Quella domenica pomeriggio, il tempo si era come fermato: il tè bollente nelle tazze aveva smesso di fumare; i camerieri si muovevano a rallentatore, attraversando la grande sala in un tempo infinito; il sangue scorreva piano, attraversando ogni fibra del corpo con grande calma.
Anna era rimasta in piedi solo grazie alle braccia di Cole che l'avevano retta, evitando di farla accasciare al suolo: i suoi grandi occhi erano sbarrati, mentre la bocca era leggermente aperta. La fronte le si era imperlata di sudore freddo e la testa le girava in continuazione, provocandole una forte nausea e una debolezza mai provata prima.
Cole aveva lo sguardo puntato su di lei, mentre Diana le aveva messo una sedia dietro e l'aveva costretta a sedersi e a riprendere fiato. Tutti intorno a lei parlavano, le si rivolgevano con frasi gentili e occhi pietosi, ma Anna non sentiva niente. Le sue orecchie erano ovattate e le voci degli amici si impastavano tra di loro, risultando in un brusio generale che la confondeva.
Quando Roy le era andato accanto e le aveva messo una mano sulla guancia per tranquillizzarla, lei si era scostata subito con uno scatto rabbioso.
"Lasciatela respirare" continuava a ripetere Diana, implorando gli altri di spostarsi in modo tale che l'amica non si sentisse oppressa.
Anna era stata talmente sconvolta dal rumore che il nome Matthew aveva prodotto sulle labbra del suo amico che ora sembrava in uno stato catatonico, in bilico tra la realtà e l'incubo.
Mentre Ruby le versava un bicchiere d'acqua, Anna iniziò a sentire una strana sensazione di vuoto intorno a sé e vide gli angoli degli occhi farsi scuri, neri come la pece.
"Sta perdendo i sensi" urlò Cole, spalancando gli occhi e sentendo le lacrime comparirgli nella rima inferiore dell'occhio.
Diana e Ruby iniziarono a farfugliare parole sgrammaticate per provare a risvegliare l'amica, mentre sia Roy che Moody, in preda al panico, iniziarono a scuoterla con foga.
"Fate in modo che si sdrai a terra e poi tiratele su entrambe le gambe. Roy, Moody, fatele spazio e uscite per favore, non possiamo permetterci di avere altre sue persone senza sensi qua dentro" disse Gilbert, alzandosi dalla sedia.
Dopo aver aiutato Cole a mettere la ragazza a terra, le diede qualche leggero colpo alle guance e le asciugò il sudore dal viso con uno dei tovaglioli presenti sulla tavola.
"Cosa possiamo fare per aiutarti, Gilbert?" chiese Diana, anche lei sul punto di iniziare a singhiozzare.
"Chiedete alla cameriera dello zucchero e scioglietelo in un bicchiere d'acqua a temperatura ambiente"
"D'accordo" dissero entrambe le ragazze, dirigendosi verso il bancone all'ingresso.
Dopo qualche colpo un po' più deciso, Anna finalmente riprese coscienza, spalancando gli occhioni e tornando a respirare con regolarità.
Gilbert, leggermente preoccupato, sorrise vedendola riaprire gli occhi e decise di allentarle qualche bottone dell'abito, decisamente troppo costrittivo, per metterla nella condizione più confortevole possibile.
"Anna, grazie al Cielo sei sveglia" esultò Cole, accarezzandole una mano e asciugandosi una lacrima con l'indice.
"S-Sono svenuta?" chiese lei, sorridendo all'amico ma rivolgendosi poi a Gilbert.
"Più o meno. Stavi per perdere i sensi, ma per fortuna abbiamo agito in fretta e ti sei ripresa quasi subito"
"Sei stato tu a schiaffeggiarmi?"
"Era necessario, Anna! Senza Gilbert io sarei andato nel panico totale. Lui ha suggerito di farti stendere"
"Quindi sei stato tu" disse lei, guardandolo di sottecchi.
Il ragazzo annuì, massaggiandosi la nuca e continuando a giustificarsi con il fatto che la pratica migliore per fare riprendere i sensi a qualcuno era di colpirla con dolcezza alle guance.
Anna rimase ad ascoltarlo con un finto broncio sulle labbra, prima di iniziare a ridere in maniera debole e delicata.
"Lo so che si fa così, ti prendevo in giro. Grazie mille per avermi aiutata" concluse poi lei, sorridendogli.
Gilbert restò a guardarla con uno sguardo inebetito, prima di iniziare a ridere insieme a lei.
Rimasero accanto a lei per altri dieci minuti, prima di farla mettere seduta e di farle bere un po' dell'acqua e zucchero che Ruby e Diana le avevano portato.
Il liquido le scese giù per la gola come un balsamo, lasciandole un retrogusto dolciastro in fondo alla lingua.
Gli amici le chiesero spesso se si sentisse meglio, se avesse bisogno di qualcosa o se potessero fare qualcosa per darle una mano.
Anna rispondeva in maniera cordiale, ringraziandoli tutti per la grande disponibilità che lei davvero non sentiva di meritare.
Mentre Gilbert le misurava per la terza volta la pulsazione nell'arco di neanche dieci minuti, Anna rivolse a Cole uno sguardo spento e sinceramente triste.
"Mi dispiace aver reagito così, mi sento una stupida"
"Non dirlo nemmeno per scherzo, Anna. Io sono uno stupido: ti sono piombato addosso senza darti il tempo di respirare e dandoti una notizia che distruggerebbe chiunque. Perdonami"
"Che cosa è successo a Matthew?"
"Non lo so con certezza, nessuno di noi lo sa. Marilla mi ha raccontato che stamattina, mentre camminava dalle stalle fino a casa, è caduto a terra e non è più riuscito ad alzarsi. Lo ha raggiunto per cercare di aiutarlo a tirarsi in piedi, ma Matthew ha iniziato a urlare per il dolore alla gamba sinistra. Jerry mi è venuto a chiamare trafelato e, non appena sono arrivato a Green Gables, io e lui lo abbiamo trasportato fino alla porta cercando di muovere il meno possibile la gamba. Non abbiamo potuto fare altro" disse Cole, singhiozzando.
Anna, con le lacrime agli occhi, annuì e gli prese una mano tra le sue.
"Che cosa può essere? Si è rotto la gamba o cosa?"
"Poco prima che partissi per venire ad avvisarti, la gamba di Matthew aveva iniziato a gonfiarsi e a mostrare vari lividi. Penso che l'osso sia rotto, perché ha una forma molto strana"
"Fuoriesce dalla cute?" chiese Gilbert, indicando la zona della gamba interessata.
"Cosa?"
"L'osso rotto, fuoriesce dalla pelle? C'è una lacerazione o un taglio?"
"No, la pelle è intatta"
"Probabilmente è una frattura composta o scomposta, dove quindi i segmenti ossei hanno perso il loro allineamento e si trovano ora in posizione diversa rispetto a quella d'origine" disse Gilbert, assumendo un'aria estremamente seria.
"Si può curare, ne sono sicuro, ma deve essere immediatamente visto da un medico che gli applichi un'ingessatura"
"A-Aveva anche vertigini e nausea"
"È a causa della frattura. Deve essergli somministrata delle morfina, per placare i dolori. Avete chiamato un medico?"
"L'aiutante che lavora dai Cuthbert, Jerry appunto, è andato a cercare qualcuno, ma essendo domenica è probabile che nessuno riesca a visitarlo prima di domani mattina" rispose Cole, osservando poi Moody e Roy fare il loro ingresso nella sala. Roy si avvicinò ad Anna, accarezzandole i capelli.
"Hey, come stai adesso?"
"Meglio" rispose velocemente lei, liquidandolo con un sorriso finto e rivolgendosi poi di nuovo a Cole e Gilbert. "Cole, io torno a Green Gables con te. Non ho intenzione di lasciare Matthew e Marilla da soli proprio ora"
"Ma non potresti fare comunque niente Anna, non sei un medico"
"Lui lo è però!" urlò Moody, indicando Gilbert con l'indice e annuendo con il capo.
"Vero, Gil? Tu potresti aiutare quest'uomo?"
"Io sono solo uno studente di Medicina, non un medico. Potrei provare a fare una prima ingessatura ma non so se sarei-"
"Vieni con noi. Ti prego" disse Anna all'improvviso. "Ti pagherò il biglietto del treno. Non ho nessun altro a cui chiedere" continuò, unendo poi le sue mani in segno di supplica. "Per favore, aiutami"
Il viso preoccupato della ragazza e i lacrimoni che le scendevano lungo tutto il viso scaldarono il cuore di Gilbert, che la guardò come un'opera d'arte triste ma bellissima.
Anna fece per tirare fuori dalla borsa accanto a lei il denaro che serviva per guadagnarsi l'aiuto del ragazzo, ma lui la fermò, prendendole la mano e chiudendogliela nella sua.
"Ti prego Gilbert, ho bisogno di te. Non sarei così insistente se non fosse la verità"
"Va bene, verrò con voi. Però i soldi li ho, non ti preoccupare" disse lui, prima di sorriderle.
Anna rimase a fissarlo, asciugandosi gli occhi con le maniche del vestito.
Non si era sbagliata, Gilbert era davvero una persona buona ed estremamente intelligente.
Quanto avrebbe voluto avere intrapreso lei la carriera da medico per occuparsi direttamente di Matthew senza bisogno di chiedere aiuto agli altri.
"Mi alzo allora" disse lei, reggendosi al suo amico Cole e spingendo sulle gambe.
"Fai piano. Evita i movimenti veloci o potresti avere dei giramenti" rispose Gilbert, avvicinandole le mani alla schiena per non farle perdere l'equilibrio.
"Io vado a prendere i biglietti in stazione, raggiungetemi con calma. Vediamoci direttamente lì tra un quarto d'ora, va bene?" aggiunse Cole, raggiungendo la porta d'uscita.
"Va bene, grazie"
"Vuoi che venga anche io, Anna?" chiese Roy, scansando Gilbert e piazzandosi di fronte a lei.
Il suo alito caldo e l'odore di dopobarba le arrivavano sugli occhi e sul naso, stordendola.
"No, resta qui con Diana e Ruby e assicurati che la preside sappia di questa storia. Starò a Green Gables finché non sarò certa che Matthew sarà fuori pericolo. Recupererò le lezioni al mio ritorno"
"V-Va bene, come desideri" rispose il ragazzo, abbassando gli occhi al pavimento ma senza negarle un sorriso.
"Se te la senti Anna, possiamo iniziare a incamminarci verso la stazione" disse Gilbert, recuperando sia la sua giacca che quella della ragazza.
"Certo, andiamo" disse lei, salutando gli amici con un gesto della mano e mostrando uno sguardo più che possibile sereno a Ruby e Diana, ancora preoccupate per lei.
Non appena uscirono dal locale, l'aria fredda del tardo pomeriggio le sferzò il viso, facendole perdere l'equilibro per un attimo.
Gilbert le andò subito vicino, porgendole il braccio piegato.
"Appoggiati a me, altrimenti rischi di cadere"
"Ce la faccio" disse lei, prima di avere un altro giramento.
"Ascolta, non mi interessa cosa la gente potrebbe pensare, perché mi interessa molto di più di raggiungere la stazione senza vederti nuovamente stesa a terra. La tua salute viene prima dei pettegolezzi, non credi?"
Anna, espirò profondamente l'aria gelida e si convinse che Gilbert aveva ragione: doveva recuperare le forze se voleva aiutare Matthew e Marilla come voleva.
Passò il braccio intorno a quello del ragazzo, appoggiandosi a lui e stringendo bene.
"Sappi che farò come dici solo finché non mi sarò ripresa del tutto"
"Non avevo dubbi" disse lui divertito, assicurandosi che Anna fosse ben salda a lui e iniziando a camminare verso la stazione di Charlottetown.
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𝓒𝓸𝓵𝓸𝓾𝓻 𝓜𝓮 𝓘𝓷 // A Shirbert Fanfiction
Fanfic"Mi mancano i colori più strani. Sono quelli che non ho mai visto, quelli che forse non potrò mai vedere. Restano chiusi in un loro segreto alfabeto in qualche parte nascosta dei miei sogni. Per un attimo li scorgo nel sonno, poi arriva l'alba e li...