Iniziare la settimana è una di quelle cose che poco mi piacciono.
Riprendere i ritmi, la sveglia presto, il mal di testa per via di ieri sera...
Alla fine, le ragazze sono rimaste con me tutto il pomeriggio e da Olivia ci è andata Soleil al mio posto.
Non l'ho ancora ringraziata a dovere, dopo dovrò sdebitarmi.
Ad ogni modo, ho passato la serata a studiare e, per cena, tutte noi ragazze siamo uscite e abbiamo mangiato in un bel ristorante.
Era tutto calmo e tranquillo sinché non si sono aggiunti i ragazzi.
Erano tutti arrabbiati perché non li avevamo invitati e si sono intrufolati nel nostro gruppo. Fortuna che non avevamo ancora ordinato la cena e che c'era posto anche per loro.
Ora sono qui, in classe, con il foglio sotto agli occhi e la penna tra le dita.
Verifica, già, tema. E la traccia qual'è? La tua infanzia.
Niente di meglio. Parlare della mia infanzia è una di quelle cose che poco sopporto.
Dovrei riportare a galla i vari ricordi dolorosi e i pochi gioiosi...
La mia infanzia... ma che diavolo scrivo?!
Mi prendo la testa tra le mani e faccio cadere la penna sul banco attirando l'attenzione di alcuni ragazzi seduti affianco a me.
Chiudo gli occhi e sospiro... cosa scrivo?
Sento dei passi avvicinarsi a me e alzo il capo, la professoressa si sta avvicinando a me con passo deciso...
<Va tutto bene?> Mi sussurra.
<Non so che scrivere.> Sussurro in risposta sentendomi osservata.
<Mmh, vediamo...> Dice diventando pensierosa. <Vieni alla cattedra, sediamoci lì, così ti do una mano.>
Annuisco e mi alzo. La seguo portandomi dietro penna e foglio, lo sguardo di alcuni ancora puntato addosso...
Alzo lo sguardo e incontro gli occhi blu di Austin, mi sorride. Poi sposto lo sguardo al posto di Jackie, anche lei mi sorride.
Mi siedo appoggiando carta e penna sulla cattedra e mi faccio aiutare dalla professoressa per buttare giù almeno una bozza.
Fortuna che i temi durano quattro ore, sennò non ce l'avrei mai fatta.
Alla fine mi viene l'illuminazione, ringrazio la professoressa e ritorno al mio posto per scrivere.
"La mia infanzia... beh, evito di scrivere i vari eventi tragici che hanno segnato la mia vita, per quanto breve sia. La mia infanzia è stata un'alternanza di esperienze positive e negative. Ho conosciuto i miei primi due amici all'età di sei anni, considerandoli sin da subito come dei fratelli, che tutt'ora considero tali. Ma allo stesso tempo, ho imparato cosa significa non fidarsi sempre di chi ti circonda. Ho imparato cosa significa perdere qualcuno a te caro alla tenera età di quattro anni, ho imparato a difendermi sia da adulti che da persone della mia età. Ho vissuto un'infanzia triste e complicata, ma sono sempre riuscita ad alzarmi e ad andare avanti con un sorriso stampato sulle labbra, con gli occhi rivolti verso il futuro..."
Continuo a scrivere per la prossima ora, correggo poi gli eventuali errori e ricopio tutto in bella.
A metà della quarta ora, riesco a consegnare e la professoressa mi sorride annuendo.
Prendo le mie cose, le ritiro e mi siedo al mio posto aspettando che la campanella suoni.
Abbiamo dovuto saltare l'intervallo per questa verifica e io non vedo l'ora di precipitarmi al distributore per prendere qualcosa.
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My Boy 2
Romance" Rispondo alla sua domanda. Posso fidarmi di lei? Ovvio che posso. Posso dirle tutto quello che mi sta succedendo? Che sto sentendo? No, forse non tutto... " Sequel di "My Boy". Tre settimane dopo il ricovero di Austin, cosa succederà? Cambiamen...