133 - Un agente improvvisato

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Il turno è iniziato già da mezz'ora e ancora non faccio altro che pensare a quella sua entrata in scena nel magazzino.

Insomma, prima fa tutto il pentito, poi mi attacca e poi prova a fare l'amichetto come se niente fosse.

Che poi, quella reazione quando è entrata Olivia cosa significava? E cosa intendeva dire con "fingi così bene"? E perché ho sentito tutte quelle strane sensazioni dentro lo stomaco mentre era così vicino?

Santo cielo, sto dando di matto, eppure...

Sospiro cacciando via i pensieri e porto l'ordinazione del tavolo al bancone.

<Tavolo due.> Riferisco a Nash mettendogli il foglio sotto il naso.

Lui procede con il preparare e, in poco tempo, ho già tutto sul vassoio.

Certo che è davvero veloce e perfetto nel fare ogni cosa. Persino la divisa gli va a pennello, sembra pensata apposta per essere indossata da lui.

Credo che oggi ci siano tante persone solo perché c'è anche lui e le ho viste le varie occhiate che gli hanno lanciato le ragazze che serviva.

Scaccio nuovamente i pensieri e ritorno al mio lavoro. Poco dopo sento qualcuno schiarirsi la gola.

Metto a posto le varie tazze e mi volto. Credevo fosse Nash con altre ordinazioni, ma è Rod, col suo solito sorriso sgargiante, seduto sullo sgabello davanti al bancone.

<Ciao dolcezza.> Mi saluta scrutandomi con i suoi occhi verdi.

<Come posso esserti utile?> Gli domando comportandomi come se fossi una semplice cameriera e lui un normalissimo cliente, ma lui ci rimane male e fa il muso.

<Nemmeno un piccolo bacio al tuo ragazzo? Sei crudele.>

Ridacchio e dico: <Sto lavorando e non posso fermarmi ora, come vedi c'è un mucchio di gente.> Dico alzando lo sguardo verso i tavolini.

Sono tutti pieni, persino quelli esposti fuori.

<Si e probabilmente sono tutti qui per vedere questa meravigliosa cameriera.> Mi sorride e poi aggiunge: <E questa cameriera sarebbe tanto gentile da prepararmi un buon caffè? Ne ho tanto bisogno.>

Gli sorrido e mi metto all'opera, ripensando a ciò che mi ha detto Nash.

Come può un ragazzo così dolce come Roderick mentirmi? O addirittura farmi l'incantesimo tanto per farmi credere a tutto quello che dice...

<Ehi Hill, evita di guardare il culo alla mia collega.> Sento dire da Nash mentre mi affianca.

Credo di esser diventata rossa... no, ma che, bordeaux.

Cerco di riprendermi e appoggio la tazza di caffè sul bancone dicendo: <Ecco a te.> A bassa voce dato l'imbarazzo.

Rod mi sorride e io ritorno al mio lavoro, ovvero lavare le stoviglie e preparare altri caffe o qualsiasi altra cosa chiedano i clienti.

<Ti va di uscire sta sera?> Mi domanda Roderick appena mi volto per prendere dei cucchiaini.

<Oh mi dispiace, ma sono impegnato.> Risponde Nash al mio posto appoggiando il vassoio sopra gli altri.

<Non a te coglione, ma alla tua bellissima collega.>

<Beh anche lei è impegnata, vero Grace?>

<In realtà no.> Dico girandomi verso di loro. <Tieni, tavolo quattro.> Dico a Nash sorridendogli falsamente e passandogli il vassoio.

Lui, senza ribattere, va a servire il tavolo.

<Quindi?> Insiste Rod.

<Si, va bene. A che ora?>

<Alle otto.> Dice lasciandomi il conto sul tavolo e un pacchetto. <I soldi in più sono la mancia per la più bella barista di tutti i tempi.> Mi fa l'occhiolino e va via.

<Gli hai detto di si?!> Mi domanda Nash appena torna.

Faccio spallucce e gli rispondo: <Che ti importa? È il mio ragazzo e sono libera di uscire con lui.>

<Ma non dovevi stare con Jason e Austin sta sera?>

<Sarà per domani o la prossima settimana.> Dico e vado a prendere le altre ordinazioni.

* Jason's pov *

<No, stammi a sentire idiota, perché le hai chiesto di uscire?>

Mi blocco prima di passare davanti alla porta della stanza di Callie.

<È la mia ragazza no? Perché non dovrei uscire con lei?> Ma questo è Roderick.

Ma di che diamine stanno parlando? E perché Roderick è nella stanza di Callie? Da quando si parlano? Non li ho mai visti insieme per i corridoi...

<Stammi bene a sentire...> Il tono di Callie è così minaccioso che quasi mette i brividi.

So che non dovrei origliare la loro conversazione, ma qualcosa mi dice di farlo. Sarà il fato? Non so, ma sento di dover ascoltare.

Ora mi sento come uno di quegli agenti sotto copertura che devono origliare le conversazioni dei bastardi prima di agire.

<Non devi fare niente se non te lo dico io!>

Lo sento sbuffare e poi replicare con: <Ripeto, è la mia ragazza.>

<Non me ne sbatte un cazzo se è la tua ragazza! Ti ricordi qual'è il nostro scopo no? Quindi a che ti serve farle regali e portarla a mangiare fuori? A spendere soldi inutilmente!>

<Smettila, lei mi piace e non sto con lei solo per i tuoi sporchi giochetti.>

<Tu non stai bene Roderick, cazzo, la farai soffrire e ti lascerà proprio come voglio io.>

<Quindi che male c'è nel viziarla un po'? Non credi? E ora chiudi quella porta così possiamo divertirci a modo nostro.>

E, appena sento i passi di Callie avvicinarsi, senza fare troppo rumore cerco di allontanarmi dalla sua porta e svoltare verso l'altro corridoio in modo da arrivare alla mia vera destinazione.

Quindi Roderick è in combutta con Callie e vuole far soffrire Grace... non posso crederci, e a me che stava pure iniziando a stare simpatico.

Devo dirlo a qualcuno, ma a chi?

<Jason? Sei tu?>

Mi volto e noto Emily, seguita da Jackie, Makenzie e Soleil, avvicinarsi a me.

<Ehi.> Le saluto.

<Che ci fai qui?> Mi domanda Makenzie.

<Beh...> Mi gratto la nuca a disagio.

In realtà sono venuto qui per provare a stare un po' solo con Jackie, ma poi mi sono ritrovato a fare l'agente segreto...

<Devo parlarvi, a tutte quante.>

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