"Che cosa ci fai qui?"
Quella era stata l'unica frase che lei gli avesse rivolto da quando aveva aperto la porta. Aveva i capelli legati nelle sue solite morbide trecce e quegli occhi così grandi che sembravano due pozzi senza fondo. Il viso era pallido e smagrito: due grosse occhiaie scure coloravano il contorno occhi di viola e le labbra non erano rosate come qualche settimana prima, ma pallide e secche.
Incredibilmente, il piano di Diana aveva funzionato: Roy era cascato in quella trappola banale e scontata ed era corso come un matto alla ricerca di quella lettera che suo padre gli aveva mandato.
Si sarebbe arrabbiato; probabilmente se la sarebbe anche presa con la giovane Barry, ma questo era adesso l'ultimo pensiero di Gilbert. Da quando aveva messo piede dentro Green Gables e aveva chiesto a Marilla e Matthew il favore di parlare per qualche secondo con la loro figliastra, non pensava ad altro che alle parole da usare e alle frasi da comporre silenziosamente nella testa.
Aveva bussato alla porta della sua camera e se l'era trovata davanti qualche minuto dopo: aveva perso peso, certo, ma per lui era un raggio di sole.
Sognava di rivederla da Capodanno e avrebbe fatto qualsiasi cosa per poterla stringere anche solo qualche secondo tra le sue braccia. Purtroppo però, non appena aveva tentato di avvicinarsi, Anna si era allontanata con un balzo all'indietro e l'aveva osservato con sdegno: si era chiusa le braccia al petto e aveva iniziato a deglutire, stringendo i denti così tanto da farsi del male. Gilbert sapeva quanto lei fosse arrabbiata, quanto avesse voglia di piangere e urlargli contro per sfogarsi, ma lei sembrava assente: un velo di apatia celava le sue pupille, come se fosse sotto l'effetto di qualche calmante o della morfina.
"Vattene"
"Anna, lascia che ti spieghi"
"Non fare un singolo passo o mi metto a urlare" disse, guardandolo negli occhi e infilandosi le dita nel morbido tessuto del vestito.
"Devo parlarti assolutamente, non ho molto tempo prima che Roy faccia ritorno"
"Non voglio sentire una parola da parte tua. Hai già detto tutto quello che dovevi a Roy, mi pare"
"C'è stato un malinteso"
"Certo, un malinteso" mormorò sarcasticamente lei, andandogli più vicino ma mantenendo sempre la distanza di sicurezza. "Non gli hai forse detto di sposarmi? Che ero la cosa migliore che gli fosse mai capitata?"
"L'ho fatto, ma c'è un motivo"
"Non mi interessa il motivo, Blythe. Tu gli hai dato una ragione per sposarmi e io ora sono intrappolata qui, con lui. Tutto il giorno, tutti i giorni, per il resto della mia vita"
"Rischiavi di vivere nella miseria, Anna. Cosa avreste fatto tu e la tua famiglia? Non sareste sopravvissuti solo con il bestiame: così almeno avrai una vita giusta per te e le tue esigenze"
"Solo io posso sapere qual è la vita giusta per me. Non Marilla, non Roy e nemmeno tu: i-io credevo che fossi diverso. Che almeno tu capissi il mio desiderio di libertà" rispose lei, alzandosi di scatto dal bordo del letto e avvicinandosi a lui. "Invece sei come tutti gli altri uomini: sempre in grado di sapere che cosa una donna possa volere, più di quanto possa saperlo lei stessa"
"Avresti vissuto in una stalla e senza cibo con me"
"Avrei vissuto ovunque con te!" urlò lei, in preda alla rabbia e lasciando Gilbert senza parole. "Hai detto che volevi portarmi a visitare posti sconosciuti e stare con me e invece non hai fatto altro che gettarmi tra le braccia del più meschino di tutta Avonlea: sei un bugiardo"
A quel punto, Gilbert si accese di rabbia e si avvicinò a lei, sfiorandole quasi il viso con il proprio.
"Ah, io sarei un bugiardo? E tu, allora, che non hai nemmeno avuto la buona volontà di dirmi che Matthew e Marilla non sono tuoi parenti ma bensì ti hanno adottata? Non hai avuto il coraggio di dirmi che sei un'orfana e io sarei il bugiardo?"
