131 - Dimissioni

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* Emily's pov *

È passata una settimana da quando ho parlato a Jackie della situazione di Callie, della lista, eccetera.

Durante questo tempo, siamo state tutte molto attente e abbiamo cercato in ogni modo di mantenerci lontane da lei.

Ho paura possa fare qualcosa di azzardato da un momento ad un altro, ho paura che possa riprendersela con Austin, dato che oggi dovrebbe ritornare.

Jason, Kodey, Grace e Nash sono già partiti per andare a prenderlo.

Durante questo tempo non gli ho fatto visita molto spesso, non che volessi è pur sempre mio amico, ma non riuscivo a trovare del tempo. E poi non ero proprio dell'umore per andare da lui.

Per il resto, ho fatto amicizia con Natalie, è una brava ragazza e molto diversa dalle sue amiche, le quali non fanno altro che ridacchiare alle spalle di Grace e prenderla in giro per le cattiverie che ha detto Caroline, capo gruppo delle scimmie ammaestrate.

Sospiro chiudendo l'armadietto, di cui sono rimasta ad osservare l'interno per un periodo indeterminato, e mi dirigo verso la mia prossima aula.

<Ehi Emily.> Eccola lì, Natalie.

Il solito sorriso cordiale, i codini che si fa, i colori sgargianti dei suoi abiti e il mini skate che fuoriesce dallo zaino.

Sembra quasi una bambina conciata così, ma è il suo stile e a me piace. Certo, non mi concerei mai così conoscendomi, ma su di lei sta bene.

<Ciao.> La saluto ricambiando il sorriso.

<Vai in aula? Ti accompagno.> Dice affiancandomi.

<Non farai tardi?> Le domando iniziando ad incamminarmi.

<Ora non ho lezione, quindi posso benissimo accompagnarti.>

Annuisco, e beata lei che non ha lezione.

Quanto vorrei saltarmi l'ora e andarmene in giro.

Sarei dovuta andare con gli altri a prendere Austin, ma purtroppo non c'era abbastanza spazio in auto.

<Sai, mi chiedevo, ti va se un giorno di questi ti faccio provare uno dei miei skate? O magari usciamo solo a prendere una cioccolata o non so. Mi piacerebbe davvero conoscerti meglio.>

<Um... come vuoi.> Dico ed arriviamo davanti l'aula.

<Oh, beh, è giunto il momento di dileguarmi. Ci si vede a pranzo.>

Annuisco e se ne va dopo avermi dato un veloce abbraccio.

Entro in aula e mi siedo al mio solito posto mentre aspetto Soleil che entri.

Probabilmente sarà a sbaciucchiarsi con Chad in qualche angolo... anche se ultimamente li ho visti un po' distaccati.

Dopo poco la vedo entrare con il muso lungo sino a terra.

Alza lo sguardo verso il mio posto e si strofina un occhio mentre viene verso la mia direzione.

Si siede, si lega velocemente i suoi capelli scuri e appoggia la testa alle braccia incrociate sul banco.

<Ok, è successo qualcosa, parla.> Dico guardandola.

Scuote la testa e continua a rimanere in quella posizione.

Le metto una mano sulla schiena e gliela accarezzo. Poi, di colpo, si butta tra le mie braccia e scoppia in lacrime.

Oh no...

* Jason's pov *

Finalmente, abbiamo recuperato Austin.

È triste dal suo compleanno, purtroppo l'abbiamo dovuto festeggiare dentro la saletta dell'ospedale insieme ad altri malati.

Era così triste che quasi non lo riconoscevo. Mi ha fatto davvero male vederlo in quello stato il giorno del suo compleanno.

Diciassette anni compiuti in questo modo. Già, diciassette. Essendo nella terza classe dovrebbe compierne sedici, ma è entrato un anno più tardi a scuola dato che ha avuto dei problemi in famiglia in quel periodo.

Comunque, tornando a noi, a volte sorrideva per via di Chad che faceva lo scemo o Kodey e me che cercavamo di farlo ridere facendo battute, ma poi tornava col muso lungo e smetteva di parlare con chiunque.

E ora siamo qui, in sala d'attesa mentre aspettiamo che i suoi genitori finiscano di firmare tutti i vari documenti.

Per qualche giorno, dovrà ancora prendere degli antidolorifici e non potrà praticare nuoto, ma solo gli esercizi che gli facevano fare qui.

<Austin, tutto bene?> Gli domanda Grace. <Sembri così pallido.> Dice mettendogli una mano sulla fronte.

Lui non risponde e continua a guardare in avanti mentre stringe in un pugno il pantalone della tuta.

Sembra quasi ipnotizzato da qualcosa...

Grace gli passa una mano davanti gli occhi e finalmente Austin sposta lo sguardo dal punto che fissava e passa a guardare Grace.

Lei gli sorride e lui le fa segno di avvicinarsi. Così fa e la stringe a se nascondendo la testa nell'incavo del suo collo.

Ok, mi sto preoccupando.

Mi alzo dal mio posto e mi avvicino a loro.

Sento Austin sussurrare "mi dispiace" svariate volte, come se si fosse incantato di nuovo.

<Austin?> Mi abbasso al suo livello.

Lui si blocca e lascia andare Grace guardandomi.

Lei si siede al suo fianco e gli prende la mano mentre lui continua ad osservarmi.

<Sicuro di essere pronto a tornare?> Gli domando serio.

Annuisce piano e poi si prende la testa tra le mani stringendo gli occhi.

<No, non di nuovo.> Si avvicina Kodey che lo sorregge.

<Che gli prende?> Domando a Kodey allarmato.

<Sta ricordando qualcosa di quella sera e quando succede reagisce così. Si blocca e gli viene un forte mal di testa. Gli antidolorifici servono a dargli sollievo quando succede.>

<Chiamiamo un medico allora, così glieli da.> Dice Grace.

<Ce li ho io.> Dice togliendoli dalla tasca.

Gli mette una pastiglia sul palmo della mano e poi prende la bottiglietta dell'acqua e gliela passa.

Poco dopo sta meglio.

Sospira appoggiando la schiena allo schienale della sedia e si massaggia gli occhi.

<Sarà dura riuscire a ricordare tutto di quella sera a sbalzi.> Dice guardando in alto.

<Cosa ricordi ora?> Gli domando.

<Ombre sparse qua e la, confuse, non le capisco.> Dice guardandomi. Poi sorride e aggiunge: <Ma comunque, sono felice di ritornare.>

E finalmente riusciamo a vedere un sorriso sincero sul volto di Austin.

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