155 - Ci riusciremo

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* Nash's pov *

<Come... come sai che c'entra anche lui?> Domando ad Austin.

Nessuno sa chi è il vero colpevole, solo io e... Jason.

<Jason me ne ha parlato. Sai, all'inizio di quest'anno, quando ho saputo che saresti stato in stanza con noi, ho avuto paura perché sapevo di cos'eri capace. Poi mi è tornata in mente la storia della lista e l'ho tirata fuori mentre elencavo a Jason i motivi per il quale non volevo stare in stanza con te. Da lì mi ha raccontato la verità.>

<Ok...> Dico e ritorno ai miei passi.

<Dove vai ora? Non vorrai chiuderti in bagno e prendere a pugni qualcosa? O farti una doccia fredda per sbollire la rabbia?>

<Mi conosci troppo bene... quasi mi fai paura.> Gli dico mentre mi segue.

<Oh lo so. Comunque, per Lilith? Davvero non vuoi aiutare Jackie?>

Sbuffo e dico: <Se lo dicessi a mio padre la metterei nei casini. È meglio se chiama un suo famigliare.>

<Ti prego Nash, sei l'unico che può riuscire a convincere tuo padre. Insomma, sei il suo piccolino.> Mi sorride.

<Che schifo.> Borbotto.

<E se te lo chiedesse Grace? Lo faresti?>

<Beh... se me le facesse toccare...> Dico mordendomi le labbra per contenere i pensieri.

<Ora lo dico io che schifo.> Fa schifato e io scoppio a ridere nel vedere la sua faccia.

<Scherzo... cioè, non del tutto, ma non faccio così schifo come una certa persona.>

<Si, si, lo so.>

<E comunque, ripeto, metterei nei casini Jackie se glielo dicessi, quindi è meglio che faccia venire un suo parente a prendersi il criceto.>

Austin sospira e si fa pensieroso.

Entriamo in dormitorio e iniziamo a salire le scale per arrivare nella nostra stanza.

<Ma ne sei davvero sicuro?> Domanda appena arriviamo davanti alla porta.

<Su cosa?> Domando mentre apro la porta.

<Che non riusciresti a convincere tuo padre.> Dice entrando.

Entro anche io e rispondo: <Ancora con questa storia? Te l'ho già detto, la metterei nei casini.> E mi tolgo il giubbotto.

Lo prende da sopra il letto dove l'ho appena lanciato e lo appende assieme al suo dietro la porta, nel mentre che dice: <Ma basta provarci... insomma, i suoi genitori non possono venire sennò li avrebbe già chiamati, non credi?>

<Non possono fare un mini viaggio? Insomma, è per la figlia.> Dico aprendo la finestra e affacciandomi un attimo.

<Lavorano e poi vivono a New York, mica a un passo da qui.> Fa Austin avvicinandosi a me.

Sospiro e prendo il pacchetto di sigarette dalla tasca dei jeans.

<Se vorrà correre il rischio, ne parlerò a mio padre.> E ne accendo una.

<Oh meno male!>

<Cambiando discorso, con Kodey? Come sta andando? Ora che quella tro... Callie si è levata dal cazzo...> Mi blocco notando la sua espressione abbattuta.

<In realtà... non mi sta più...> Distoglie lo sguardo e si va a sedere sul suo letto.

<Oh santo cielo. Ma cosa cazzo devo diventare, cupido?>

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