"Non osare insultarmi. Sono cose ben diverse: questa notizia non ti interessava" rispose lei, con gli occhi gonfi e rossi.
"Certo che mi interessava. Io volevo sapere tutto di te e tu mi hai tenuto nascosta una cosa del genere. Me la sono dovuta sentire dire da Roy Gardner in persona invece che da te"
"Avresti reagito come tutti gli altri: mi avresti disprezzata e abbandonata solo perché sono orfana, proprio come hai fatto non appena ne sei venuto a conoscenza"
"Non mi interessa che tu sia un'orfana o meno, Anna. Io non ti ho mai abbandonata ma ho dovuto lasciarti andare per evitare che Roy-"
"Non cambiare discorso e non dare la colpa a chi, almeno in questo, non ne ha: tu mi hai lasciato perché sono un'orfana e basta"
"Non dire sciocchezze, a me non fa né caldo né freddo!" urlò Gilbert, in preda alla collera.
"E perché?" chiese Anna, urlando a sua volta fino a sfogare tutta la sua ira contro la persona che meno avrebbe voluto ferire sulla faccia della terra.
"Perché ti amo" rispose lui, questa volta in un filo di voce. Non potè farne a meno: il desiderio di dire quelle parole nacque dal profondo dello stomaco e arrivò dritto in gola, dove Gilbert non riuscì a fermarlo. Anna lo guardò in silenzio, mentre calde lacrime le scendevano lungo le guance solcate da piccole lentiggini marroncine.
Rimasero a guardarsi in silenzio, mentre entrambi cercavano di riprendere fiato e di calmare il battito accelerato che quella situazione gli stava regalando.
Anna provò a dire qualcosa ma le corde vocali sembravano incapaci di funzionare, per cui semplicemente si avvicinò a lui e lo baciò piano, con delicatezza, prima il mento e poi le labbra. Poco dopo gli accarezzò la guancia leggermente coperta di peluria e lo abbracciò, lasciando ricadere la sua testa tra il collo e la spalla di lui: adorava stare tra le sue braccia in quel modo, come se fosse in un posto sicuro, lontano dal mondo.
"Mi dispiace, sono stata una stupida" sussurrò Anna, accarezzandogli i capelli dietro la nuca. "Ti amo anche io, ti amo" disse piano, ricominciando a piangere silenziosamente, questa volta però sorretta dalle braccia forti e calde di Gilbert.
Il cuore del ragazzo impazziva di amore per lei, per la sua dolcezza e per quel suo essere così precipitosa nel tirare conclusioni: era impetuosa, travolgente e avventata. Ma lui l'amava soprattutto per quello.
"Cosa volevi dire su Roy, prima?" chiese piano, senza lasciare la presa dal suo corpo.
"Roy mi ha obbligato a non vederti più: ci ha visti quella notte, a Natale, e mi ha detto che, se ti fossi stato accanto, lui ti avrebbe rovinata, dicendo a suo padre e quindi a tutta l'isola del Principe Edoardo della tua condizione da orfana"
"Lui... ha detto questo?"
"Sì. Ho provato a controbattere, ma l'idea di metterti in pericolo mi uccideva. Non posso accettare di vederti in mezzo alla strada per colpa sua"
"Non c'è modo di fargli cambiare idea?"
"No, è stato molto chiaro. Vuole che io sparisca dalla tua vita, altrimenti i guai saranno seri. Non ti ho mai abbandonata, Anna" rispose lui, accarezzandole i capelli. "Mi sono solo dovuto allontanare per proteggerti e, credimi, è stata la cosa più difficile che io abbia mai fatto"
"L'ho capito, mi dispiace"
"Non avrei mai abbandonato la mia poetessa se non per un motivo ben valido" disse lui, facendola sorridere contro il proprio petto e passandole le mani lungo le braccia. "Temo di dover andare adesso"
Il sole era ormai alto nel cielo limpido di gennaio, il che indicava che era ormai mezzogiorno passato: Roy probabilmente aveva già avuto modo di scoprire l'inganno tesogli da lui e Diana e stava facendo ritorno, con quella sua camminata elegante e le vene sulla fronte ben visibili.
Proprio mentre stava per baciarle la fronte per salutarla, gli occhi di Anna si illuminarono e lei iniziò a tamburellarsi indice e medio sul mento con foga.
"Aspetta, Gil" mormorò, andando alla finestra e osservando con attenzione la sua stalla rasa al suolo dalle fiamme. "Ho avuto un'idea"
"Riguardo a cosa?"
"A tutta questa situazione, in sostanza. Ci potrebbe essere una soluzione"
"Ti ascolto"
"Ieri sera ero a cena con Marilla e Matthew e parlavamo di quanto raccolto quel maledetto incendio ci abbia portato via. A un certo punto, però, Matthew ha fatto un'osservazione che ho trovato interessante"
"Sarebbe?" chiese Gilbert, assolutamente concentrato sulle parole di Anna e incrociando le braccia al petto.
"Diceva che, rovistando tra i vari residui e cumuli di cenere, vicino a dove dormiva Belle, ha trovato un avanzo di sigaro bruciato: era molto piccolo e scuro, per cui non era completamente certo che fosse quello, ma non lo escludeva neanche"
"E questo vorrebbe dire che..." iniziò a dire il ragazzo, con gli occhi che brillavano.
"...che l'incendio potrebbe non essere stato causato da uno di noi, ma da qualcuno di esterno. Qualcuno che magari ha qualcosa contro di noi"
"E qualcuno che fuma, probabilmente"
"Certo, quello era chiaro Gilbert. Se così fosse, però, potremmo scoprire chi è questa persona e dirgli di ridarci indietro i soldi equivalenti a tutto il raccolto che ha distrutto"
"Evitando di farti sposare Roy"
"E di fare cadere i Cuthbert e Green Gables nella miseria"
"Tu sei un genio" disse Gilbert, prendendo Anna per i fianchi e facendola roteare in aria una o due volte.
"Non sono un genio, sono solo molto attenta ai particolari" rispose lei, alzando un sopracciglio.
"Giusto. Ora, chi è che fuma sigari ad Avonlea?"
"Credo praticamente tutti gli uomini, eccetto Matthew, anche se in realtà molti fumano la pipa"
"È un dettaglio di ben poco conto, in effetti. Non credo che nessuno sia così interessato all'argomento da andarsi a informare su chi fuma sigari e chi la pipa"
Anna sorrise. "Beh, nessuno a parte qualcuno che non ha niente altro da fare se non sparlare di chiunque per tutto il giorno"
"Ma certo, Rachel Lynde!"
"Hai capito bene: lei saprà sicuramente anche la marca e il prezzo di tutti i sigari che girano nell'Isola del Principe Edoardo"
"Dobbiamo parlare con lei, Anna. Potrebbe darci un grande aiuto"
"Non possiamo, non insieme. Rischiamo di farci scoprire da Roy e perdere ogni possibilità di vederci ancora. Dovrai andare da solo, o magari con Diana e Cole: loro ti aiuteranno senza alcun dubbio"
"Posso provare a parlargli"
"Raccontagli tutta la storia e digli che sono io in persona a chiedergli di darti una mano nelle ricerche: da piccoli andavamo matti per giocare a fare le spie, non credo che avranno problemi a seguirti. Specialmente Cole"
"Lo farò. Troverò il modo di aiutarti, questa volta senza fare tutto di testa mia"
Anna gli schioccò un bacio sulla guancia, prima di intravedere una figura nera e incappucciata avvicinarsi a Green Gables con aria furiosa.
"È Roy. Prendi l'uscita posteriore e cerca di non farti vedere"
"D'accordo. Verrò a trovarti appena riesco"
"Va bene, ma ora vai. Corri, Gilbert" disse lei, osservandolo scendere le scale e sbucare fuori dalla fattoria furtivamente.
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𝓒𝓸𝓵𝓸𝓾𝓻 𝓜𝓮 𝓘𝓷 // A Shirbert Fanfiction
Fanfiction"Mi mancano i colori più strani. Sono quelli che non ho mai visto, quelli che forse non potrò mai vedere. Restano chiusi in un loro segreto alfabeto in qualche parte nascosta dei miei sogni. Per un attimo li scorgo nel sonno, poi arriva l'alba e li...