Raggiunsero la carrozza dei Barry, ferma nel viale d'ingresso alla loro mansione, poco dopo e con la gola che bruciava per la fatica della corsa. Diana li stava aspettando, con la fronte corrugata in una smorfia preoccupata e gli occhi dei suoi genitori puntati addosso. L'avevano vista, neanche un quarto d'ora prima, abbracciare quel ragazzo che aveva un'aria così familiare e che solo dopo qualche minuto Eliza era riuscita a identificare come il giardiniere che aveva lavorato per loro quell'estate e che aveva licenziato su due piedi, senza un minimo di preavviso.
"Cosa ci fa qui quello straccione?" aveva chiesto infuriata alla figlia, non appena lo aveva visto scomparire, correndo nel loro cortile, ma Diana aveva fatto finta di non sentirla. Proprio Henry infatti, mentre raggiungeva la sua casa per farle una sorpresa, aveva notato una parte della fattoria andare in fiamme e, non conoscendone il proprietario, si era affrettato a informare l'unica persona che davvero poteva dire di conoscere ad Avonlea.
Diana, ascoltando la descrizione un po' infantile ma pulita di quel luogo infestato dalle fiamme, aveva impiegato neanche un secondo a capire che si trattava di Green Gables, pregando quindi Henry di correre ad informare la sua amica.
Non appena vide Anna e Gilbert, mano nella mano, correre nella sua direzione, la tensione lasciò per un attimo il posto alla felicità di vederla non in pericolo.
"Anna! Gilbert! Non potevo uscire di casa per venire a cercarvi, ho mandato Henry"
"Hai fatto bene, grazie per averci avvisato" disse Gilbert, offrendo la mano sia ad Anna che a Diana per entrare sulla carrozza. "Gli altri ospiti?"
"Stanno raggiungendo Green Gables con i cavalli, per fare prima. Se ti riferisci a Winifred, è con Ruby e Roy: ti stava cercando, ma ho detto che eri già sulla strada per la fattoria" disse lei, facendo poi un cenno a Henry, ancorato a terra davanti a loro. "Henry, entra"
"Non posso: tua madre si arrabbierà"
"Ci sono problemi più grandi, adesso. Mia madre se ne farà una ragione"
"Très bien, allora" concluse lui, saltando sulla carrozza e sedendosi accanto alla sua adorata Diana.
"Cos'è successo? Si sa qualcosa?" chiese Anna, con la voce che tremava dalla paura. Sia lei che Marilla e Matthew erano attenti a non lasciare candele o lampade accese, proprio per evitare disgrazie come quelle. Cosa poteva aver originato un incendio grande come quello descritto da Henry?
"Non molto. Marilla e Matthew sono con i Gillis, dovrebbero essere arrivati da poco. Cole è stato il primo, insieme a Moody, a prendere il cavallo e ad andare verso casa tua. Penso che ci diranno loro come stanno le cose" rispose Diana, dando poi l'ordine di partire.
Anna iniziò a mordersi freneticamente le labbra con i denti, fino a farle sanguinare. Rischiò di farsi del male anche alle dita, se non fosse stato per Gilbert che la bloccò sul nascere, stringendole forte la mano.
Lei lo guardò ed ebbe la sensazione che il peso sul suo cuore diminuisse, come assorbito in parte dalla mano di lui stretta intorno alla sua. Cercò di sorridergli ma senza grandi risultati, rovesciandogli poi la testa sulla spalla e cercando di nascondere l'angoscia che le opprimeva il petto.
"Risolveremo tutto"
"Se Green Gables dovesse essere distrutta, non so cosa potrei fare. È l'unica casa che io abbia mai avuto, non possono portarmela via" mormorò lei, nascondendo il viso nel suo collo.
Gilbert iniziò ad accarezzarle una guancia con la mano destra, poggiando la testa delicatamente su quella di Anna.
"Non te la porteranno via, credimi. Faremo tutto quello che serve, non ti abbandoneremo"Sopraggiunsero a Green Gables circa dieci minuti dopo, venendo accolti da nere nubi di fumo e da un'aria irrespirabile. Il cielo era tinto di rosso, mentre piccoli cristalli di fuoco salivano verso l'alto in spirali discontinue.
"Anna! Oh, Anna" urlò Marilla, andandole incontro, con uno scialle avvolto intorno alle spalle e i capelli sparsi alla rinfusa.
"Marilla! Dov'è Matthew?"
"Sta aiutando gli altri uomini a spegnere l'incendio. Per fortuna la casa è in salvo, ma il fuoco continua a divampare nelle stalle e nel ripostiglio"
"Nelle stalle? Come ha fatto ad arrivare fino a lì? Come sta Belle?"
"Non ne ho idea, non mi hanno fatta avvicinare. Credo che Cole e Jerry stiano portando gli animali in salvo, ma non ne sono sicura"
"Devo andare ad aiutarli, avranno bisogno di una mano" disse Anna, incamminandosi verso le stalle.
"Per l'amor del cielo, Anna, dove credi di andare? C'è fumo ovunque, non si respira e non sei vestita in maniera adatta. Rischi di farti male o di rimanere incastrata in qualche angolo"
"Marilla, ti prego, non possono farcela da soli"
"Non se ne parla"
"Vado io" disse Gilbert, con la voce ferma e gli occhi che riflettevano le lame di fuoco nell'aria.
"No. Tu non vai da nessuna parte" aggiunse Anna, piazzandosi davanti a lui e guardandolo fisso.
"Non rimarrò qui fermo mentre gli altri lavorano e ti salvano la fattoria. Devo aiutare"
"Bene, allora vengo con te"
"No, Marilla - insomma, la Signora Cuthbert - ha ragione. Non voglio che tu rimanga intrappolata tra le fiamme per salvare gli animali, cosa che sono sicuro che tu faresti" disse Gilbert, alzando un sopracciglio.
"Ti farai del male. E poi, cosa penserà Winifred?" domandò Anna, consapevole, in fondo, del fatto che il ragazzo avesse ragione e che le sue non fossero solo scuse campate in aria.
"Winifred vedrà che sto aiutando a risolvere la situazione, proprio come tutti gli altri. E anche se non dovesse capire, andrò comunque" rispose lui, togliendosi il cappotto, bagnandolo nella tinozza d'acqua vicino a loro e mettendoselo addosso. "Tornerò tra poco. Ti assicuro che non farò nulla per farti preoccupare" disse ancora, scomparendo poi tra le fiamme insieme a Henry.
Anna, Diana e Marilla, raggiunte poco dopo da Ruby, rimasero ad osservare da lontano i ragazzi che cercavano di domare il fuoco e di salvare il salvabile.
Anna odiò se stessa per non avere fatto più pressione a Gilbert e poi per aver indossato quello stupido vestito così elegante: se solo avesse indossato uno dei suoi abiti normali non avrebbe avuto problemi a entrare nella stalla e a divincolarsi nei vari ambienti roventi.
Gilbert, nel frattempo, sul tetto della fattoria, con l'aiuto di Moody e Cole e dei secchi d'acqua trasportati da Jerry, riuscì dopo una ventina di minuti a spegnere praticamente tutte le fiamme. Erano tutti esausti e tristi: la fattoria non era altro che un impasto di polvere e cenere, incrostata tra le assi di legno secche e i pochi pezzi di ferro rimasti intatti.
Gli animali furono portati in salvo e momentaneamente trasferiti nella stalla della famiglia Barry, ma per tutto il resto non ci fu nulla da fare.
I ragazzi raggiunsero Anna e le amiche poco dopo che le fiamme vennero spente: la rossa circondò Gilbert in un abbraccio stretto, senza dimenticare però Cole e Jerry, che avevano lavorato da prima ancora che lei sapesse dell'incendio, lasciando due umidi baci sulle loro guance annerite dalla cenere.
"Se volevi sorprendermi per l'inizio dell'anno, ce l'hai fatta" disse Cole, guardando prima la fattoria e subito dopo il ragazzo riccio che Anna aveva appena avvolto tra le braccia. "Non so per quale delle due cose sono più sconvolto" aggiunse, cercando di distendere un po' il clima della serata.
Anna gli lanciò uno sguardo di rimprovero divertito, che ben presto si trasformò in una smorfia di dolore.
"Com'è successo, Cole? Sono sicura di non aver lasciato nulla di acceso da nessuna parte"
"Non ne ho idea: sono arrivato che il fuoco era già ben alto, il che vuol dire che è scoppiato almeno mezz'ora prima del mio arrivo"
"Che sia stato un fulmine?" chiese Jerry, portandosi entrambe le mani dietro alla testa e i gomiti al cielo.
"Non ha nemmeno piovuto, il cielo è pulito. Non può essere" rispose Ruby, serrando le braccia davanti alla vita.
"Potrebbe essere intenzionale"
"E perché dovrebbe, Diana? Non abbiamo nemici per quanto ne so e non abbiamo fatto nulla per meritarci tutto questo"
"Anna!" chiamarono due voci all'unisono, in lontananza: erano Marilla e Matthew, che correvano nella sua direzione con il viso sconvolto.
"Cos'è successo adesso?"
"Anna, gli animali si sono salvati tutti. Anche Belle, per cui non devi preoccuparti" disse Matthew, in un filo di voce.
"Finalmente una bella notizia" commentò Anna, stringendo forte le mani tra di loro.
"Però..."
"Però?" chiese lei, con i denti stretti fino a farsi sanguinare le gengive.
"Tutto il nostro raccolto è andato perso, Anna. Non si è salvato neanche un sacco di grano" rispose Marilla, trattenendo a stento le lacrime. "E non è la cosa peggiore: anche buona parte dei nostri campi sono bruciati, quasi tre ettari"
"Non posso crederci"
"Lo so, siamo sconvolti tanto quanto te. Comunque cara, questa non è l'unica cosa che sono venuta a comunicarti"
"E questo cosa vorrebbe dire?"
"Anna, non so davvero come dirtelo. Non credere che io voglia il tuo male o che voglia importi qualcosa che tu non desideri: ti voglio bene e sei la persona più importante per me, insieme a Matthew. Ma senza cibo e senza campi da coltivare, non abbiamo possibilità di sopravvivere: non abbiamo eredità o altri campi, così come non abbiamo parenti ai quali chiedere aiuto" mormorò Marilla, sospirando tristemente e guardando a terra.
Anna ingoiò lentamente la saliva mentre Gilbert, accanto a lei, strinse i pugni così forte da far diventare le nocche completamente bianche e ossute.
"Sostanzialmente, Anna, questo vuole dire che-"
"Questo vuole dire che devo sposare Roy Gardner il più in fretta possibile" concluse lei, iniziando a sentire grossi lacrimoni scivolarle lungo le pallide guance.
Provò il bisogno di girarsi e di rivolgere lo sguardo all'unica persona che davvero avrebbe voluto accanto in quel momento, l'unica davanti alla quale avrebbe pianto senza sentirsi debole o fragile.
Le si spezzò il cuore però quando, voltandosi, notò che anche Gilbert Blythe aveva gli occhi annebbiati di lacrime e la stava guardando come un uomo guarda la sua unica fonte di felicità e amore venirgli strappata per sempre dalle mani.
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𝓒𝓸𝓵𝓸𝓾𝓻 𝓜𝓮 𝓘𝓷 // A Shirbert Fanfiction
Fanfiction"Mi mancano i colori più strani. Sono quelli che non ho mai visto, quelli che forse non potrò mai vedere. Restano chiusi in un loro segreto alfabeto in qualche parte nascosta dei miei sogni. Per un attimo li scorgo nel sonno, poi arriva l'alba e li...