La strada sbagliata

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La casa era vuota e pulita, quasi inanimata: un cono di luce entrava dalla finestra della cucina, disperdendosi sul pavimento e colpendo di poco il tavolo in marmo, rimandandone leggeri bagliori.
Di lei non c'era traccia da nessuna parte: la cucina era vuota, così come il bagno e la camera da letto. I suoi abiti giacevano ordinati per colore nell'armadio aperto, mentre un ombrellino azzurro con dei ricami in pizzo bianco era a terra, semi aperto e con il manico rotto.
"Deve aver fatto una bella corsa" mormorò Cole, raccattando l'oggetto da terra e mettendolo sul letto.
"E nemmeno molto tempo fa" aggiunse Diana, arrivando dal piano di sotto, con la voce leggermente affannata. "La teiera è ancora tiepida: sarà uscita di casa non più di venti minuti fa"
"Io non riesco a capire" sussurrò Gilbert, sedendosi sul letto e osservando la lampada ad olio accanto a lui. "Perché avrebbe dovuto farlo? Non ne aveva motivo. E non è un comportamento che mi aspetterei da Winifred"
"Ah, davvero?" chiese Cole in maniera sarcastica. "Non ti viene in mente neanche una sola minuscola ragione per cui Winifred Rose avrebbe voluto ferire o anche solo mettere in difficoltà Anna?"
Il suo volto era serio e leggermente arrosato, per quanto un sopracciglio tremolasse per il nervoso e il labbro superiore fosse leggermente tirato indietro dai denti.
"Lei... non lo sapeva. Non ho mai mostrato nulla nei confronti di Anna in sua presenza"
"Potrebbe averti visto o averne parlato con qualcuno" disse Diana, accarezzando un mobile d'epoca. "Ti è mai sembrata gelosa o insicura?"
"N-No. Non sono stato molto presente nell'ultimo periodo, in realtà: potrebbe essersi insospettita, non ne ho idea. Ero preoccupato per Anna e non le ho prestato attenzione"
"Lo eravamo tutti, non fartene una colpa Gilbert. In ogni caso non è detto che sia stata lei: magari ha dato un pacco di sigari di suo padre a qualcuno in maniera del tutto innocente e ora la stiamo incolpando ingiustamente"
"Il fatto che non sia qui a discuterne con noi non dà molto valore a questa teoria"
"Cole, smettila: non sei di aiuto" urlò Diana, con lo sguardo del rimprovero.
"Tranquilla, Diana. Cole ha ragione: lei dovrebbe essere qui, non ho la benché minima idea di dove possa essersi cacciata. A malapena esce di casa e proprio ora non la troviamo. Effettivamente, è strano"
"Aspettiamola: magari è uscita a prendere una boccata d'aria o a fare una passeggiata. Se tra un'ora non è tornata, capiremo che qualcosa non va"
"Direi anche meno" disse Gilbert, schiarendosi la gola. "Tra un'ora dovresti essere a casa dai tuoi genitori: non voglio che ti puniscano per tutta questa situazione"
"Va bene, diamole mezz'ora"
"Se non dovesse arrivare, ti riportiamo a casa e io e Cole decideremo il da farsi. Anche perché, in quel caso, vorrebbe dire che qualcuno l'ha avvisata del nostro arrivo o di quello che abbiamo scoperto..."
Un soffio di vento fece muovere la finestra della camera, provocando un rumore fastidioso, che costrinse i ragazzi a smettere per qualche secondo di parlare.
Ma quella pace durò fin troppo poco.
"...e non mi stupirebbe se questa fosse la stessa persona che ha anche ripreso il sigaro da Green Gables" concluse Gilbert, massaggiandosi l'attaccatura del naso e maledicendo il fatto di aver lasciato a Toronto gli occhiali da vista: tutte quelle ore fuori non facevano che peggiorare il rossore e la secchezza dei suoi grandi occhi nocciola.
"Gilbert, sembri stanco: stai bene?"
"Non sto dormendo molto, ultimamente. Ma sto bene, non preoccuparti"
"Hai del rosmarino in casa?" chiese Cole, fissando il ragazzo negli occhi.
"Come?"
"Anna, quando sono molto stanco, mi prepara sempre la tisana al rosmarino. Secondo lei, i suoi fiori e le sue foglie contengono un olio essenziale particolarmente adatto in casi di grande stanchezza. Potrebbe aiutarti"
"Oh, lei... è incredibile come riesca a sistemare la situazione pur non essendo presente" disse Gilbert, passandosi una mano sulla nuca.
"Anna è stupefacente: è la persona migliore che io abbia mai conosciuto. Tu studierai anche medicina, ma lei in quanto a cultura generale ti batte di grosso" sussurrò Cole, sorridendo. "Nessuno la merita, è troppo buona per chiunque"
"Lo so"
"Eppure non l'ho mai vista così felice come quando stava con te: non so che cosa tu le faccia, ma se lei è contenta, lo sono anche io. La supporterò sempre, in qualsiasi sua scelta. Se un giorno si stancasse di Roy, di te o di Avonlea, non ci metterei più di due minuti a fare le valigie e partire con lei"
"Perché mi dici questo?"
"Perché devi sapere che cosa vuole dire averla accanto: è un onore. Voglio che tu sappia in che cosa ti stai cacciando: nel caso trovassimo la persona che è stata la causa di tutto questo macello e del suo dolore, non mi farò alcun tipo di problema a dirle di andarsene e di non tornare mai più. Nemmeno se si trattasse di una donna e nemmeno se quella donna fosse proprio Winifred" disse Cole, deglutendo piano. "E per quanto riguarda Anna, se l'abbandonerai o la farai piangere, credimi, io-"
"Cole, credo che Gilbert abbia capito" si intromise Diana, in un sussurro.
"Lo spero"
"Ho capito. Amo Anna come nessun altro al mondo e so che tu hai ragione quando dici che non la merito: però lei fa uscire il meglio di me, mi rende una persona migliore. Ho bisogno di lei più di quanto lei abbia bisogno di me e stai certo che se mai avrò la fortuna di averla con me, non la lascerò andare per nessuna ragione"
"Siamo d'accordo, vero?" chiese Cole, allungando una mano verso Gilbert e sorridendogli. Il moro gliela strinse, finalmente ricambiando il sorriso.
"Siamo d'accordo"
"Bene. Allora in questo caso posso prepararti la tisana: non sarà come quella di Anna, ma dovrai accontentarti" concluse Cole, scendendo le scale di casa Rose.



𝓒𝓸𝓵𝓸𝓾𝓻 𝓜𝓮 𝓘𝓷 // A Shirbert FanfictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora