Prologo

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Da sempre, i colori primari sono il rosso, il giallo e il blu.
Essi sono colori unici e fondamentali, perché non si possono ottenere dalla mescolanza di nessun altro colore.
Da loro si ricavano poi, mescolandoli, tutti gli altri colori visibili all'occhio umano.
Questo Anna lo sa bene: i capitoli relativi alla materia nei suoi libri di chimica e fisica hanno le pagine consumate per quante volte sono stati letti e riletti, sottolineati e appuntati.
Anna conosce tutto sullo spettro visibile, sulla percezione visiva delle varie radiazioni elettromagnetiche e sui differenti giochi di luce.
Sa che esistono centinaia di colori al mondo, uno più bello dell'altro, come il bordeaux o l'acquamarina, così come sa che quasi nessuno sulla faccia della terra è in grado di vederli.
Infatti, nonostante la sua innata curiosità e la sua straordinaria intelligenza, i suoi occhi non percepiscono il colore, in nessuna sua forma: lei non sa cosa siano il rosso o il verde o il blu, quale sia la sfumatura di colore che il cielo assume al sorgere del sole e al calare della sera e non può descrivere le sue adorate colline canadesi per il semplice fatto che non saprebbe farlo.
Ma, d'altronde, come potrebbe?
I colori sono la fortuna più grande solo di coloro che hanno incontrato la propria anima gemella e se ne sono innamorati: il semplice contatto con la persona giusta è in grado di farti scoprire leggere sfumature e accenni di colore che fino a qualche minuto prima non eri in grado di distinguere.
Solo questi pochi eletti e i lori spiriti affini, quanto di più raro e romantico al mondo possa esistere, sono in grado di riconoscerli tutti, uno per uno, senza difficoltà: essi possono distinguere con chiarezza il blu profondo del mare dal verde brillante delle querce lungo i sentieri di Avonlea, il rosa dei boccioli primaverili dal giallo tenue del fieno nelle stalle.
La ricerca dell'anima gemella è un'avventura così lunga e tormentata da intraprendere che molti rinunciano ancora prima di iniziare: sono in pochissimi coloro che decidono di aspettare, di attendere la persona amata per poter poi godere con lei della bellezza che la Terra è in grado di offrire.
La maggior parte dell'umanità si è semplicemente arresa all'idea che quella dell'amore vero non sia che una favola, una storiella da raccontare ai bambini di sera per farli addormentare e da raccontare a se stessi da adulti per evadere qualche minuto dalla realtà.
Uomini e donne si sposano tra di loro non per sancire un legame vero e sincero, ma per pura noia, per ragioni economiche o semplicemente per non rimanere da soli.
Oltre a questa insensibilità ed egoismo, la povertà e la mancanza di risorse di un paese povero come Avonlea non spronano certo a mettersi alla ricerca della propria metà ma, al contrario, solo di un buon partito per potersi sistemare e riuscire a tirare avanti.
Anna, sebbene non possa sopportare l'idea di rimanere da sola e triste per tutta la sua vita, sopporta ancora di meno la possibilità di non riuscire a vedere i colori con i suoi occhi almeno una volta.
Questa consapevolezza le provoca una sensazione di oppressione al petto e di nodo alla gola, una nausea costante al solo pensiero di dover essere costretta a stare accanto a una persona che non è chi dovrebbe essere: purtroppo, lei e la sua famiglia, i Cuthberts, non hanno il denaro per potersi mantenere per sempre solo con il loro raccolto, per cui un eventuale matrimonio con un giovane di buona famiglia è l'unica possibilità che Anna ha per ripagare Matthew e Marilla per tutti i loro sforzi e per fargli vivere una vita dignitosa.
Roy, un ragazzo poco più grande di lei dagli occhi scuri come la pece e dai modi gentili, era infatti la cosa migliore che le sarebbe potuta capitare.
Ricco, intelligente e umile, Roy aveva notato Anna fin dal primo giorno alla Queens e non era più riuscito a lasciarla andare.
Lei, incoraggiata da Marilla e inizialmente invaghita della sua aria da eroe romantico e galante, si era lasciata convincere a fidanzarsi ufficialmente.
Erano bastati pochi giorni per capire che, però, con lui accanto il mondo era rimasto in bianco e nero, senza neanche un accenno di grigio a cambiare il panorama.
"Non vedrò i colori, ma per lo meno vedrò sempre il cibo in tavola" si ripeteva spesso sottovoce, più per convincere se stessa che gli altri.
Il pensiero che non avrebbe mai visto le sfumature di colore dei fiori disegnati nei libri di sua madre, così come quello che non avrebbe mai provato lo stupore di assistere ad un arcobaleno dopo un temporale estivo la consumava, le incendiava i polmoni di rabbia e dolore.
Ma aveva deciso che non si sarebbe ribellata.
Non lo avrebbe fatto perché la sua famiglia veniva prima di tutto, anche prima della sua stessa felicità.
Non lo avrebbe fatto perché, nonostante tutto, Roy era la scelta migliore.
Non lo avrebbe fatto perché, in fondo, Roy era l'unica scelta che aveva.

𝓒𝓸𝓵𝓸𝓾𝓻 𝓜𝓮 𝓘𝓷 // A Shirbert FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora