciò l'orfanotrofio pochi mesi dopo. Una famiglia umile passò da lì, in una nevosa e fredda notte invernale,  decidendo di adottarlo.
L'ultima volta che lo vide fu di notte ,a casa di Billy, ormai adulto e sposato, parecchi anni dopo.

(1233 parole~)

Tom Riddle: la storia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora